Selma

Pubblicato il 6 Febbraio 2015 in , , da Auro Bernardi

regia Ava DuVernay sceneggiatura Paul Webb cast David Oyelowo (Martin Luther King) Tom Wilkinson (Lyndon Johnson) Cuba Gooding jr (Fred Gray) Carmen Ejogo (Coretta King) Tim Rooth (George Wallace) Oprah Winfrey (Annie Lee Cooper) John Doar (Alessandro Nivola) durata 127′

Un polpettone politicamente corretto, più televisivo che cinematografico, e più inglese che americano. Onesto, equilibrato, sobrio, ben dosato tra affari pubblici e privati tormenti, questo frammento della vita di Martin Luther King e della lotta dei neri americani per la completa emancipazione, scorre per due ore e passa sullo schermo senza infamia e senza guizzi d’ingegno, al servizio di una nobile causa: ricordare. Ricordare una storia ancora in parte da scrivere visto quanto è successo pochi mesi fa nelle metropoli e nel Profondo Sud degli States tra poliziotti (bianchi) e giovani (o bambini) di colore. Il film ci riporta nell’Alabama del 1965, dove il governatore (democratico) George Wallace impedisce nei fatti ciò che ai neri spetta per legge e reprime nel sangue ogni manifestazione pubblica di dissenso. Alla Casa Bianca siede Lyndon Johnson, più occupato (e preoccupato) della politica estera, ossia della Guerra in Vietnam, che del fronte interno su cui emerge la figura di King, leader carismatico nonché fresco vincitore del Nobel per la pace. Il movimento non violento di King sostiene la popolazione nera della cittadina di Selma nella sua lotta dando vita a una celebre marcia verso Montgomery, la capitale dello stato, con migliaia di partecipanti di tutte le razze e le religioni venuti da ogni parte degli Usa. Nella produzione del film c’è lo zampino di Oprah Winfrey, ossia di una donna coloured tra le più potenti d’America che si ritaglia anche una particina, ma il cast (Oyelowo, Roth, Wilkinson) e il produttore Kleiner sono inglesi. Come se gli Stati Uniti non fossero ancora pronti per scrivere al cinema la loro storia recente. Specie nelle sue pagine più “nere”.