Al teatro Quirino per “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di O. Wilde

 

Una cinquantina di anni fa, quando ho sentito per la  prima volta il titolo di questa commedia, me ne sono domandato il significato visto che Ernesto, …era il nome di mio padre. Anche nel titolo questa è una commedia degli equivoci: “The importance of Being Earnest” e nella lingua inglese “earnest” (onesto) e “Ernest”  si pronunciano allo stesso modo. Chiaramente questo gioco di parole si perde completamente nel titolo italiano.

La trama, come in tutte le commedie degli equivoci, è semplice ed allo stesso tempo complicata da riassumere. Cerco di raccontarla.

Jack Worthing, quando è gentiluomo di campagna, inventa un suo fratello Earnest quando si comporta in modo spensierato a Londra. Algernon Moncrieff è il nipote di Lady Augusta Bracknell ed amico di vita allegra di Earnest. Bumbury è l’amico, immaginario e malato, di Algernon e gli serve per scappare da Londra per evitare momenti imbarazzanti. Ci sono poi due giovani donne che Oscar Wilde usa per complicare-dipanare la sua commedia degli equivoci. Gwendolen, figlia di lady Augusta e Cecily, che ha Jack/Earnest come tutore e vive in campagna.

L’intreccio ha inizio quando Algernon decide di recarsi segretamente in campagna per scoprire la misteriosa Cecily e si presenta come Earnest, fratello londinese di Jack. E’ questo l’inizio degli equivoci. In campagna arrivano anche Lady Augusta con la figlia Gwendolen e Jack. A questo punto esistono due falsi Earnest e due giovani donne innamorate di due uomini che ritengono abbiano il magico nome di Earnest.

E’ questo il momento in cui si ha il massimo degli equivoci ed è l’inizio del loro dipanarsi ….e tutti vissero felici e contenti.

L’interpretazione degli attori è importantissima per il successo della commedia e Geppy Gleijeses, nella parte di Jack, la grande Lucia Poil, Lady Bracknell, e Marianella Bargilli, negli abiti maschili di Algernon, sono i protagonisti indiscussi di una piacevole serata. Insieme a loro Valeria Contadino, Gwendolen, Giordana Morandini, Cecily, Renata Zamengo, Miss Prism, e Orazio Stracuzzi, Lane e Merriman.

Geppy Gleijeses ha curato anche la regia e lo spazio scenico. La proiezione scenica è di Teresa Emanuele, i costumi di Adele Bargilli,  le musiche di Matteo D’Amico e le luci di Luigi Ascione.

Una serata piacevole, molti applausi a scena aperta e a fine spettacolo e vorrei concludere queste note con le parole di Oscar Wilde che riassume la commedia in poche sferzanti parole: “Dovremmo trattare molto seriamente tutte le cose frivole e con sincera e studiata frivolezza tutte le cose serie della vita”.

Attilio A. Romita: il mio anno di nascita, 1938, coincide con la nascita di Z1, il primo vero Elaboratore Elettronico programmabile, realizzato dall’ing. Tedesco KonradZuse (1910-1995). Ventisette anni dopo, nel 1965 ho iniziato a trafficare con bit e byte. Mi sono occupato di grandi calcolatori e reti di medi e piccoli macchine. Ho scritto programmi, disegnato procedure e progettato soluzioni per assicurazioni, banche, telemedicina, telco. Mi sono occupato di organizzazione, marketing e controllo di gestione ed ho coordinato progetti europei. La mia carriera di dipendente è terminata nel 2003 ed è iniziata la mia carriera di consulente durante la quale ho tentato di aiutare gli altri ad utilizzare le molte nozioni ed esperienze raccolte in tanti settori diversi dello ICT (Information Communication Tecnology) Roma Aeroporto Fiumicino
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