“A Real Pain” è un film scritto e diretto da Jesse Eisenberg. E’ il racconto di un viaggio di due giovani alla ricerca delle proprie origini, nella Polonia dell’Olocausto
I cugini ebrei americani David (Jesse Eisenberg) e Benji (Kieran Culkin) partono dall’aeroporto di New York verso la Polonia per visitare la casa d’infanzia della nonna appena scomparsa e per ricercare le loro radici. David, uomo assennato, sposato e padre di un bambino che adora, vende annunci digitali, mentre il cugino Benji è un ragazzo sensibile, colto, intelligente, libero, ma fragile e un po’ sbandato. I due nel corso del viaggio rivivono tutti gli anni di infanzia e di adolescenza a New York passati insieme come fratelli; un rapporto affettivo che negli ultimi tempi, però, si è molto affievolito. La coppia arriva all’aeroporto Chopin di Varsavia e poi in taxi fino all’hotel, dove Benji ritira un pacchetto di cannabis che si è spedito da casa per evitare i controlli di sicurezza negli aeroporti. Poi i due giovani fanno conoscenza con il gruppo del tour organizzato per attraversare e visitare la Polonia a suo tempo occupata dai nazisti tedeschi e coinvolta, come quasi tutto il resto dell’Europa, nella tragedia dell’Olocausto.
Il gruppo di turisti americani è costituito da Mark e Diane, una coppia di pensionati dell’Ohio, Marcia, una neo divorziata della California trasferitasi a New York da poco, Eloge, un sopravvissuto ruandese convertito all’ebraismo e la guida, James, un giovane inglese non ebreo, molto colto e affidabile, che ha studiato all’Università di Oxford. La comitiva visita a Varsavia i luoghi simbolo della storia polacca come il Monumento agli Eroi del Ghetto, Piazza Grzybów e il Monumento all’Insurrezione di Varsavia. In quest’ultimo sito l’estroso Benji convince il riluttante David a scattare delle fotografie ai compagni di viaggio in pose bizzarre sotto la statua che ricorda la rivolta di Varsavia.
In seguito Benji continua a essere protagonista di una serie di piccoli atti di ribellione contro il mondo (trascina il cugino su di un treno con destinazione Lublino dove i due viaggiano in prima classe senza pagare il biglietto; fuma cannabis sulla terrazza…) che imbarazzano ulteriormente il cugino. E ancora durante la visita al Vecchio Cimitero Ebraico di Lublino, Benji irrefrenabile, critica James, la guida turistica per il modo freddo, poco sensibile ed emotivo con cui presenta ai visitatori un luogo così carico di dolore e passione. David per ricomporre la situazione ha un’idea: tutti devono lasciare una pietra (la Pietra della Visitazione) sulla lapide del talmudista Jakub Kopelman, morto nel 1541, la più antica tomba esistente in Polonia. Una iniziativa che riporta la serenità e l’allegria nel gruppo. Alla sera, durante la cena in albergo, Benji si comporta poco educatamente con tutti e se ne va in camera costringendo David a raccontare agli altri la sua fragilità che lo ha spinto sei mesi prima ad un tentativo di suicidio con un’overdose di sonniferi.
Il giorno dopo la comitiva si reca con un minibus a visitare Majdanek, un campo di concentramento e di sterminio nazista. James, la guida, questa volta con tono appropriato, spiega che le macchie blu sulle pareti della camera a gas sono causate dallo Zyklon B., il veleno usato per uccidere le vittime. Prima di lasciare il gruppo James elogia Benji, indicandolo come il primo turista che è riuscito a cambiare la sua prospettiva sul modo in cui si dovrebbero condurre i tour. Poi David e Benji salutano i compagni di viaggio e come previsto dal loro programma si recano in taxi all’ex casa della nonna a Krasnystaw. Trovata l’abitazione, i due decidono di lasciare davanti alla porta due pietre come atto di ricordo, ma un vicino infastidito chiede loro di levarle per non fare inciampare la signora anziana che vive nella casa.
