Un film da rivedere in DVD: “Come un gatto in tangenziale” di Riccardo Milani

Pubblicato il 3 Agosto 2019 in , da redazione grey-panthers
Come un gatto in tangenziale

sceneggiatura Riccardo Milani, Paola Cortellesi, Giulia Calenda, Furio Andreotti cast Antonio Albanese (Giovanni) Paola Cortellesi (Monica) Sonia Bergamasco (Luce) Luca Angeletti (Giulio) Antonio D’Ausilio (Francesco) Alice Maselli (Agnese) Simone De Bianchi (Alessio) Claudio Amendola (Sergio) Paolo Di Clementi (carrozziere) Patrizia Loreti (Lavinia) Alla Krasovitzkaya (Volanka) Alessandra Giudicessa (Pamela) Valentina Giudicessa (Sue Ellen) Franca Leosini (se stessa) genere commedia prod Ita, 2017 durata 98 min

Il paragone del titolo serve, nel linguaggio un po’ fiorito di Monica, a indicare quanto può durare qualcosa. Qualcosa di molto precario, ovviamente. Come un amore adolescenziale. Quello sbocciato tra suo figlio Alessio e Agnese: 26 anni in due. Ma fosse solo questo… Lui, il ragazzino, vive con la madre e due zie obese, ladre incallite, nel quartiere Bastogi, periferia romana degradata carica di immigrati e con metà della popolazione maschile al gabbio. La donzelletta invece vien dalla Roma bene: appartamento in centro storico, quadri d’autore alle pareti, amicizie importanti e scuole multilingue private. Logico che la liaison sia vista di cattivo occhio dai genitori. Sia perché i pargoli sono ancora minorenni, sia perché è la prima cotta, sia per le disuguaglianze sociali: lei va in vacanza a Capalbio, lui a Coccia de Morto (Fiumicino). Ma la diffidenza, sia chiaro, non riguarda solo la direzione alto-basso, ma anche e soprattutto il contrario. Perché non c’è niente di peggio di un povero che si innamora di un ricco. Per farla breve, mamma di lui (col compagno “in vacanza” a Rebibbia) e babbo di lei (separato e con l’ex moglie in Provenza a coltivare lavanda) si vincolano a una forzata compagnia nel tentativo di sorvegliare i ragazzi e proteggerli innanzitutto da loro stessi. Finché nasce persino qualcosa: un contributo europeo per uscire dalle leggi della borgata e una pizza in due su una panchina di piazza Cavour, la vigilia di Natale. L’ex giovane aiuto di Nanni Moretti, l’ormai sessantenne Riccardo Milani, regista più televisivo che cinematografico, compila la storia tenendola saldamente nelle briglie di una comicità appunto televisiva, ossia sobria e poco tagliente, ma di buona presa. Efficace e con i tempi giusti nell’alternare sorriso e carezza, sberleffo e ceffone. Determinante ed efficace il contributo di tutti gli attori. A cominciare da Paola Cortellesi, alias signora Milani, in un ruolo cucito a pennello (anche in fase di sceneggiatura) con capelli tinti, tatuaggi diffusi e magliette con strass. Antonio Albanese è la spalla di lusso in un ormai collaudato tandem cinematografico (vedi “Mamma o papà?” – guarda caso! – dello stesso Milani) che promette seguiti. Quasi un cameo per Amendola in un ruolo da coatto, quello che da “Mery per sempre” (1989) e “Ultrà” (1991) in poi gli riesce sempre meglio.

 

E allora perché vederlo?

Per rendersi conto di quanto sia ancora ampio nel nostro paese il gap sociale.

Come un gatto in tangenziale