Scintille Monti-maggioranza

Le aperture

Il Corriere della Sera: “L’altolà del Pdl al governo. Alfano fa saltare il vertice dei leader a Palazzo Chigi. Il segretario: non parliamo di giustizia e Rai. Scoppia il caso Riccardi che poi si scusa”. A centro pagina: “Appello di Visco per la crescita: lavorare di più e più a lungo”. Il governatore della Banca d’Italia ha indicato il “percorso” da iniziare “subito, con determinazione” per “vincere la sfida dello sviluppo. In evidenza anche le foto di “otto donne simbolo del nostro tempo”, per parlare di otto marzo, e un retroscena sulla vicenda dei due marò detenut iin India: “Monti parla al premier indiano: i marò in azione internazionale”: A fondo pagina l’inchiesta sulle tangenti lombarde: “Nascondevano le tangenti nei cd. Lega sotto accusa, il racconto di un indagato. Bossi e Maroni: Boni non si tocca”.

La Repubblica: “Giustizia e tv, Berlusconi sfida Monti. Il Cavaliere non va da Vespa e Alfano fa saltare il vertice di Palazzo Chigi. Riccardi: ‘questa politica fa schifo’. E’ bufera, poi le scuse”. “Il premier pronto a cambiare i vertici Rai. E sulla Fiat convoca Marchionne”. A centro pagina: “Tangenti a Milano, sistema Pdl-Lega”, “è l’accusa del Pm. Il pentito dell’inchiesta: ‘così portai i soldi al Pirellone’. Bossi e Maroni: Boni non si tocca”. In prima pagina anche un articolo sulle primarie repubblicane Usa: “Romney vince il Supermartedì ma non la corona di anti-Obama”.

La Stampa: “Tensione Monti-maggioranza. Il professore: ho l’appoggio dei partiti. Polemiche su Riccardi: schifato da Angelino, poi si scusa. Berlusconi non va da Vespa. Alfano fa saltare il vertice con il premier; Pd e Ud: non discutiamo di Rai e giustizia”. A centro pagina spazio per un appello di intellettuali pubblicato da sei grandi giornali europei (oltre al quotidiano torinese, tra gli altri anche il Guardian, Le Monde, El Pais, la Suddeutsche Zeitung) : “Vento di libertà anche per noi donne arabe”.  A firmarlo sono personalità tunisine, egiziane, libiche, algerine, siriane.

Il Giornale: “Alfano tira fuori il quid. Primo altolà al governo. Casini e Bersani fanno i furbi e tentano un blitz su Rai e giustizia: il Pdl fa saltare il tavolo. Berlusconi non va a Porta a Porta, il vertice lo fa con Putin”. A centro pagina un articolo di Vittorio Feltri con foto di Bossi: “La Lega tutta impicci e insulti è sempre meglio dei no Tav>”.

Libero: “L’oro di Bossi. Tra contributi, tessere e rimborsi elettorali la Lega ha le casse piene. E ora i Pm ipotizzano un sistema di tangenti che al Nord unirebbe Carroccio e Pdl”.

Il Sole 24 Ore: “Casa, guida alla nuova Imu: aumenti-super città per città”. Il quotidiano offre “in anteprima” le “decisioni dei Comuni”, che pensano ad aumenti oltre il 200 per cento per seconde case e attività commerciali. Di spalla il vertice governo-maggioranza saltato ieri. In evidenza in prima pagina anche una inchiesta sulle tangenti in Lombardia. “un sistema Lega-Pdl”.

Pdl, Monti

Secondo Massimo Giannini, su La Repubblica, il Pdl è un “partito in fuga. Dai problemi da risolvere, dalle scelte da compre, dalle responsabilità da assumere”. Il vicedirettore de La Repubblica ricorda che Berlusconi ha scelto di sottrarsi “al rito canonico officiato da Bruno Vespa, sul quale ha costruito le sue tv”, e che Alfano ha scelto di ritrarsi “dal vertice di maggioranza”. Due “indizi” che bastano a provare che il Pdl “non sa dove andare, ormai”. Un “retroscena” nelle pagine interne spiega che “l’altolà” dell’ex premier sarebbe arrivato mentre era in volo verso Mosca. Un “ordine” ad Angelino Alfano di non partecipare al vertice, dopo una telefonata ricevuta da Berlusconi da parte di Fedele Confalonieri, uscito a mezzogiorno da un incontro con Monti. Confalonieri avrebbe riferito a Berlusconi che Monti non intende affatto procedere assegnando (cioè regalando) le frequenze tv con il previsto beauty contest. Procedura sospesa da Corrado Passera. Confalonieri è una furia, racconta che Monti non ha dato alcuna garanzia e si è limitato ad ascoltare. Berlusconi capisce che è arrivato il momento di dare uno scossone al governo. ‘Hanno preparato una trappola e ci prendono per fessi’,spiega l’ex premier”.
Il Giornale racconta la visita istituzionale di Confalonieri, che ieri è stato ricevuto da Monti ed è stato audito in Commissione bilancio. Sul faccia a faccia con il premier Confalonieri “si cuce la bocca, ‘ubi maior, minor cessat'”. Ma in Commissione ha parlato anche di asta delle frequenze: “A noi non ha ai regalato niente nessuno, oi abbiamo restituito un multiplex, quello di Rete 4 per fare il divididendo digitale. Ma dire che si è regalato qualcosa  a Berlusconi ha sempre appeal”. “Sono passati 11 anni e ancora siamo con il beauty contest sospeso. Non è con queste incertezze che le aziende possono andare avanti e non è con la demagogia che potremo continuare  a svolgere il ruolo che abbiamo svolto nella società, nell’economia, nell’informazione e nella produzione di contenuti originali”.