Al ritorno a New York, all’aeroporto Kennedy, David cerca di convincere il cugino ad andare a cena a casa sua per stare insieme per una sera con la sua famiglia, ma Benji rifiuta e rimane solo seduto su di una panca con lo sguardo perso nel vuoto…
A Real Pain, il dolore dell’Olocausto e dei rapporti difficili
Diretto da Jesse Eisenberg che interpreta anche David, “A Real Pain” è la sua seconda prova da regista dopo “When You Finish Saving the World (Quando avrai finito di salvare il mondo)”. Grande successo al Sundance Film Festival, la manifestazione incentrata sul cinema indipendente di tutto il mondo ideata da Robert Redford, il film si basa su di una storia personale del regista cresciuto a Brooklyn e che per 25 anni il giovedì pomeriggio lo ha passato insieme a una vecchia prozia, nata e vissuta in Polonia sfuggita fortunatamente alle persecuzioni degli ebrei. “Mi considerava un figlio – confessa Eisenberg in un’intervista al Corriere della Sera del 6 febbraio 2025 – ed è la persona con cui ho avuto il legame familiare più intenso. È morta a 107 anni e in quei lunghi pomeriggi trascorsi insieme mi ha raccontato spesso del suo Paese natale, di cui parlava con tanta nostalgia. Le avevo promesso che, se fossi mai andato in Europa, avrei visitato la casa in cui aveva vissuto. Ho mantenuto la parola… Molti americani di discendenza polacca, – continua Eisenberg – non hanno un buon ricordo della Polonia, se come noi appartengono alla religione ebraica. La associano ai campi di concentramento e al modo in cui sono stati denunciati dai loro connazionali. Per la mia stessa famiglia, la Seconda guerra mondiale ha rappresentato un taglio netto con il passato europeo, un trauma da rimuovere. Erano convinti che il popolo polacco fosse antisemita. Ma durante il viaggio che io e mia moglie abbiamo intrapreso, e in quello successivo per trovare le location del film, siamo stati accolti dai polacchi a bracci aperte. Si sono fatti in quattro per aiutarci a ricostruire non solo la nostra storia personale, ma anche la loro memoria della Shoa”.
Jesse Eisenberg, attore (ha interpretato Mark Zuckerberg in “The Social Network” diretto da David Fincher), sceneggiatore e regista, con il suo film indipendente e a basso costo, si è guadagnato quattro candidature ai Golden Globes e due candidature agli Oscar 2025, uno per la migliore sceneggiatura originale e l’altro a Keiran Culkin, vincitore della statuetta come miglior attore non protagonista. “A real pain” pone allo spettatore una domanda. Quale è il vero dolore che David e Benji sentono dentro di loro? La sofferenza provata davanti agli orrori dell’Olocausto oppure quella del loro rapporto affettivo fatto di incomprensioni e di gelosie causa del loro allontanamento?
Ottimi anche gli altri interpreti, Daniel Oreskes (Mark) e Liza Sadovy (Diane), i coniugi pensionati; Jennifer Grey (Marcia), la neo divorziata; Kurt Egyiawan (Elogie), il nero convertito all’ebraismo e James, la guida (Will Sharper).
Davvero strepitoso nel ruolo di Benji è Kieran Culkin, fratello minore di Macaulay, protagonista del film “Mamma ho perso l’aereo”, campione d’incassi nel 1990. “Benji – racconta – è un personaggio infelice, attaccatissimo alla nonna che non c’è più, incapace di maturare, crescere e diventare pienamente adulto. Il suo comportamento fuori dalle righe è un modo per farsi accettare dagli altri… Per me arrivare a Majdanek è stata un’esperienza sconvolgente. Non ho avuto certo bisogno di avere origini ebraiche per provare un brivido di orrore davanti a quello scenario lunare e agghiacciante”.
Dettagli del film A real pain
Regia Jesse Eisenberg Cast Jesse Eisenberg, Kieran Culkin, Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan. Genere Drammatico, USA, 2024 durata 90 minuti Distribuito da Walt Disney.
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