Avere 20 anni al tempo di Covid 19: l’amore, la vita e tutto il resto

Pubblicato il 22 Luglio 2020 in , da Anna Da Re

Potrebbe sembrare una questione irrilevante,  un tema di cui si dovrebbero occupare altri, e non noi signore e signori after fifty. Però dite la verità, quando vedete i vostri nipoti, i figli dei vicini di casa, o anche solo una coppia di adolescenti, non vi viene da chiedervi come può essere innamorarsi e stare insieme quando il mondo intorno ci impone il distanziamento sociale, quando non si sa se ci sarà la scuola come la conosciamo, quando le vacanze di gruppo sono guardate con diffidenza ed evitate, quando uscire la sera con gli amici è un comportamento po’ carbonaro e si sta comunque fuori, meno male che è estate? Quando il futuro non è incerto solo perché lo è di sua natura, ma perché nessuno lo sa immaginare o osa immaginarlo?

Oggi, per esempio, mentre andavo a prendere la macchina, ho visto due ragazzi, un lui e una lei, giovanissimi, carini, che hanno scavalcato un cancello per entrare nel cortile di una scuola, forse la loro scuola, in ogni caso attraente perché circondata da un parco e con un campetto da basket. È vicino a casa mia e ho notato che spesso ci sono ragazzini che giocano, oppure che si siedono sulle panche e chiacchierano. Entrano scavalcando una cancellata bassa e di ferro. Forse ci trovano pace e uno spazio solo loro. E sì, le cancellate le scavalcavamo anche noi, ma di sicuro a vederlo ora dà una sensazione diversa.

Il proibito fa parte dei primi amori. Gli ostacoli anche: troppa differenza di età, non lo/la conosciamo, prima devi studiare, quando sarai grande e indipendente farai quello che vuoi, intanto finché stai a casa nostra gli orari sono questi, e via di seguito. Non sono forse le stesse parole, ma i genitori hanno da sempre una certa ritrosia ad ammettere che i figli sono cresciuti e che il tempo dell’amore è arrivato anche per loro.

Con il Covid 19 le proibizioni stanno da un’altra parte, e non riguardano specificatamente gli adolescenti, ma tutti.

Solo che come fai a vedere quanto è carino un viso con la mascherina? Come fai a trovare il coraggio di parlare con quella ragazza che ti piace tanto, se non vai più a scuola e non hai più occasione di incontrarla? Veniva da un altro paese, tra l’altro, che non ti ricordi neanche bene come si chiama, e pensare di incrociarla per caso non è neanche da illudersi. Certo c’è Instagram, ma no, non si può cercare una su Instagram, o su qualsiasi altro social. Quelli li frequentano le ragazze che si vogliono mettere in mostra, la ragazza che piace a te invece se ne sta per i fatti suoi o con le sue amiche. E se l’anno prossimo la scuola non apre? E se intanto durante l’estate lei ha conosciuto un altro? Non è difficile immaginare il patema d’animo, l’angoscia, il senso di impotenza.

 

E poi c’è quel senso di essere al mondo nel momento sbagliato. Quanti secoli erano che non c’era una pandemia? Tutti a citare la peste, i Promessi Sposi e il Decameron, quando è cominciato questo incubo. Ma con tutti i secoli che sono passati, doveva capitare proprio ora? Ora che avevo cominciato a uscire con lui. Sono sicura che mi avrebbe baciato, se non ci avessero chiuso in casa. E ora non so neanche più se ho voglia di vederlo. Sono uscita, sabato sera. Lui non c’era, forse è partito per le vacanze con la famiglia. Però che mortorio. Tutti che ti guardano male, perché tu non puoi essere contagiata, ma puoi contagiare. Puoi essere un portatore sano… una portatrice sana? Ma come cavolo fai a saperlo? E la mascherina con questo caldo è assolutamente insopportabile, piuttosto che tenermela indosso tutto il giorno me ne resto a casa. Ieri sera in realtà verso la fine non ce l’aveva più nessuno, nemmeno i grandi. Però sembravano tutti diventati morigerati, nessuno che beveva davvero, niente fumo, una tristezza. E tutti che sembra che tenere la distanza sia la cosa più importante. Ma come si fa a conoscersi se si deve restare a distanza? Come si fa a sapere se uno è davvero carino come sembra, quando gli non gli puoi neanche stringere la mano? Per non parlare di quella roba del darsi il gomito, veramente deprimente.

E tutto questo mito delle vacanze in Italia. Per carità, non è che sia un brutto Paese, però vuoi mettere con andarsene finalmente lontani? A vedere qualche posto che non si conosce per niente? A non incontrare nessuno, ma nessuno nessuno, che sa chi sei e che potrebbe pure andare a raccontare che ti ha visto bere e fumare? Invece avremo sempre qualcuno tra i piedi. Se non sono i parents sono i nonni, va beh i nonni andrebbe anche bene, no, sono quegli amici finti, quelli che vogliono fare i giovani, i disinvolti, e poi vanno a raccontare tutto. E anche se non vanno a raccontare tutto, si ha sempre questa sensazione di essere guardati a vista. Altro che baciarsi. Altro che scoprire l’altro sesso.

E nessuno che sa niente. Quando finirà, quando troveranno il vaccino, come si trasmette davvero, se si muore proprio di quello, se è vero che c’è un complotto; non sanno niente. Non che sapessero molto prima, ma almeno un po’ fingevano. Ora candidi candidi ti dicono non lo so, si vedrà, vedremo, aspettiamo.

 

Così, queste sono le voci degli adolescenti che mi sono immaginata, la loro visione di questo strano periodo. Non so cosa potremmo fare per aiutarli. Certo lasciarli un po’ liberi, a correre dei rischi che fanno parte del crescere. E nello stesso tempo restare noi solidi, a rassicurarli non perché sappiamo cosa succederà (che è impossibile), ma perché staremo al loro fianco, non ci faremo spaventare dai falsi allarmi, staremo attenti, ma senza paranoie e sempre con buon senso. Sembra poco, ma forse non è così poco.

E intanto affrontiamo questa estate diversa e buone vacanze a tutti!