Barbara Altissimo porta, protagonisti a teatro, senior e bambini

Un progetto teatrale che vuole raccontare e porre domande sull’infanzia e sulla vecchiaia. “Tienimi con te – le periferie dell’Anima” nasce dall’incontro di due artiste, Michela Cescon e Barbara Altissimo. Il linguaggio artistico utilizzato è quello tipico del teatro-danza, e sul palco si incontrano bambini e senior

“Tienimi con te – le periferie dell’Anima” è un progetto che vuole raccontare e porre domande sull’infanzia e sulla vecchiaia. Questi due vocaboli si rivelano periferie dell’esistenza, due punti estremi del ciclo vitale, là dove tutto inizia e là dove tutto finisce.
Si pensa che in questi due estremi ci siano delle connessioni, delle similitudini nei corpi e nel bisogno di cura rispetto a una fragilità. E’ nata quindi l’idea è di far incontrare e dialogare sul palco questi due “luoghi” dell’esistenza; un palcoscenico popolato da bimbi e senior che interagiscono, leggendosi gli uni negli occhi degli altri. L’idea teatrale, a cura di Teatro di Dioniso di Torino in collaborazione con LiberamenteUnico, nasce dall’incontro di due artiste, Michela Cescon e Barbara Altissimo.

Il progetto è stato diviso in due parti: una prima fase di ricerca che ha portato a incontrare molte tipologie d’infanzia e vecchiaia.La prima e la seconda infanzia, bambini stranieri, anziani residenti in co-housing, frequentatori di centri di aggregazione e ospiti in Rsa. Nella seconda parte si è entrati nel vivo della creazione che vedrà poi protagonisti sul palco alcuni bambini e senior. Il linguaggio artistico utilizzato è quello tipico del teatro-danza, quindi il corpo, la danza, la voce, la musica e le immagini sono parte integrante del progetto narrativo e artistico.

Lo spettacolo conclusivo del progetto, “Tienimi con te – le periferie dell’Anima” è a cura di Teatro di Dioniso e LiberamenteUnico, Michela Cescon, Barbara Altissimo, con la creazione/regia di BarbaraAltissimo, la drammaturgia di Emanuela Currao; insieme ad alcuni artisti in scena ci saranno persone comuni incontrate nei laboratori con la società civile.

Due periferie dell’esistenza, là dove tutto inizia e là dove tutto finisce. Quindi un palcoscenico popolato da bambini e anziani che interagiscono e si raccontano. Tra le tematiche più forti la similitudine che si manifesterà tra questi due estremi: senior che tornano bambini e bambini che non sono ancora adulti, con le difficoltà comuni di deambulazione e di indipendenza. Un altro tema importante è la cura, entrambe queste categorie umane, infatti, non possono sopravvivere da sole. Un’altra luce sull’intera creazione si accenderà sulla parola purezza.

Lo spettacolo sarà in scena il prossimo 10 dicembre al Teatro Erba di Torino.

Per informazioni e dettagli dello spettacolo:
LiberamenteUnico, www.liberamenteunico.it

 


Altissimo, creatrice e regista di “Tienimi con te – le periferie dell’Anima”

Barbara Altissimo è un’artista e formatrice che ha fatto del teatro il luogo privilegiato per esplorare il corpo, la memoria e l’unicità dell’essere umano. Inizia molto presto lo studio della danza classica e contemporanea perfezionandosi alla Martha Graham school di New York e all’American Musical and Dramatic Academy dove si diploma in musical theatre. Tappa fondamentale che ha segnato la sua formazione e la sua direzione artistica è stato l’incontro con il teatro-danza di Pina Bausch, avvenuto attraverso la danzatrice Julie Anne Stanzak. Nel 2002 fonda LiberamenteUnico, centro di ricerca, produzione e formazione teatrale.

Al centro della sua ricerca e della sua poetica ci sono le persone e le loro storie. Nei suoi lavori performativi il corpo è strumento di ascolto e di rivelazione, capace di raccontare ciò che le parole spesso non sanno dire. Il gesto, il movimento, la voce e la presenza scenica diventano segni di una drammaturgia che dialoga con chi guarda.

Un tema centrale della sua poetica è la memoria: quella personale, familiare e collettiva. Nella sua opera la memoria non è mai semplice ricordo, ma materia viva da interrogare e trasformare, fondendo autobiografia e coralità. La scena diventa un luogo dove l’esperienza personale incontra quella collettiva, e dove il privato si trasforma in linguaggio universale.

redazione grey-panthers:
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