“Saprò la tua presenza impercettibile come l’ora che si consuma…”

The Sleeper Tamara de Lempicka Original Title: La Dormeuse Date: 1932 Style: Art Deco Genre: portrait

“… inequivocabile come il nostro amore/mi giungerà il tuo respiro/con l’ultimo profumo dei licheni…” così Paola Pancaldi Pugolotti descrive l’amore: parla della scoperta dell’amore, “quello che ti taglia le gambe e ti fa riconoscere in ogni cosa una sorta di benedizione”, e quello della consapevolezza, quando “lo stupore che ci ha colti all’improvviso, si fa desiderio, attesa, incapacità di vivere senza l’altro”

FU VERSO SERA

Fu verso sera
Le nostre mani chiuse
alle grate dei cancelli.

Fu quando il cielo bruciò
porpora ai rami.

Non ci furon parole
ma un galoppo folle
di cavalli nel sangue.

Fu come l’odorosa verbena
alla finestra.

(da “Il luogo e il tempo”)

Questa breve poesia appartiene alla mia prima silloge poetica e parla della scoperta dell’amore: “quello che ti taglia le gambe e ti fa riconoscere in ogni cosa una sorta di benedizione, quello che ti fa vivere solo il presente o il futuro, quello che è restare senza respiro, stupirsi di ogni bacio, di ogni carezza sconosciuta. L’amore: prezioso e fragile come una mattinata di primavera.” (da “Piccoli diari e pensieri disordinati”).

Quando poi l’amore diviene consapevolezza, ecco che il sentimento di stupore che ci ha colti all’improvviso, si fa desiderio, attesa, incapacità di vivere senza l’altro.

SAPRO’ LA TUA PRESENZA

Finirà quest’attesa.

Saprò la tua presenza
impercettibile come l’ora che si consuma
inequivocabile come il nostro amore

mi giungerà il tuo respiro
con l’ultimo profumo dei licheni
nell’ultima girandola dei fari

mi nascerà
uno stupito silenzio
un’improvvisa stasi d’universo

la tua anima
sarà nelle mie mani.

Vieni
saliremo insieme le scale
dei dolci deliri.

(da “Il luogo e il tempo”)

Due grandi poeti lirici dell’antichità furono Saffo e Catullo, che cantarono dell’amore, della gelosia, della passione. Pur separati da secoli e appartenendo a contesti molto diversi fra loro, affrontarono la poesia con una sorprendente affinità, sia per i temi trattati sia per lo stile. La poesia di Saffo mostra una musicalità e una delicatezza in linea con il lirismo della tradizione poetica greca. Catullo fu un ammiratore di Saffo e ne fu influenzato, ma il suo stile è più crudo e incisivo. Il loro confronto può essere un interessante motivo di approfondimento e di ricerca.

Per parlare dei poeti del 1900, ricorderei

Pablo Neruda (“Toglimi il pane, se vuoi/ toglimi l’aria, ma/ non togliermi il tuo respiro…”),

Alda Merini (“Accarezzami, amore/ ma come il sole/ che tocca la dolce fronte della luna…”),

Nazim Hikmet (“Sei la mia schiavitù sei la mia libertà/ la mia carne che brucia/ come la nuda carne delle notti d’estate…”),

Jacques Prévert (“Questo amore/ Così violento/ Così fragile/ Così tenero/ Così disperato…”),

Garçia Lorca (“Vorrei stare sulle tue labbra/per spegnermi nella neve/ dei tuoi denti…”),

Montale (“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale/ e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino…”) e molti altri, che hanno interpretato l’amore ognuno con la propria sensibilità e un modo personale di intendere la vita.

L’amore va accolto come un dono. Io l’ho conosciuto.


In apertura:

The Sleeper (La Dormeuse”- di Tamara de Lempicka- 1932

 

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