I cicli economici e i fattori di crisi

Pubblicato il 21 Giugno 2013 in , da Attilio A. Romita

Dialoghi del Pianerottolo tra Giorgio Zoli ed Attilio A. Romita.

 

CRISI 1

Tutti gli studiosi concordano sul definire l’economia come un fatto dinamico caratterizzato da fasi di crescita e prosperità alternate a fasi di decrescita e depressione. Chiaramente le conseguenze sociali legate alle fasi negative possono essere anche drammatiche, ma purtroppo fanno pare del ciclo economico naturale e ben poco si può fare per ridurne il peso effettivo

E’ questo la prima di tre note sull’argomento CRISI ECONOMICA che ha colpito l’economia di mercato,  più o meno libera, che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni almeno.

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AAR    In questo momento siamo tutti consapevoli che una grave crisi ha colpito l’economia di tutto il mondo e c’è un pessimismo diffuso e quasi disperazione nel constatare che giorno dopo giorno la situazione peggiora. Si è diffuso in ogni strato sociale una sorta di convinzione sulla inutilità di combattere contro una situazione irrecuperabile.

E’ possibile, “a mente fredda”, tentare un esame della situazione, dei fattori che la hanno scatenata e dei possibili rimedi?

GZ       Il Mercato, cioè l’aggregazione di produttori e consumatori, è sempre in continuo movimento causato direttamente o indirettamente da fattori oggettivi e soggettivi.

AAR    Allora è sufficiente tenere sotto controllo il mercato per anticipare i momenti critici con strumenti che permettano di evitare la crisi.

GZ       Non è tutto così semplice e facilmente controllabile per almeno tre fattori principali legati alla natura umana ed alle situazioni politiche. Sul mercato il compratore vorrebbe pagare sempre meno i prodotti che il venditore vorrebbe vendere a prezzi sempre più remunerativi: l’equilibrio tra queste due spinte è sempre instabile. Nel Mondo esistono un gran numero di nazioni sempre in lotta per la preminenza: l’effetto sono le guerre. In guerra il più ricco, o almeno chi è in grado di spendere di più, vince; ma accettare prezzi più alti fa crescere i costo delle merci …sino ad un punto di disequilibro.

AAR    Capisco che l’andamento dell’economia è soggetto a fattori complessi, ma forse è possibile districare un po il groviglio, almeno ad un esame superficiale. Penso che, se vogliamo capire qualcosa della crisi, è giusto tentare di capire i fattori in gioco.

GZ       Per esempio la capacità produttiva delle imprese industriali varia in funzione della maggiore o minore propensione e possibilità d’investimenti che è legata alla maggiore o minore richiesta di un articolo sul mercato e quindi alla possibilità di aumentare o diminuire il prezzo. Sono varie le spinte economiche che agiscono sul risultato e, molte volte, hanno effetti opposti. La scelta dell’equilibrio non è semplice e mai ovvia.

AAR    Allora il cliente consumatore non ha alcuna possibilità di incidere sul mercato?

GZ       I comportamenti dei consumatori, che influenzano il mercato, sono spesso condizionati da fattori esterni quali: l’avvicendarsi di stili politici diversi; le differenti visioni del futuro che si alternano in funzione del momento economico; dal quadro internazionale che in un mondo globalizzato rende tutto vicino.

AAR    In teoria allora sarebbe per vincere la crisi sarebbe sufficiente mettersi d’accordo per scegliere una politica industriale positiva per tutti.

GZ       Non è così facile perché una scelta consumistica indefinita, cioè aumento di consumi che spinge all’aumento della produzione e viceversa, non innesca un ciclo virtuoso in quanto le risorse non sono infinite ed inoltre è influenzata anche dalla variazione della composizione demografica del mercato che deve essere considerata non in senso razziale, ma in senso di allargamento della base dei consumatori.

AAR    Allora la colpa della crisi è soltanto degli insaziabili consumatori?

 

GZ       Certamente no perché hanno grande influenza le spinte speculative, favorite anche da campagne pubblicitarie interessate, la presenza di gruppi di pressione dominanti ed anche da scelte governative non sempre oculate

AAR    Quali sono gli esempi più eclatanti di fattori esterni che possono influenzare i valori del mercato?

GZ       Le spese di trasporto incidono notevolmente su i prezzi finali e quindi le scelte economico/politiche a favore delle autostrade, cioè del trasporto su gomma, piuttosto che delle ferrovie o delle autostrade del mare influisce notevolmente su i prezzi finali.

Le spese di produzione sono condizionate dal costo delle fonti energetiche. Ma le fonti energetiche non sono scelte in funzione del solo costo, infatti l’uso di energie alternative cosiddette ecologiche non sempre risolve completamente il problema, mentre l’uso di energia nucleare non è sempre eticamente condiviso.
A questi fattori di base si devono aggiungere anche vincoli di difesa del territorio che talvolta, anche giustamente, impediscono il miglior posizionamento dell’attività industriale.

AAR   Volendo fare una analisi ristretta all’Italia, esistono differenze sostanziali che potrebbero favorire, o che complicano, questa situazione di crisi?

GZ       La nostra situazione è stata sicuramente complicata da un susseguirsi di scelte economiche talvolta non congruenti e spesso causata dall’alternarsi di visioni politiche e sociali diverse.

AAR    L’Unione Europea, cioè un circuito economico più vasto, con tutti i problemi che ha comportato, deve essere considerato un fattore positivo o negativo per l’Italia?

GZ       L’Italia è solo una parte del motore economico dell’Europa: un particolare importante, ma non dei più grandi. Per questo motivo non si possono applicare i principi generali dell’economia alla ristretta realtà Italiana che presenta problemi ben più complessi.

AAR    Allora a noi non resta che fare la parte del parente povero che può vantare solo una illustre progenie?

GZ       No, come ho detto siamo una ruota di un motore più grande di noi e speriamo che l’andamento ciclico della economia globale induca una nuova stagione positiva che sicuramente avrà effetti di trascinamento benefici anche sulla nostra economia.

AAR    Quindi l’importante sarà capire bene il momento dell’inversione di tendenza per prendere gli opportuni provvedimenti capaci di far entrare anche l’Italia nel ciclo positivo. Auguriamoci di avere questa capacità!

Attilio A. Romita  (www.attilioaromita.com)