Weekend a Bologna, tra arte, sapori e 38 km di romantici portici

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 in , da Vitalba Paesano

Vitale, operosa, gaudente: Bologna, capoluogo della regione Emilia Romagna, bene rappresenta le caratteristiche di questa parte d’Italia, ricca e piena di fascino, provinciale, ma molto dinamica. La città, situata al centro della fertile Pianura Padana, a ottanta chilometri dal mare Adriatico e ai piedi degli Appennini, è un passaggio obbligato per chi dal Settentrione si reca al Centro o al Sud, e da questa posizione strategica ha tratto, nella sua lunga storia, notevoli benefici economici e culturali. Bologna ha, infatti, più di tremila anni di storia sulle spalle, in cui ha sempre dimostrato una vitalità e un senso di accoglienza quasi leggendari: furono gli antichi Romani a chiamarla Bononia, nome derivato dall’aggettivo latino bonus, buono. Tra i suoi appellativi c’è ‘la Dotta’, perché è qui che nel 1088 è stata fondata la prima università dell’Occidente (ancora oggi è un autorevole polo universitario), ma anche ‘la Rossa’, per i bei palazzi dipinti in questa calda tinta nel suo meraviglioso centro storico e per la tradizione politica progressista, e infine ‘la Grassa’, per la rinomata cucina (chi non conosce le lasagne o il ragù alla bolognese?)

Benché Bologna non possegga un capolavoro di fama mondiale che attragga il turismo di massa, può far conto su una ricchezza diffusa di opere d’arte, palazzi, chiese, musei e iniziative culturali da far invidia a città ben più note; e questi, inoltre, inseriti in un contesto di assoluto fascino come il suo centro storico, uno dei più vasti e meglio conservati d’Europa, godibilissimo perché trasformato interamente in area pedonale. A tutto ciò si aggiungono i celebri portici di origine medievale, che si snodano lungo 38 chilometri (tutti in centro), e l’animazione di bar, ristoranti, locali notturni e teatri.

Il cuore pulsante di Bologna è piazza Maggiore, al centro del nucleo storico, molto amata dai bolognesi, che la considerano il loro salotto buono. La si raggiunge a piedi dalla stazione ferroviaria percorrendo via Indipendenza, un’arteria lunga e rettilinea costeggiata su entrambi i lati da portici con negozi di ogni genere. La via sfocia nei pressi di piazza Maggiore, anticipata da una piazzetta più piccola, detta del Nettuno, per la bella fontana con la statua in bronzo del dio del mare che inforca il tridente, scolpita dal Giambologna, artista fiammingo del Cinquecento. Appena oltrepassata la fontana, lo sguardo si apre su piazza Maggiore, di forma rettangolare, dominata dalla cattedrale intitolata a San Petronio, vescovo cristiano del V secolo e patrono della città. San Petronio, edificata tra il 1390 e il 1956, è la quinta chiesa più ampia al mondo e conserva opere preziosissime (a partire dal portale d’ingresso con rilievi in marmo di Jacopo della Quercia o, nella navata sinistra, sul pavimento, la meridiana più grande oggi esistente, progettata dal matematico Giandomenico Cassini nel 1655). Colpisce la facciata della cattedrale, rivestita di marmi bianchi fino a metà, e per il resto ancora incompleta in rosso laterizio. Dalla gradinata della chiesa, voltando le spalle all’edificio, si ammira la piazza Maggiore in tutta la sua varietà e bellezza: a sinistra si innalza il bel palazzo Accursio (oggi sede del Comune di Bologna e della raccolta dei Civici Musei); di fronte alla chiesa, l’elegante Palazzo del Podestà con la torre dell’Arengo (e alle spalle il palazzo medioevale di Re Enzo); a destra, la facciata cinquecentesca del palazzo dei Banchi, progettata dall’architetto rinascimentale Vignola. Nonostante la loro diversità di misura e di stile, le varie masse architettoniche si fondono in bella armonia, grazie al rapporto con lo spazio libero e alle prospettive che esse creano. Basta svoltare a destra, lungo la facciata del Palazzo dei Banchi (dotato degli immancabili portici con boutique e caffè) per imbattersi nel palazzo dell’Archiginnasio, oggi biblioteca, che fu sede dell’università bolognese Alma Mater Studiorum (letteralmente ‘la madre che alimenta gli studi’). All’interno si abbraccia in un colpo d’occhio la gloriosa storia dell’ateneo ammirando i seimila stemmi di congregazioni di studenti sulle pareti del cortile, qui raccolti in mille anni di attività.

Bologna è anche la città delle torri: nel Medioevo ne riuniva un centinaio, di cui oggi rimangono solo diciassette; le più alte (ed entrambe pendenti) sono la torre degli Asinelli (97 m) e la Garisenda (46 m), che si ergono vicine al termine di via Rizzoli (la via a destra da piazza del Nettuno). Proseguendo per via Santo Stefano, si giunge alla “Gerusalemme” bolognese: si tratta del complesso abbaziale di Santo Stefano, situato al termine di una suggestiva piazzetta triangolare, che riunisce quattro chiese (ma un tempo erano sette) ispirate alla passione e morte di Cristo, volute dal vescovo Petronio dopo una visita a Gerusalemme. Sono di antichissime origini (dei i primi secoli del cristianesimo) e inglobano un antico tempio pagano dedicato a Iside. Oggi sono sede di un monastero e nella loro purezza e sacralità ben rappresentano il lato spirituale di Bologna, l’altra inattesa faccia di una città concreta, frizzante e piena di vita.