Surgelati: almeno una volta ogni quindici giorni, grazie alla funzione salvatempo

Pubblicato il 28 Novembre 2016 in , da redazione grey-panthers

Una recente ricerca Nielsen ha analizzato l’evoluzione dei consumi di alimenti surgelati in Italia negli ultimi anni e l’immagine complessiva del settore. Si tratta di un’indagine realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età e area geografica (1.000 responsabili d’acquisto tra i 25 ed i 65 anni, acquirenti con differente frequenza alimenti surgelati).

I consumatori tornano ad apprezzare il valore di alcuni plus “storici” del settore (prodotti “salva – tempo”, semplici da preparare e con altissima varietà di offerta); alcune tipologie di piatti pronti tornano in auge più per il risparmio di tempo assicurato che per quello di denaro.

Quasi la totalità del campione (acquirenti nell’ultimo anno di surgelati) ha acquistato la categoria anche negli ultimi 3 mesi; interessante notare che più dell’80% acquista surgelati almeno 1 volta ogni 15 giorni. I profili socio – demografici dei consumatori delineano ben precise linee di tendenza: gli alto consumatori sono localizzati prevalentemente nel Nord Ovest, i basso consumatori soprattutto al Sud e tra le fasce meno occupate, i medio in maniera trasversale tra la popolazione più anziana.

Gli intervistati hanno un’immagine positiva dei surgelati: prodotti “salva – pasto” e veloci ma di qualità e ricchi di proposte alternative. Ben il 56% del totale campione ritiene inoltre che i surgelati siano i veri prodotti “freschi”, perché mantengono il gusto e le proprietà organolettiche nel tempo.

Da notare, quale ulteriore tratto positivo, la notevole fiducia accordata al surgelato anche nel “fuori casa”: oltre il 50% degli intervistati non ha problemi a richiederlo in forma consapevole (segnalato nel menu).

L’effetto “scorta” e il risparmio di tempo e fatica nel cucinare hanno sempre un’importanza fondamentale; l’importanza del servizio (inteso come una serie di vantaggi globali in cucina) predomina su tutti gli altri, ribadendo il concetto che identifica il surgelato di qualità: value for money.

Interessante notare come tra i primi tre driver d’acquisto vi sia anche il loro profilo ecologico, di vero cibo “anti – sprechi”. Gli intervistati sottolineano particolarmente il fatto che non abbiano scarti: “quello che compri è quello che mangi”.

Dalla ricerca emerge come nell’ultimo decennio l’offerta di surgelati sempre più articolata, la disponibilità di prodotti particolarmente stimolanti per i diversi consumatori abbia dilatato l’interesse per il settore. Anche la capacità di intercettare i trend sociali e alimentari si è mantenuta buona, particolarmente per quanto riguarda wave trainanti come l’individualismo, il “presto e veloce”, il cosmopolitismo, l’esplorazione anche un po’ ludica nell’alimentare, ma anche il ritorno di affetto e orgoglio per la tradizione gastronomica italiana.

Ciò che evidenzia la ricerca è che esiste ampio spazio per le novità: i punti chiave di questo settore sono infatti l’innovazione, la capacità di rispondere alle nuove esigenze alimentari, con un occhio di riguardo ai giovani, le valenze di veri prodotti “freschi” riconosciute ai surgelati e l’attenzione ai problemi etici del consumo, come lo spreco alimentare.

Si pensi che il 42% degli sprechi alimentari si verifica a livello domestico; una serie di recenti studi dimostra che un consumo frequente di surgelati può invece abbattere del 47% gli sprechi, ed il consumatore inizia ad esserne consapevole.Maggiori info su WWW.ISTITUTOSURGELATI.IT Area MEDIA ED EVENTI