Un retroscena del Corriere della Sera spiega che Alfano avrebbe chiamato a mezzogiorno Monti, per informarlo che non avrebbe partecipato al previsto vertice serale. “Allora è crisi di governno?, chiede il premier senza giri di parole. ‘Niente affatto’, è la risposta. ‘Anche perché non è tua la responsabilità della situazione che si è creata, ma del Pd e dell’Udc’, E’ responsabilità loro, e anche di alcuni tuoi ministri che non possono pensare di muoversi per conto proprio'”. Scrive ancora il Corriere che “pare che Berlusconi non fosse al corrente della mossa” di Alfano, “di sicuro Gianni Letta viene a saperla a cose fatte. D’altronde il segretario del Pdl non aveva scelta, perché se avesse preso parte ad un vvettice con un ordine del giorno ‘prestabilito da altri’ avrebbe dato il segno di una resa”. I temi non accettabili erano la giustizia e la Rai, anche dopo un incontro, martedì, tra il ministro Severino, Casini e Bersani. Secondo il segretario del Pd quell’incontro è stato “del tutto casuale”, ma giustizia e Rai rimangono “due nodi ingarbugliati” che fanno precipitare la maggioranza “nel passato”, scrive il quotidiano milanese.
Un altro retroscena del Corriere spiega la decisione di Berlusconi di non andare da Vespa: “Cavaliere convinto al rifiuto da Letta e Cicchitto. Voci di una lite con Alfano. Il segretario irritato dal paternalismo con cui ha spiegato l’assenza”. La decisione di non andare da Vespa Berlusconi l’avrebbe presa martedì sera, e lo avrebbe fatto perché “non era il caso di presentarsi con contraltare del segretario del Pd” in un momento in cui la leadershp di Alfano era in discussione. Il quotidiano scrive che le voci di una lite tra Alfano e Berlusconi sono smentite dal Pdl, ma “si sussurra addirittura di un Alfano talmente amareggiato da minacciare le dimissioni”.

Sulla questione Rai, su La Stampa si legge che il Pdl “compatto chiede la proroga del consiglio (di amministrazione) in scadenza”. Scade ad aprile, il Pd ne vorrebbe il rinnovo, Monti vorrebbe cambiare la legge Gasparri che detta le regole della governance dell’azienda radiotelevisiva di Stato. Monti sa anche che per cambiare la Gasparri servono i voti del Pdl, e avrebbe proposto una “mediazione”: nominare un nuovo cda fatto di “soli tecnici senza livrea di partito’. Ipotesi bocciata da Palazzo Grazioli perchè – dice Gasparri – “se la scelta compete per legge alle forze politiche, mica possiamo abdicare fino al punto di delegarla al governo”.
Un “dossier” de La Repubblica spiega che nelle intenzioni di Monti non sarà confermato Paolo Garimberti, né il direttore generale Lorenza Lei, e neppure il consigliere nominato da Tremonti Angelo Maria Petroni. Per l’incarico di Direttore generale di parla di Francesco Caio, Claudio Cappon, Giancarlo Leone, Rocco Sabelli. Per la presidenza si pensa ad un “interno che sappia guidarere il neofita nelle trappole e nelle difficoltà” della Rai. In questo caso Cappon (ex manager a viale Mazzini) potrebbe essere il presidente che “guida” il direttore generale esterno.

