Carta dei diritti degli anziani, una tutela in più

Pubblicato il 7 Agosto 2023 in , , da Daniela Sanna
Caregiver familiare

Il Ministero della Salute ha presentato la “Carta per i Diritti degli Anziani e i doveri della Comunità”. E’ fondamentale garantire servizi

La Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana istituita presso il Ministero della Salute, guidata da monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, recentemente ha presentato al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, la “Carta dei Diritti degli Anziani e i doveri della Comunità”. E’ risaputo che l’Italia sia uno dei Paesi più longevi. Dalle ultime indagini Istat emerge anche che è proprio nella fascia di età over 75 che cominciano a emergere i maggiori problemi di salute; se a ciò aggiungiamo i problemi economici e la mancanza di supporto sociale, ecco che diventa fondamentale arrivare ai bisogni di questa popolazione di anziani spesso soli e con scarse possibilità economiche, garantendo loro servizi di sostegno presso l’abitazione, evitando che i problemi di salute si trasformino in una domanda sanitaria di grandi dimensioni.Assistenza domiciliare, co-housing, cure palliative, riabilitazione, accompagnamento psicologico, centri diurni, ammodernamento delle Rsa sono i cardini di questo documento, accolto con grande soddisfazione dal Capo del Governo italiano

Di cosa si tratta?

La Carta dei diritti degli anziani si propone di realizzare una nuova consapevolezza nella società italiana per i suoi anziani e la responsabilità del Governo e di tutte le altre istituzioni di prendersi cura degli anziani, a partire dal loro domicilio, per accompagnarli via via che avanzano gli anni. Si tratta in sostanza di fornire una continuità assistenziale che, attraverso servizi di rete sul territorio, riesca ad aiutare tutti quegli anziani over 80 a rischio di dipendenza e solitudine. La riforma prevede, infatti, un’integrazione dell’assistenza sociale e sanitaria nelle cure domiciliari, che diventeranno continuative per chi ne ha bisogno. Tra le proposte, c’è un particolare capitolo che riguarda gli ultra ottantenni i quali saranno, una o due volte l’anno, visitati da una équipe socio-sanitaria perché venga identificato o pianificato per un iter di cure, oppure quella di  incentivare il co-housing (gruppi di anziani che convivono insieme) oppure ancora di arrivare ad avere mille centri diurni per anziani con demenze o altre patologie croniche per permettere loro di ritrovarsi in un ambiente familiare e venire allo stesso tempo aiutati, sostenuti e curati. Questo suppone la presenza e l’impiego di almeno 100 mila nuovi operatori sociali, i quali avranno il compito di andare nelle case, assistere gli anziani o condurli in questi centri. Infine, c’è una capitolo dedicato ai centri di lunga degenza che dovranno ripensarsi all’interno di questo circuito assistenziale: ogni Rsa dovrà avere anche dei centri di riabilitazione, co-housing e assistenza domiciliare. È stata poi accolta dal Ministero della Salute la proposta di cure palliative domiciliari, sarà quindi creata una rete territoriale per offrire questo servizio nel momento del bisogno. Una cura, dunque, contro il dolore e soprattutto una cura per l’anziano mentre va avanti negli anni.

I tre gli obiettivi della Carta dei diritti degli anziani

  • incidere nell’ordinamento prospettando al legislatore principi fondamentali e diritti che possono trovare un riconoscimento formale in specifici atti normativi,
  • offrire indicazioni operative e organizzative a istituzioni e operatorichiamati a prendersi cura delle persone anziane.
  • facilitare la conoscenza per le persone anziane dei loro diritti fondamentali e di accrescere la loro consapevolezza, nonché dei doveri che gravano su quanti entrano in relazione con loro.

Come è strutturata la Carta dei diritti degli anziani?

La Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società si compone di tre sezioni o capitoli.

  • La prima denominata “rispetto della dignità della persona anche nella terza età”, elenca i diritti delle persone anziane i quali, pur non essendo esplicitamente citati in Costituzione, secondo la Commissione trovano fondamento sia nell’ articolo 2 e sia nell’ art.3
  • La seconda denominata “Per un’assistenza responsabile”,riguarda i diritti degli anziani e i doveri di medici, operatori sanitari e istituzioni in riferimento ai percorsi di cura e all’assistenza sanitaria.
  • La terza parte,”Per una vita attiva di relazione”, evidenzia il diritto ad avere una vita relazionale e sociale, la possibilità di accedere a servizi culturali e ricreativi, di frequentare i centri diurni che saranno attrezzati anche digitalmente per favorire incontri e interazioni tra generazioni. Si sottolinea anche il dovere delle istituzioni e della società di evitare, nei confronti degli anziani, ogni forma di isolamento.

