I libri di Victor Hugo, poeta e romanziere che il cinema ha reso ancora più immortali

Pubblicato il 7 Luglio 2021 in , , da Pierfranco Bianchetti
libri di Victor Hugo

I libri di Victor Hugo saccheggiati dal cinema: un genio capace di spaziare tra poesie, poemi, libri di viaggio, romanzi e opere teatrali

Il 22 maggio 1885 muore a Parigi Victor Hugo e il 1° giugno la Francia intera si ferma per assistere ai suoi funerali. La salma viene esposta sotto l’Arco di Trionfo e vegliata da dodici poeti prima che le spoglie vengano trasportate al Pantheon. Non poteva essere diversamente per un genio capace di spaziare tra poesie, poemi, libri di viaggio, romanzi, saggi letterari e opere teatrali. La sua fama era così vasta in tutto il mondo che anche i suoi colleghi più noti lo riconoscevano pienamente: “Il più grande scrittore di Francia è Hugo, purtroppo” (André Gide); “Era un pazzo: credeva di essere Victor Hugo” (Jean Cocteau); “Eccellente fabbro di versi, ma soporifero” (Stendhal). Nato a Besançon il 26 febbraio 1802, il giovane Victor entra a quattordici anni all’École Polytechnique di Parigi, ma si dedica prevalentemente alla poesia. Dopo aver abbandonato gli studi tecnici abbraccia definitivamente la letteratura. Nel 1827 esce il suo romanzo storico “Cromwell” ottenendo grande successo. Inizia così una carriera  di alto profilo cui si accomuna il suo ingresso nella vita politica.

Hugo, considerato presto il maggior drammaturgo e romanziere romantico della Francia del XIX secolo, pubblica nel 1931 “Notre-Dame de Paris”, un libro che suscita enorme interesse, cui seguiranno un altro capolavoro, “I miserabili” (1862-1881) e poi “L’uomo che ride”, “Il ’93” e “I lavoratori del mare”.

Travagliata sarà invece la sua vita privata costellata di numerosi lutti familiari e quella politica che gli causerà molti guai. Le sue lotte a difesa della rivoluzione del ’48 e i suoi attacchi a Napoleone III, rappresentano il suo sostegno all’ideologia socialista a favore degli oppressi e degli umili che vivono ai margini della società. Il cinematografo, nato dieci anni dopo la scomparsa, saccheggerà i libri di Victor Hugo. In particolare I miserabili e Notre-Dame de Paris sono ancora oggi due romanzi utilizzati per nuove versioni filmiche e televisive.

libri di Victor Hugo

I Miserabili, che abbraccia quasi diciassette anni della sua vita, vede luce in una prima stesura realizzata tra il’45 e il ’48, poi interrotta a causa della “Rivoluzione”. “Il 30 dicembre 1860, nella sua residenza di Hauteville House battuta dai venti della manica- scrive Marc Le Cannu nell’introduzione Hugo – I miserabili, Oscar Mondadori-  rilegge il suo vecchio manoscritto e si preoccupa di dare unità al lavoro che riprende. Il 3 settembre il romanzo è finito e un mese dopo lo scrittore cede i suoi diritti agli editori Lacroix e Verboeckhoven di Bruxelles per la somma confortevole di 240.000 franchi-argento”. Il 3 aprile 1862 il libro esce a Parigi e Bruxelles e nel giro di poche ore vengono vendute 3500 copie. Il successo anche nei mesi successivi è enorme. Davanti ai librai si formano lunghe code di parigini che aspettano di acquistare il volume. Il regime di Napoleone II non è certo entusiasta della cosa, ma non ha il coraggio di imporre una censura su “I miserabili” che viene presto tradotto in Scandinavia, in America Latina, Spagna, Italia e Germania e in alti paesi.

La storia sfortunata di Jean Valjean arriva al cinema in ben trentaquattro versioni, ma anche in televisione. Nel 1964 la Rai per dieci domeniche consecutive inchioda i telespettatori italiani in casa affascinanti dalle traversie di Gastone Moschin (Valjean), inseguito dal perfino Javert, interpretato da Tino Carraro. E ancora la tv francese nel 1985 realizza in quattro puntate una versione del romanzo per la regia di Robert Hossein, con Lino Ventura nei panni di Jean, affiancato dall’ottimo Michel Bouquet in quelli del poliziotto crudele.

Notre-Dame de Paris è “un classico senza tempo. Un classico popolare. La grandiosa rivisitazione di una Parigi tardomedioevale in cui si mescolano lo spettrale profilo della basilica di Notre-Dame, abitata dal gobbo Quasimodo e la notturna Corte dei miracoli, dove risplende la bellezza di Esmeralda..”. Così scrive Goffredo Fofi nell’introduzione del romanzo del 1831 nell’edizione Universale Economica Feltrinelli/Classici, che non ha mai smesso di attrarre anche il mondo del cinema, a cominciare del mitico film del 1939 di William Dieterle, con Charles Laughton nelle vesti di Quasimodo, ma anche quello della musica, con Riccardo Cocciante autore di un musical rappresentato in tutto il mondo.