Corruzione, Lega, Lombardia

“Stiamo cercando di recuperare e rendere operative ed efficaci le funzioni del disciolto alto commissario per la lotta alla corruzione. Il progetto prende corpo e  sostanza in questi giorni e prevede un’analisi del fenomeno e iniziative di carattere ispettivo”, dice il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, in una intervista a La Repubblica. Sulle presunte tangenti in Lombardia il ministro parla dello “sconcerto” di fronte al “ripetersi, vent’anni dopo, di gravi episodi di corruzione”, e resta stupefatta scoprendo “l’improntitudine di certi comportamenti”.
Libero offre una inchiesta sulla Lega e le sue risorse economiche: “L’impero economico non conta solo i rimborsi elettorali: nel forziere di Bossi rientrano anche finanziamenti statali, versamenti, investimenti, finanziarie, società e un patrimonio immobiliare da 29 fabbricati e 7 terreni. Il tutto fa 237 milioni”.
Su La Stampa una intervista al presidente della Giunta lombarda Roberto Formigoni: “Da parte della sinistra e dei giornali arrivano ogni volta attacchi particolarmente violenti contro la Giunta della Regione Lombardia. Ma sono solo palle, grossolane menzogne. Se qualcuno ha sbagliato ne risponderà personalmente e la Regione Lombardia è pronta a costituirsi parte civile. Io non credo ai complotti. La magistratura faccia il suo mestiere. Altri smettano di accanirsi contro le politiche innovative della Regione Lombardia”. Sul fatto che quattro membri dell’ufficio di presidenza su cinque siano sotto inchiesta: “Ci sono forse state delle sentenze? A quanto ne sappiamo potrebbero essere tutti quanti innocenti”. Boni deve dimettersi? “Mi aspetto che chiarisca molto in fretta la sua posizione. Oppure che agisca di conseguenza, come ha sempre affermato che si debba fare”. E Formigoni? “Non mollo certo di fronte a episodi come questo. Dal 95 ho avuto per quattro volte il mandato degli elettori a continuare il buon governo della Regione Lombardia. E ho tutta l’intenzione di arrivare alla conclusione di questo mandato che mi è stato dato con il 57 per cento dei consensi degli elettori”.

Primarie, Pd 

Da segnalare anche una intervista a Massimo D’alema sul Corriere della Sera. Sul Pd dice che “Bersani e’ stato eletto con un voto popolare al quale hanno  partecipato oltre tre milioni di persone. Chi volesse sostituirlo -e non sono tra quelli che lo chiedono- dovrebbe seguire lo stesso iter: congresso e primarie”. Sul governo, D’Alema non condivide l’idea di Eugenio Scalfari di un nuovo mandato per Monti e per Napolitano. Una proposta che “nasce da una visione pessimistica dell’Italia. Si pensa a un nuovo quinquennio emergenziale. Io no, credo che si possa tornare ad una  dialettica democratica, naturalmente riformando la politica e restituendole autorevolezza, credibilita’ e forza”
In prima pagina Il Foglio ricorda la proposta lanciata ieri a Bersani (“il Fogliettum”) per riformare sul modello americano le primarie del centrosinistra: abolire quelle di coalizione, istituire solo quelle di partito, lasciare la scrematura delle candidature al primo turno delle elezioni e verificare al secondo turno, con il resto della sua coalizione, il candidato da andare ad appoggiare”. La proposta riceve consensi da esponenti del Pd di tutte le aree, dai veltroniani ai franceschiniani ai lettiani ai renziani fino ad “alcuni bersaniani”, oltre che dai “direttori dei giornali di area Pd: Claudio Sardo dell’Unità e Stefano Menichini di Europa. “Le primarie di coalizione – dice Sardo – rappresentano un’anomalia per il centrosinistra e sono convinto che farle di partito, a tutti i livelli sia un’ottima soluzione per il Pd”.


E poi

Su La Stampa una lunga intervista al candidato del Ps alle presidenziali francesi Francois Hollande: “Meno austerity, più lavoro. Basta con l’Ue di Merkozy”, “i bilanci in ordine sono importanti, mancano però del tutto misure per lo sviluppo. Va cambiato, non eliminato”. Su Merkel: “é ormale che appoggi il candidato di destra (Sarkozy), anche i partiti socialisti si aiutano, noi siamo in sintonia con Spd e Pd”. Sull’Italia: “I nostri Paesi saranno partner di primo piano nella Ue e nel Mediterraneo”.

Sul Corriere della Sera due pagine sull’8 marzo, con un articolo di Lea Melandri: “Siamo veramente libere di scegliere o è un’illusione?”.
Su La Stampa interviste e interventi di Shirin Ebadi (“il carcere non piegherà le attiviste iraniane”) e Tawakul Karman (Yemen, “la rivoluzione qui non è finita”).

Da segnalare su La Repubblica una intervista ad Anne Sinclair, da qualche mese direttrice della edizione francese dell’Huffington Post, e moglie di Dominque Strauss-Kahn. “Io, da sempre femminista, su Dsk non accetto lezioni”.  Il suo lavoro, l’America e la Francia, un libro in uscita che racconta la storia della sua famiglia.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini

redazione grey-panthers:
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