L’amore a 58 anni: una trappola o ha ancora senso?

Pubblicato il 24 Agosto 2012 in , da redazione grey-panthers

Lo hanno criticato. Lo hanno consolato. Lo hanno ringraziato per avere avuto il coraggio di parlarne. Non ha lasciato indifferenti i lettori l’articolo di Paolo Conti che sul Corriere della Sera di ieri ammetteva: 58 anni — la sua età — sono troppi per innamorarsi. «Trovo pietosa questa ipotesi… Innamorarsi da adulti no, per favore, fa ridere (o fa piangere) nella piena maturità… L’amore è una trappola crudele e spietata nella quale si cade volentieri quando sei giovane… Ma a sessant’anni e dintorni, e soprattutto dopo, no, non va bene affatto. Soprattutto quando si precipita nell’equivoco della partner ragazzina. Lì davvero non c’è scampo, solo un futuro baratro di disperazione».

Il dibattito è incalzato sui social network e sul blog della 27esima ora. Ha ragione lui? Ha torto? Davvero, come ha scritto, «l’amore che strappa i capelli, per dirla con De André, lasciamolo a chi i capelli li ha ancora tutti (e non tinti)»?

 Sembra dargli ragione l’autore Giorgio Montefoschi, che esordisce:

«Nella vita c’è spazio solo per un amore, l’amore vero è cosa talmente profonda, ineffabile e irripetibile. Capisco il senso di quello che dice: io l’amore l’ho conosciuto e secondo me è impossibile provarlo ancora. La sua mi sembra una dichiarazione di onestà».

E se Riccardo Chiaberge su Twitter lo ha affettuosamente apostrofato: «Caro Paolo Conti, mi diventi bacchettone?», la matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace come ogni donna è pragmatica: «Credo fortissimamente all’amore e non ho rinunciato a viverlo. Ma sono d’accordo sul punto relativo alla differenza di età, quel divario che rende ridicolo l’uomo e sospetta la donna. L’amore tra un sessantenne e una trentenne esiste solo quando sono poveri entrambi e lei è molto ingenua. Altrimenti è troppo difficile da condividere, senza poter parlare delle stesse canzoni, degli stessi libri, degli stessi eventi storici. No, se ci sono tanti anni di differenza sono assolutamente contraria». Anche se non nasconde quella che chiama «un’eccezione stupenda»: «I miei amici Sonia e Franco, con i quali ho fatto il bagno stamattina in Puglia: lui ha 30 anni più di lei, eppure lei gli ha fatto una bellissima scenata di gelosia da cui si capiva tutto il suo amore, mentre lui era mortificato».

«È la sua storia ed è accettabile perché è personale», esordisce il professore Roberto Vecchioni, cantore dei sentimenti senza limiti di età. Però non ne condivide il pensiero: «L’innamoramento fino a 30-35 anni è un atto di egocentrismo. È dopo che si scopre una modalità diversa. Io di mia moglie mi sono innamorato tre-quattro volte, tutte differenti: a 50, 55, 60, 65 anni, tenendo conto sia della parte spirituale che corporale».

Così il lettore Guru59 sulla 27esima ora ammonisce il giornalista: «Anche alla nostra età è bello sentire il cuore che batte stranamente senza dover prendere delle pillole contro la tachicardia, avere giramenti di testa e non pensare che forse hai la pressione alta, organizzare serate, vacanze, uscite… Innamorarsi non è un errore, ma la cosa più bella che ti possa capitare».

Perché la passione, spiega il sessuologo e psichiatra Willy Pasini, «tira su l’adrenalina, è un antidepressivo. Non c’è un’età per smettere. Penso a Goethe che l’ultima volta, a 74 anni, si innamorò perdutamente di una diciassettenne, malgrado lei lo avesse respinto…».

Sarà. Il deputato Renzo Lusetti è convinto che ci sia un’età per ogni cosa:

«Abbiamo passato l’infanzia, l’adolescenza, la maturità. Ora siamo adulti affermati. E poi, dove pensi di andare con una di trent’anni più giovane?».

di @elvira_serra

Fonte: http://27esimaora.corriere.it/articolo/lamore-a-58-anni-ormai-e-tardi-no-succede-ancora/

A voi la parola!