Archeologia: gli appuntamenti del mese, di Alice Cecchetti

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 in , da redazione grey-panthers

LE PRIMISSIME IMBARCAZIONI… 

Furono piroghe ricavate da tronchi cavi o svuotati e zattere, le prime barche che in tempi lontani -si stima nel 7.500 a.C.- solcarono mari e fiumi. Autentiche imbarcazioni marine apparvero poco più tardi, nel 6.000 a.C., sulle sponde dell’egiziano Nilo: papiro e giunchi, legati tra loro con cordami vegetali, venivano impiegati nella realizzazione di natanti leggeri e molto pratici che veloci scivolavano sull’acqua -in Egitto, infatti, non esistevano foreste, e quindi legname-. Quando successivamente gli Egizi raggiunsero le coste del Libano, vi scoprirono qui il durevole legno cedro e iniziarono la costruzione di vere e proprie navi. Legati tuttavia al loro prezioso Nilo, usarono più frequentemente piccole e agili imbarcazioni.

MISURARE…

I primi ad adottare un sistema di unità di misura nella storia furono i Sumeri e gli Egizi. Il cubito fu da entrambi utilizzato nella costruzione di piccole case quanto di grandi palazzi, una misura lineare corrispondente alla lunghezza tra la piegatura del gomito e l’estremità del dito medio, corrispondente a circa 45 centimetri. Da qui, probabilmente, ebbero origine i sottomultipli palmi, pollice, piede, fino al metro. Accanto a tali sistemi di misura, si affermarono in questo periodo anche quelli del peso: la misura di riferimento era il grano, mentre suoi multipli il siclo, la mina e il talento.

LA PRIMA GALLERIA

I Babilonesi furono i primi a progettare una galleria con funzione di autentica strada; non capaci ancora di realizzare ponti, per attraversare il fiume Eufrate, vi scavarono al di sotto un passaggio interamente rivestito di mattoni. Più tardi, nel 498 a.C., a Samo, un tale Eupalinos fu autore della realizzazione di una galleria stradale sotto il monte Kastro; curioso si sia avvalso nella costruzione di due strumenti -la livella e la squadra- fino ad allora sconosciuti!

LA TEGOLA

La sua invenzione sembra risalire al VI secolo a.C. Fino ad allora per capanne, case e palazzi si erano impiegate travi di legno ricoperte di paglia come tetto; nel 590 a.C., l’architetto Byzes di Nasso introdusse un’originale accortezza: al di sopra delle travi fece posizionare lastre sottili di ardesia, riducendo in tal modo il pericolo di incendio cui gli edifici erano soggetti, ed abbellendoli. Più tardi furono introdotte anche tegole in terracotta, piatte o di forma cilindrica – i “coppi”-.