I libri di Victor Hugo: I Miserabili sul grande schermo

Tra i libri di Victor Hugo c’è questo monumentale romanzo di più di mille pagine, nel 1933 è già nelle sale cinematografiche in una pellicola diretta da Raymond Bernard ed interpretata tra gli altri da Charles Vanel, Florelle, Harry Baur. Questa versione del romanzo in tre parti è considerata un adattamento per il grande schermo tra i migliori, grazie alla sceneggiatura di André Lang e dello stesso regista. I tre lungometraggi di 109, 85 e 86 minuti, vengono proiettati nel corso di una sola giornata per dare modo allo spettatore più appassionato, di seguire tutta la tragica vicenda del vecchio forzato perseguitato da una giustizia implacabile.  Nel 1947 Riccardo Freda gira a Cinecittà un  film in due parti, Caccia all’uomo e Tempesta su Parigi, molto apprezzato in Francia, con un cast di alto livello comprendente Gino Cervi, Valentina Cortese, Andreina Pagnani, Gabriele Ferzetti, Marcello Mastroianni.

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Nel 1935 Hollywood, dopo tre versioni mute del 1909, 1917, 1925 e 1929, affronta nuovamente il capolavoro francese intitolandolo Il sergente di ferro, diretto da Richard Boleslawski, con due mostri sacri quali Fredric March e Charles Laughton (è nominato miglior film di quell’anno in America). Nel ’52 è il veterano Lewis Mileston a girare un nuovo I miserabili senza lode né infamia, mentre nel ’58 è ancora la Francia a riproporre il romanzo per immagini diretto da Jean- Paul Le Channois, con Jean Gabin, la cui corporatura ben si adatta al personaggio di Valjean. Al suo fianco vi è un inquietante e memorabile Bernard Blier nei panni di Javer.

Con il passare degli anni nuove generazioni di registi ed interpreti tornano a raccontare l’amore, il dolore, la felicità, la morte e la rinascita, temi presenti nell’opera di Hugo: nel 1995 I miserabili di Claude Lelouch con Jean- Paul  Belmondo, considerato un altro grandissimo Jean Valjean; nel 1998 con una produzione statunitense diretta da Bille August, con Liam Neeson, Uma Thurman, Geoffrey Rush e nel 2000  una coproduzione franco-tedesca per la regia di Josée Dayan, con un altro cast stellare formato da Gérard Depardieu (Valjean), Christian Claver, John Malcovich, Jeanne Moreau e Charlotte Gainsbourg.

I libri di Victor Hugo: Notre-Dame de Paris al cinema

Tra i libri di Victor Hugo, anche per questo capolavoro letterario le origini cinematografiche arrivano da molto lontane. Nel 1906, 1911, 1917, il romanzo è già sugli schermi cinematografici. Nel 1923 Wallace Worsley chiama il grande Lon Chaney ad interpretare il campanaro deforme di Notre-Dame innamoratosi della bella Esmeralda (Patsy Ruth Miller). La pellicola fa accorre nei cinematografici tantissimi americani. L’attore mette in mostra tutta la sua abilità e il suo talento mimetico in un’opera celebre anche per l’affascinante rappresentazione della Corte dei Miracoli e della cattedrale parigina. Nel 1956 tocca a Jean Delannoy dirigere una coproduzione italo-francese con Gina Lollobrigida e Anthony Quinn, che nonostante la grandiosità delle scenografie e dei costumi, non riesce di fatto ad entusiasmare i critici e il pubblico.

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“Notredame de Paris – Il gobbo della cattedrale” con Anthony Quinn e Gina Lollobrigida

I libri di Victor Hugo: Adele H., una storia d’amore

Questo omaggio a Victor Hugo, visto attraverso il cinema, non può concludersi senza citare uno dei film più belli di François Truffaut, Adele H., storia d’amore, il racconto della follia amorosa della giovane Adele Hugo, quarta figlia del grande scrittore francese, tratto da due diari scoperti casualmente presso la Pierpoint Library di New York nel 1955 da una studiosa americana, Frances Vernor Guille e successivamente pubblicati presso l’editore Minare di Parigi.  La ragazza di rara bellezza e di ottima cultura, probabilmente traumatizzata dalla morte della sorella Léopoldine annegata nella Senna, conosce nell’isola di Guernsey, dove Hugo è costretto per diverso tempo all’esilio politico, un giovane tenente di nome di nome Pinson e se ne innamora perdutamente. Inizia così inizia un corteggiamento asfissiante al giovanotto poco interessato a lei, che di fatto la porterà alla pazzia. Questo ritratto cinematografico di un amore impossibile farà commuovere milioni di spettatori in tutto il mondo. Anche Adele Hugo ha potuto dar così il suo piccolo contributo alla grandezza del padre, il geniale capofila della scuola romantica francese.

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“Adele H” di Truffaut