Archeologia. gli appuntamenti di gennaio

Pubblicato il 30 Dicembre 2009 in , da Vitalba Paesano

T. Quadriga (2)ULTIME SCOPERTE ARCHEOLOGICHE 

LA TOMBA DELLA QUADRIGA INFERNALE

Un demone, una quadriga… un eccezionale ritrovamento nella necropoli delle Pianacce a poca distanza da Sartiano –Siena- nell’ottobre 2003. Scavata nel travertino ad una profondità di cinque metri e corredata di un lunghissimo dromos      –corridoio di accesso-, l’incredibile “Tomba della Quadriga Infernale” è custode di un meraviglioso ciclo pittorico, sorprendente per l’originalità dei temi iconografici trattati e per i ben conservati colori vivaci e accesi. Il lato destro del corridoio d’accesso è “scrigno” della raffigurazione più esemplare, la quadriga infernale: due leoni e due grifoni trainano un carro guidato da un demone dall’aspetto inquietante, volto torvo e sguardo spiritato; probabile rappresentazione del demone Charun -omologo del Caronte greco, traghettatore delle anime nell’Ade-, è qui, per la prima volta, nelle vesti di auriga. Oltre la nicchia lungo il corridoio poi, una seconda pittura di grande vivacità raffigura due figure maschili distese su una kline –letto per banchetto- che si scambiano un sentito gesto d’affetto, anch’esso unicum nell’arte etrusca, probabile rappresentazione dei due defunti, padre e figlio, a convito nell’Ade; accanto a loro un servitore pronto a filtrare il vino, mentre un fregio di delfini che si getta tra le onde corre al di sotto e ne simboleggia il passaggio al mondo ultraterreno. Infine, la camera di fondo di forma quadrangolare racchiude la straordinaria immagine di un serpente a tre teste –mostro dell’oltretomba- e di un ippocampo. Eccezionale anche il corredo, recuperato in stato frammentario e sottoposto poi ad un profondo restauro: tre stupende coppe a figure rosse, ceramiche grigie e a vernice nera, singolari brucia-profumi decorati con uccelli, pedine da gioco in pasta vitrea.

Le pitture e i materiali consentono di datare la tomba, illustre “dimora” di una ricca famiglia aristocratica, alla seconda metà del IV sec. a.c.…avvolti da pitture di incredibile bellezza,“compagne” in una vita ultraterrena.

UN ECCEZIONALE TESORO

Luglio 2009, contea dello Staffordshire –Inghilterra-. Il disoccupato cinquantacinquenne Terry Herbert, appassionato di metal-detector ed “esploratore” per hobby delle campagne inglesi, è autore di un eccezionale ritrovamento: una collezione di oltre 1.500 pezzi in oro, argento, rame e pietre preziose, alcuni addirittura integri e straordinariamente conservati. Composto quasi esclusivamente da elementi decorativi appartenuti all’artigianato bellico, riconducibili alla sfera maschile, il “gruzzolo” di Staffordshire è databile al VII/VIII secolo d.c. Probabile bottino di guerra, resta incerto se si tratti di una collezione di trofei raccolta durante un’intera carriera militare o il risultato di un singolo saccheggio; si ipotizza il tesoro sia stato sotterrato come dono votivo in onore di una divinità pagana o, più semplicemente, nascosto dal proprietario per proteggerlo da una vicina razzia.

L’attento studio dei reperti poi, ha rivelato che la maggior parte di questi furono danneggiati prima di essere deposti, staccati probabilmente in fretta e con poca attenzione dai loro supporti originari. La qualità artistica degli oggetti è altissima; si tratta, in particolare, di pomelli e lamine finemente incise che ornavano l’elsa di spade e pugnali, elmi da parata e parti di un’armatura; assenti armi vere e proprie. …un tesoro di età anglosassone di assoluta bellezza, il più grande!

Contributo di Alice Cecchetti