“Resta con me”, di Baltasar Kormàkur

Pubblicato il 25 Agosto 2018 in , , da redazione grey-panthers

sceneggiatura Aaron Kandell, Jordan Kandell, David Branson Smith cast Shailene Woodley (Tami Oldham) Sam Claflin (Richard Sharp) Grace Palmer (Deb) Jeffrey Thomas (Peter Crompton) Elizabeth Hawthorne (Christine Crompton) genere drammatico prod Usa, 2018 durata 93 min

Lei è coraggiosa come un uomo, lui sensibile come una donna. Entrambi amano il mare e il vento. Fatale il primo incontro, a Tahiti: uno sguardo dal ponte di una barca a vela ed è amore a prima vista. Un amore pulito, sincero, bello come l’orizzonte che si perde tra le onde. Con tutta la vita davanti. Vita breve, però, come nella più classica delle tragedie greche, perché gli dei sono invidiosi della felicità degli umani. Specialmente gli dei marini. Così, dopo un incontro casuale, il colpo fortunato: un bell’assegno a cinque zeri per riportare a San Diego (Stati Uniti) un magnifico due alberi. Quanto basta per solcare insieme i sette mari nel resto dell’anno, una volta eseguito il lavoretto. Lei è contraria, perché a San Diego ci è nata ed è l’ultimo porto al mondo dove vorrebbe gettare l’ancora, ma l’occasione è troppo ghiotta e l’amore troppo fresco per ammettere esitazioni. E così ecco i piccioncini navigare le onde del Pacifico, vento in poppa e sole in fronte. Fino a quando un uragano tropicale non spezza barca ed equipaggio.

Il resto sono 41 giorni alla deriva nel tentativo di salvare la pelle. E i bei ricordi di un passato troppo recente. La storia si dipana proprio dal risveglio di lei, dopo la tempesta, nella cabina semiallagata dello yacht il quale, nella bufera, ha perso alberi e vele ed è rimasto seriamente danneggiato. Siamo nei primi anni Ottanta del secolo scorso e dunque gps, satelliti e altre cose simili sono ancora di là da venire. Restano solo le carte nautiche, un sestante e la ferrea volontà di sopravvivere. E di salvare il compagno seriamente ferito. Da qui, con alternanza da orologio svizzero di flash back sugli antefatti, seguiamo l’epica avventura di Tami e del suo tentativo di raggiungere una terra abitata. Con il compagno che può solo aiutarla col pensiero. Questo espediente narrativo aiuta a spezzare la fatale monotonia di giornate tutte uguali passate a cercare cibo e acqua dolce e a mantenere il relitto in una sorta di rotta, sperando di non sbagliare i calcoli. In complesso il film è gradevole e avvincente quanto basta, gli attori ben in parte e convincenti, misurati e freschi. Persino gli effetti speciali sono mantenuti entro la soglia di tolleranza (si sa che sono come la morfina: da prendere a piccolissime dosi) mentre la musica, purtroppo, è melensa e fastidiosa. Come sempre, ormai, in questi casi.

 

E allora perché vederlo?

Perché tutti, ma proprio tutti, abbiamo sognato almeno una volta di fare un viaggio in barca a vela.