Alcuni punti della Carta dei diritti degli anziani

Autodeterminazione e diritto alla casa. “La persona anziana ha il diritto di determinarsi in maniera indipendente, libera, informata e consapevole con riferimento alle scelte di vita e alle decisioni principali che lo riguardano”. Consegue a ciò il dovere dei familiari e di quanti interagiscono con la persona anziana di fornirgli tutte “le informazioni e le conoscenze necessarie”. “Il fatto che una persona anziana abbia perso alcune capacità fisiche e strumentali per vivere la vita quotidiana (lavarsi, alimentarsi, far uso del denaro, dei mezzi di trasporto, ecc.) non deve tramutarsi automaticamente in un giudizio di incapacità di decidere, ed essere automaticamente sostituito dalle decisioni della famiglia, dei caregiver o dell’amministratore di sostegno”. Fondamentale anche il richiamo all’eutanasia: “La solitudine è sempre una condizione dura, ma nei momenti della debolezza e della malattia lo è ancor più. Con il dolore è insopportabile; si preferisce la morte al soffrire da soli. La richiesta della eutanasia spesso parte da qui. I familiari, i corpi sociali, la collettività, hanno il dovere di non delegare alla sola dimensione medica le necessità del morente, ma di accompagnarlo degnamente e affettuosamente negli ultimi tempi della vita”. Si parla di diritto di permanere nella propria abitazione e di libero movimento negli spazi pubblici e privati, con il conseguente e necessario abbattimento di tutte le barriere architettoniche (a partire dagli ascensori). “Il diritto alla casa e all’abitazione deve sostanziarsi anche nel diritto all’accesso immediato a una abitazione a canone agevolato in caso di sfratto o di mancanza di una dimora”. Le istituzioni hanno il dovere di garantire alla persona anziana forme di integrazione del reddito in caso di parziale o totale indigenza o di inadeguate risorse economiche e garantire l’effettiva gratuità delle cure e delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie.

E’ presente poi nella Carta dei diritti degli anziani un richiamo al diritto di scegliere “una persona di fiducia per l’adozione delle proprie decisioni e per la cura dei loro interessi anche riguardo ad aspetti cruciali della propria vita come la salute. In questa direzione si muove la recente istituzione della figura del fiduciario che può essere indicato nella DAT (dichiarazione anticipata di trattamento), persona che non deve essere necessariamente un parente, né l’amministratore di sostegno, ma che può essere indicato liberamente nella dichiarazione”.

Cure a domicilio con l’impegno economico delle istituzioni. La seconda sezione si concentra sugli aspetti più prettamente sanitari: “La persona anziana ha il diritto di concorrere alla definizione dei percorsi di cura, delle tipologie di trattamento e di scegliere le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria” e “le istituzioni e gli operatori sanitari e sociosanitari hanno il dovere di prospettare alla persona anziana tutte le opzioni disponibili per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria”. L’assistenza e la cura delle persone anziane dovrebbero fin quando possibile essere garantite a domicilio e il ricovero in una struttura ospedaliera o riabilitativa limitarsi al periodo strettamente necessario. Appare auspicabile se non necessario un impegno economico delle istituzioni pubbliche volto ad assicurare la libertà e parità di scelta tra le diverse forme di assistenza sanitaria e sociosanitaria”.

In relazione ai doveri degli operatori sanitari e sociosanitari si richiede il diritto al conseguimento di una formazione professionale adeguata al fine di  mantenere l’indipendenza e l’autonomia della persona anziana bisognosa di cure. Alcune prassi assistenziali, quali alzare dal letto i pazienti solo quando è disponibile il personale di servizio, favorire l’allettamento delle persone per evitare le cadute, l’adozione di forme di contenzione, limitano di fatto e non promuovono l’autonomia delle persone anziane. Si tratta di comportamenti spesso giustificati adducendo ragioni di organizzazione del lavoro che finiscono per prevalere sul rispetto della persona”. No a qualsiasi forma di contenzione e pene più severe in caso di violenze.

Infine, la terza sezione, afferma il diritto della persona anziana ad avere una vita di relazione attiva, a vivere con chi desidera, ad accedere a servizi culturali e ricreativi (incluso lavoro e apprendistato, corsi di formazione e e-learning), al rispetto delle proprie credenze, opinioni e sentimenti, a muoversi e viaggiare liberamente potendo contare “su infrastrutture a loro destinate”. Le istituzioni hanno il dovere di “garantire il sostegno ai nuclei familiari che hanno anziani al proprio interno e che intendono continuare a favorire la vita in convivenza”.

Chiude il lavoro della Commissione un approfondimento sui casi di violenze: “Quanti interagiscono con le persone anziane hanno il dovere di denunciare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione operata nei loro confronti”. Per contrastare ogni forma di violenza “potrebbe essere considerata l’introduzione di aggravanti di pena nel caso di violenze morali e fisiche, maltrattamenti, privazioni di cure elementari, minacce, estorsioni, umiliazioni, intimidazioni, violenze economiche o finanziarie, specialmente se avvengono in ambito protetto o in strutture di cura o assistenza. Particolarmente importante appare la lotta a tutte le forme improprie di contenzione fisica, farmacologica e ambientale”, sia che avvengano in casa, in strutture o altrove. “La più efficace forma di prevenzione di questo tipo di abusi non è rappresentata dal ricorso a mere forme di controllo tecnologico come l’utilizzo delle videocamere: la presenza di visitatori e di volontari costituisce la miglior protezione contro gli abusi che possono perpetrarsi in spazi chiusi. Un ulteriore strumento di prevenzione è rappresentato dal diritto delle persone anziane di scegliere i luoghi e le persone con cui vivere, anche attraverso la promozione dei servizi per la domiciliarità e il co-housing come possibilità alla portata di tutti”.

La Carta dei diritti degli anziani, indubbiamente un documento di straordinaria rilevanza sociale.