A 70 anni dalla monografica vaticana su Beato Angelico e a 500 anni dalla morte del pittore, fino al 25 gennaio 2026 una nuova mostra a lui dedicata: 140 opere allestite tra Palazzo Strozzi e il Museo di San Marco, a Firenze
Fra Giovanni da Fiesole, passato alla storia come Beato Angelico (beatificato al tempo di san Giovanni Paolo II, nel 1982, e chiamato «Angelico» per la prima volta da fra Domenico di Giovanni da Corella per l’Armadio degli Argenti da lui dipinto, esposto nella mostra), è stato il pittore che ha incarnato lo spirito tardo gotico della sua epoca, per poi superarlo, rendendosi portavoce del Rinascimento fiorentino. Il suo valore fu tale da essere desiderato anche a Roma: papa Eugenio IV lo chiamò in Vaticano per occuparsi della Cappella Niccolina.
In apertura: Beato Angelico, Giudizio universale (dettaglio), 1425-1428 circa, Firenze, Museo di San Marco
A Palazzo Strozzi di Firenze, fino al 25 gennaio 2026, le opere dell’Angelico dialogano con altri artisti della sua epoca, come Lippi, Monaco, Pesellino, per un confronto virtuoso. Un confronto che continua anche negli ambienti del Museo di San Marco, dove si aggiunge, oltre agli affreschi, una sezione interamente dedicata alle miniature, esposte nella biblioteca del convento. La produzione artistica dell’Angelico è una sintesi dei valori rinascimentali; guardando ad essa, si comprende quali fossero le declinazioni del sacro all’epoca: l’arte è sempre più strumento di preghiera, spaziando da una dimensione comunitaria, liturgica, ecclesiale, a una che va facendosi privata, intima, personale, da coltivare tra le mura della propria casa.
Beato Angelico e le emozioni dei personaggi
Questa mostra, oltre al merito di aver riunito articolate pale d’altare, smembrate e diffuse nei musei del mondo, riconsegnandone la visione d’insieme, risalta anche per la drammaticità di alcuni passaggi. Dalla dolcezza dei volti delle Madonne, ci si imbatte frontalmente nella tristezza abitata negli occhi del Cristo come Re dei Re: una carrellata di labbra drammaticamente ricurve e occhi insanguinati di pianto smuove inevitabilmente il sentimento di compassione dell’osservatore. O ancora, la sezione dedicata alle crocifissioni sagomate, esempi di sintesi tra pittura e scultura, dà vita a un risultato plastico unico.
La matrice domenicana è determinante nel riconoscimento delle opere dell’Angelico: il dialogo con Dio, lo studio dei testi di San Tommaso e Sant’Agostino, le mistiche e tutto il sapere teologico e scientifico approfondito condizionano un modo di meditare e contemplare. La sensibilità di spirito, assieme all’abilità pittorica, ha permesso di dare forma al dialogo personale che fra Angelico nutriva e alimentava con il Signore. Ne deriva un linguaggio di una tenerezza sconcertante: l’uso dei colori è accogliente alla vista, una dolcezza cromatica che guida verso la forza del gesto, delle espressioni nei volti e nelle pose così squisitamente umani. L’Angelico è rivoluzionario proprio nella misura in cui riesce a calare il divino nell’umano, a partire dall’uso della prospettiva, rendendo in materia pittorica la preghiera domenicana che sorge dal silenzio, nella contemplazione del Logos incarnato.
Beato Angelico tra prospettiva e uso della luce
Celebre per un linguaggio che, partendo dall’eredità tardogotica, utilizza i principi della nascente arte rinascimentale, Beato Angelico (Guido di Piero, poi Fra Giovanni da Fiesole; Vicchio di Mugello, 1395 circa – Roma, 1455) ha creato dipinti famosi per la maestria nella prospettiva, nell’uso della luce e nel rapporto tra figure e spazio. La mostra offre una occasione unica per esplorare la straordinaria visione artistica del frate pittore in relazione a un profondo senso religioso, fondato su una meditazione del sacro in connessione con l’umano. L’esposizione riunisce tra le due sedi oltre 140 opere tra dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da prestigiosi musei quali il Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, i Musei Vaticani, la Alte Pinakothek di Monaco, il Rijksmuseum di Amsterdam, oltre a biblioteche e collezioni italiane e internazionali, chiese e istituzioni territoriali.
Frutto di oltre quattro anni di preparazione, il progetto ha reso possibile un’operazione di eccezionale valore scientifico e importanza culturale, grazie anche a un’articolata campagna di restauri e alla possibilità di riunificare pale d’altare smembrate e disperse da più di duecento anni.
Dettagli della mostra
“Beato Angelico” – fino al 25 gennaio 2026
Firenze, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco
Orari: Tutti i giorni 10.00-20.00 – Giovedì fino alle 23.00
Prezzi: intero 15 euro – ridotto over65 12 euro
Informazioni: Tel. +39 055 26 45 155 (Dal lunedì al venerdì 9.00-18.00) – prenotazioni@palazzostrozzi.org