Weekend di classe a Parma (1)

Pubblicato il 15 Gennaio 2010 in , da Vitalba Paesano

La bellezza e la grazia abitano a Parma: lo può affermare senza esitazione chiunque sia ospite, anche solo per un giorno, di questa cittadina emiliana che, in quanto a tesori e tradizioni artistiche, non è seconda ad altre città italiane più popolose e importanti.

Parma ha conservato una dimensione contenuta (180.000 abitanti), un bel centro storico, quartieri con parchi e giardini, tantissime biciclette e, pur nulla togliendo allo sviluppo economico e tecnologico, ha saputo mantenere un forte legame con il passato e l’assoluto rispetto di una storia che ha visto fiorire lettere, musica, arte e, non ultima, la cultura del buon cibo.

Patria di Giuseppe Verdi e di Arturo Toscanini, dei pittori Correggio e  Parmigianino, ma anche luogo di produzione del Prosciutto crudo di Parma e del formaggio Parmigiano Reggiano, sede di una prestigiosa Università e di aziende alimentari di fama mondiale (come Barilla e Parmalat), vive una quotidianità raffinata e piacevole, arricchita da numerose manifestazioni culturali.

I parmigiani sono convinti, a ragione, di abitare una piccola capitale, poiché la città ha rivestito questo ruolo nei secoli della sua lunga storia (fu fondata dai Romani duemila anni fa): nel Cinquecento divenne la capitale del Ducato di Parma e Piacenza sotto i duchi Farnese e, in seguito, sotto i Borboni, e fu città d’avanguardia con spirito francese quando il Ducato venne assognato alla seconda moglie di napoleone, Maria Luigia d’Austria, ancora oggi amata e rispettata dai parmigiani grazie al buon governo e all’impronta raffinata con cui plasmò il volto e il carattere della città.

Come era nei secoli scorsi, l’ingresso nel nucleo storico avviene attraverso la Pilotta, un complesso di palazzi sontuosi di varie epoche, sviluppatosi soprattutto grazie al dominio dei Farnese. Attorniato da uno splendido prato verde (che solo qualche anni fa era un parcheggio), il complesso ospita varie istituzioni culturali, tra cui l’imperdibile Galleria Nazionale, con centinaia di pregiati dipinti collezionati dalle dinastie al potere, tra cui spiccano ‘La testa di fanciulla’ di Leonardo da Vinci, la bellissima ‘Schiava turca’ del Parmigianino, la statua di Maria Luigia di Antonio Canova. All’interno della Pilotta è conservato anche lo spettacolare teatro Farnese, interamente in legno, il primo con scena mobile in Europa (del 1628). Dal Palazzo della Pilotta il percorso per raggiungere la piazza principale, piazza Garbaldi, è assai breve: è qui dove i parmigiani si ritrovano per l’aperitivo e per un caffé con cornetto al mattino, per leggere i giornali o iniziare un giro di shopping.

Da piazza Garibaldi si cammina tra le strette vie medievali per raggiungere l’altro indiscusso capolavoro parmense: il complesso del Duomo, con il suo battistero. Gli edifici, di fondazione romanica, sono rivestiti con un marmo dalle tinte rosa-dorate che dona al complesso una leggerezza e un calore mirabili. All’interno del Duomo conviene sostare sotto la cupola, affrescata dal grande pittore rinascimentale Antonio Allegri, detto il Correggio, quindi dedicare una visita accurata al battistero, di forma ottagonale, monumento simbolo della transizione tra romanico e gotico (fu completato nel 1307) firmato da Benedetto Antelami, autore di tutti i bassorilievi e le sculture che lo ornano, con le raffigurazioni dei mesi, delle stagioni e dei segni dello zodiaco.

Parma, che ha fatto del buon vivere una vera e propria bandiera, cela tra le sue viuzze alcune incantevoli boutique, dalle profumerie con la celebre violetta di Parma (la fragranza tanto amata da Maria Luigia), ai negozi di abbigliamento, pelletteria o articoli per la casa di gusto raffinato. È girovagando tra le strade acciottolate che si raggiunge un altro mito della città: il Teatro Regio.

A Parma la musica è sovrana, e il Teatro Regio, voluto ancora una volta da Maria Luigia nel 1826, ne rappresenta il tempio: è qui che ogni anno, in una cornice immutata di ori e velluti rossi, si tengono le prestigiose stagioni di opera lirica e concerti, con la celebre orchestra stabile intitolata al grande direttore Arturo Toscanini, parmigiano doc. Ma la musica circola anche per la città, presenza amica tra sale da concerto e cappelle musicali, fino all’auditorium Paganini, ricavato da un ex zuccherificio su progetto di Renzo Piano.

Parma, come si vede, ama fare le cose in grande, ma con saggezza, lasciando alla fine il piacere forse più sottile e terreno, quello del gusto. Al termine della giornata trattorie dall’aspetto familiare o ristoranti raffinati attendono i visitatori: in tavola danzano profumi e sapori inconfondibili, come culatello e spalla di maiale cotta, anolini al Parmigiano e tortelli alle erbette (paste ripiene in brodo o al burro). Il gusto, come la musica e l’arte, è un monumento cittadino, un vessillo da tenere alto in nome del piacere – tutto emiliano – del ‘buon vivere’.