L’altra faccia dell’America/2: la nascita di una cinematografia

Pubblicato il 13 Ottobre 2018 in Humaniter Cinema
Auro Bernardi

L’altra faccia dell’America/2

LA NASCITA DI UNA CINEMATOGRAFIA, di Auro Bernardi e Pierfranco Bianchetti

Fondare la moderna tecnica cinematografica, portare sul grande schermo la magia delle immagini in movimento, raccontate secondo una logica narrativa comprensibile sono solo alcune delle intuizioni di David Wark Griffith(1875-1948), il regista americano delle origini che ha inventato l’uso del primo piano, la dissolvenza in apertura e in chiusura, il flashback e il campo lungo. Nato nel Kentucky, figlio di un possidente del Sud impoveritosi con la Guerra di Secessione, dopo aver fatto il giornalista e l’attore, entra alla Biograph, una società nata per produrre apparecchi per diapositive. Nel 1908 dirige il suo primo film The Adventures of Dollie, lungo 217 metri (10 minuti), storia di una ragazza rapita dagli zingari. Attento all’uso delle luci, il giovane cineasta gira diverse pellicole dimostrandosi anche un ottimo direttore di attori. Il suo montaggio è straordinariamente efficace e i suoi primi piani sono in grado di fare esprimere agli interpreti sentimenti veri e autentici, che colpiscono il pubblico. Il suo primo lungometraggio è Judith of Bethulia(id., 1914) ed è desunto da un episodio biblico.

Da Pastrone a Ejzenstejn e Dreyer

La visione, nel 1914, del film italiano Cabiria, di Giovanni Pastrone, lo influenza profondamente, sia nello stile sia nella scrittura del copione e, soprattutto, gli fa capire che la strada giusta per migliorare la qualità artistica passa per una maggiore durata delle proiezioni. Nel 1915 dirige così Nascita di una nazione(The Birth of a Nation), considerato il suo capolavoro, ma capace di suscitare polemiche per il suo indiscutibile razzismo. Il film narra episodi della Guerra Civile e la ricostruzione del Sud postbellico ed attinge in primo luogo alle memorie di famiglia che giustificavano le posizioni segregazioniste, incluse quelle del Ku Klux Klan. Qui il regista perfeziona la sua tecnica narrativa con l’uso del “montaggio parallelo”, ossia mostrando sullo schermo episodi che avvengono contemporaneamente in contesti diversi. Il successo di pubblico è in ogni caso senza precedenti e così l’anno successivo Griffith firma Intolerance(id.), personalissima e utopistica risposta alle accuse di razzismo. Nel film sono rappresentate quattro storie distinte collocate in epoche diverse: l’antica Babilonia, la Palestina ai tempi di Gesù, la Francia del ‘500 e una moderna città americana. Nel loro insieme si pongono come un manifesto contro l’intolleranza e a favore delle libertà politiche e civili di tutti i cittadini. A fare da cerniera tra i vari episodi l’inquadratura ricorrente di una giovane donna che dondola una culla in un ambiente al fondo del quale tre donne filano la lana. Chiara metafora del corso della vita e del divenire del tempo. Anche questa pellicola piace agli spettatori, ma gli incassi non coprono gli elevatissimi costi di produzione. In compenso questo film, che circola nell’Europa appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale, ha una grandissima influenza su diversi autori, primi fra tutti Sergej Michailovic Ejzenstejn e Carl Theodor Dreyer.

Uniti per la libertà

Nel 1919 tocca a Giglio infranto(Broken Blossoms) centrato sull’amore di una ragazza bianca, interpretata da Lillian Gish, per un cinese. La Gish, autentica musa di Griffith, è una delle attrici più moderne degli anni pionieristici, in grado di anticipare una tecnica recitativa davvero all’avanguardia. Il regista, dopo aver fondato nello stesso ’19 con Chaplin, Fairbanks e Mary Pickford l’United Artists, compagnia di produzione indipendente in grado di imporre una forte concorrenza alle maggiori case di Hollywood, dirige film ancora per molti anni non riuscendo però più a intercettare i gusti del pubblico. Con l’avvento del sonoro tramonta definitivamente anche la sua parabola artistica. Muore nel suo appartamento di Hollywood il 23 luglio 1948 a 73 anni per un’emorragia cerebrale. Il grande Sergej Ejzenstejn, con onestà intellettuale, riconoscerà sempre come suo maestro Griffith, padre del cinema moderno.

 

Judith of Bethulia 1914

 

Birth of a Nation 1915

 

Intolerance 1916

 

Giglio infranto 1919

 

Le due orfanelle 1921

 

 

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.