Applaudire un criminale: una storia intensa che dal carcere arriva a teatro

Pubblicato il 9 Febbraio 2017 in , da redazione grey-panthers
DANIELA MARAZITA foto 2 A. Miniati

Si intitola proprio così “Hai appena applaudito un criminale, il lavoro teatrale che il Franco Parenti di Milano mette in scena dal 15 al 19 febbraio pv.

di e con Daniela Marazita– regia Alessandro Minati– elementi di scena Teresa Fano- produzione Elledieffe

Sala treno blu

dal 15 – 19 febbraio 2017

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facilmente a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare di sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.  Italo Calvino

Hai appena applaudito un criminale è lo spettacolo tratto dal diario di un laboratorio teatrale tenutosi nel carcere romano di Rebibbia con 12 detenuti dove Daniela Marazita da molti anni lavora nel reparto dove  sono rinchiusi i responsabili di reati infamanti come i reati sessuali, gli ex-poliziotti, e i collaboratori di giustizia, i cosiddetti infami. Dalle riflessioni intorno a questo laboratorio è nato un libro divenuto poi il  monologo Hai appena applaudito un criminale, intenso racconto dell’esperienza di una donna che sfida il pregiudizio estremo, scegliendo di fare teatro in carcere con uomini colpevoli di indicibili reati.

DANIELA MARAZITA foto 1 A. MiniatijpgUn’altalena di sentimenti e contraddizioni – dalla diffidenza alla paura, dallo scoramento al riscatto, dalla seduzione al tradimento, dal giudizio morale al dolore, dall’impotenza al rigore, dalla violenza alla finzione – va a disegnare la cronaca dell’ incontro straordinario della protagonista con un mondo di uomini reclusi ancora più “diversi” per aver commesso reati che scuotono la coscienza collettiva, che fanno orrore.
Un’esperienza – trasfigurata grazie all’azione teatrale – che penetra inconsapevolmente il sommerso che è in ognuno di noi, un incontro impossibile tra le sbarre che diviene realtà da condividere tra “liberi” e “detenuti”: l’accettazione della contraddizione come strumento di sopravvivenza che solo il teatro sa cogliere.
Nel luogo della privazione della libertà, dove gli uomini vengono sottratti alla vista, attraverso il teatro si apre una riflessione senza limiti, anche sulle prigioni interiori, sul senso della “detenzione” come pena da infliggere, sul bene, sul male, sul valore della diversità di genere, e di ogni genere.
In questo tipo di lavoro si semina senza aspettative e, qualche volta, il miracolo accade a conferma che il teatro possa essere un doveroso atto di civiltà dell’uomo verso se stesso.

PREZZO
Intero 15€; over 65/under 26/ convenzioni 12€

ORARI
mer, ven h 20.00gio, sab h 21.15; dom h 16.30