L’Hotel Santa Caterina per scoprire la Costiera Amalfitana.

Pubblicato il 26 Febbraio 2014 in da redazione grey-panthers

Uno dei luoghi più seducenti della penisola italiana si trova fra i comuni di Positano e Vietri, è  la Costiera Amalfitana, vero gioiello affacciato sul Mar Tirreno. Ecco alcuni idee, in previsione di una calda estate.

Amalfi da vivere

E’ il cuore di tutta la costiera che da lei prende il nome. Amalfi è una delle località più conosciute di tutta la Campania, un’icona italiana. E qui non c’è da annoiarsi! Amalfi offre itinerari storici di sicuro interesse con passeggiate guidate alla visita di monumenti, chiese e cripte. Percorsi che partono dal suo Duomo, il più celebre tra i suoi edifici religiosi, di stile arabo-siciliano, e che toccano l’Arsenale della Repubblica e i resti di chiese e antichi conventi. Da Amalfi si può partire in barca alla scoperta di tutta la costiera e delle sue bellezze, percorsi incantevoli tra calette e grotte, ideali per gli amanti del mare.

Paese romantico alle pendici della montagna, dalla forma di una piccola caletta ad anfiteatro rivolto verso il mare. Un intrico ordinato di case, di vicoli e di scalinate che si diparte dalla sua piazza principale per arrampicarsi sui monti alle sue spalle. Residenza dei Duchi della Repubblica Amalfitana, saccheggiata dai Pisani, sede di una folta colonia di Saraceni. Non molti lo sanno, ma Atrani è il paese natale del famoso Masaniello che guidò la rivolta napoletana contro gli Spagnoli.

Atrani

Atrani è uno dei più piccoli comuni d’Italia, un borgo di pescatori che conserva gelosamente la propria struttura architettonica originaria e le proprie tradizioni agricole. Mentuccia, basilico e peperoncino riempiono i davanzali delle finestre e il loro profumo inebria i vicoli del paese. La cordialità della gente del posto invita a fermarsi e chiacchierare, ascoltando suggerimenti e consigli sulle cose da vedere, o i dolci da assaggiare durante la visita ad Atrani. In “orticelli” di antica tradizione vengono coltivati ortaggi colorati e saporiti, base di ricette tipiche come le melanzane sott’olio. Ma ancora uliveti, vigneti e limoneti sono coltivati in terrazzamenti ordinati nella campagna attorno al paese. Ed è indubbiamente la pesca l’attività più importante per questo paese ed è suggestivo guardare, la sera, la luce delle lampare delle barche dei pescatori al largo. Luci che si muovono come in un balletto delicato e che stimolano la fantasia.

Conca dei Marini

Antica colonia romana, questo piccolo ed antico borgo di pescatori è passato sotto la dominazione degli Svevi e degli Angioini ma ha subito anche gli attacchi dei pirati che l’hanno saccheggiata più volte, arrivando dal mare. A testimonianza di questo suo passato rimane la Torre Saracena del 1500 che domina il paese dall’alto e consentiva di avvistare chiunque si avvicinasse alla spiaggia così da difendere la popolazione dagli attacchi dal mare. A Conca dei Marini è inoltre possibile vedere un’antica tonnara, la prima della costiera, datata 1700, che è stata in funzione per circa due secoli. Un’altra attrazione da non perdere è la Grotta dello Smeraldo, scoperta nel 1500 da un pescatore del borgo. Ricca di stalattiti e stalagmiti, al suo interno è possibile ammirare un presepe di ceramica bianca che è stato adagiato sul fondo della grotta nel 1956 e uno straordinario gioco di luci colorate che non ha nulla da invidiare ad altre più famose grotte della zona.

Furore

Con il suo Fiordo, unico in Italia, Furore ha rappresentato nei secoli un rifugio sicuro per i naviganti e, liberando la fantasia, possiamo immaginarlo come covo di pirati, che potevano nascondersi facilmente in questo straordinario porto naturale, ma anche riparo per i banditi che battevano la zona. Tra questi un certo Ruggeri di Agerola, protagonista, addirittura di una novella del Decamerone di Boccaccio. Basterà chiudere gli occhi e, tra il rumore delle onde che scolpiscono inesorabili la roccia e il vento che muove la vegetazione mediterranea, sembrerà di sentire ciurme di pirati indaffarati a issare le vele o i passi furtivi dei banditi alla ricerca di un nascondiglio. Nella stagione estiva al Fiordo è possibile anche gustare alcune specialità della zona in un piccolo ristorante aperto solo in questo periodo, ma anche acquistare i prodotti dell’artigianato locale in una bottega dai suggestivi colori mediterranei. Ma il fascino di Furore non è legato solo al suo Fiordo ma risiede anche nella particolarità con cui il borgo si è sviluppato nei secoli, con le sue case aggrappate sulle pendici di un costone roccioso. Tra le sue viuzze e le rampe di scale che si ramificano lungo tutto il paese, registi famosi come Federico Fellini e Roberto Rossellini hanno girato alcuni dei loro indimenticabili film. Tra un ciak e l’altro del film di Rossellini “Amore” di cui Anna Magnani era la protagonista, si racconta sia nata la loro tormentata storia d’amore che suscitò le gelosie di Ingrid Bergman.

Maiori

Perla magnifica della Costiera Amalfitana, di spettacolare bellezza. Il suo antico nome “Reghinna Major” fa pensare ai suoi fondatori, forse gli Etruschi. Di sicuro, però, i Romani qui costruirono bellissime ville lasciando tracce evidenti del loro passaggio. Il suo territorio è ricco di chiese e santuari antichissimi che conservano notevoli opere d’arte sacra e non solo, con dipinti del trecento e del cinquecento che meritano di essere visti. Ma se l’obiettivo è impigrirsi sdraiati su un lettino a prendere il sole, non c’è che da scegliere tra i numerosi stabilimenti balneari attrezzati che si trovano sulla lunghissima spiaggia sabbiosa di Maiori. Sagre, feste religiose e eventi culturali completano il panorama delle attività in questo borgo ridente che attira ogni anno un turismo internazionale sempre più di qualità. Per godere di un mare unico, allontanandosi dai posti più frequentati, si possono visitare le calette poco distanti dall’abitato come la Spiaggia del Cavallo Morto, a forma di ferro di cavallo, raggiungibile solo via mare. Strano nome il suo, che deriva dall’antica usanza degli abitanti del luogo di scaraventare dall’alto delle pareti rocciose che difendono la caletta gli animali morti o non più utilizzabili.