DUE DI CUORI: Rabbia e violenza improvvise, non vanno perdonate per amore

Pubblicato il 2 Febbraio 2018 in , , da redazione grey-panthers

Care Marina e Rebecca,

vi leggo da qualche settimana e ho deciso di scrivervi. Sto per sposarmi: il matrimonio è previsto per fine agosto a Genova, città natia del mio futuro marito. Lo so, dovrei essere un tripudio di gioia… e invece ho molti dubbi. Ma lasciate che cominci dal principio.

Ho conosciuto il mio promesso sposo due anni fa: è stato amore a prima vista. Eravamo a una festa di amici e, quando mi ha vista, non mi ha più levato gli occhi di dosso: con una scusa qualunque ha scritto la sua mail su un foglio e me l’ha data. Qualche giorno dopo, sono stata io a scrivergli: ci siamo incontrati e la sera stessa lui mi ha baciata. Dopo pochi mesi mi sono trasferita a casa sua. Sono stati i mesi più belli della mia vita: uscivamo tutte le sere, persi l’uno nel mondo dell’altro, ebbri di gioia. Poi, quando tutto sembrava ormai decollato e sereno, sono arrivati i problemi. Lui ha cominciato a diventare instabile: si arrabbiava per un nonnulla e, anche se poi mi chiedeva scusa, faceva cose incomprensibili. Un giorno mi ha abbandonata al supermercato e se ne è andato a casa. Non ho mai capito il perché: aveva perso la testa. All’inizio erano piccole cose, e io gliele ho perdonate tutte. Poi, quest’estate, tre giorni prima di partire assieme per le ferie estive, il finimondo. Si è arrabbiato di nuovo e mi ha mandata via di casa: voleva partire da solo. Nonostante tutti mi consigliassero di lasciarlo perdere, io l’ho fatto ragionare e siamo partiti assieme: è stata un’estate bellissima, ma al rientro sono ricominciati i problemi. Il 23 dicembre eravamo dai miei a scambiarci gli auguri, il 24 avrei dovuto partire con lui per passare la vigilia di Natale a Genova con la sua famiglia, ma lui ha perso di nuovo la testa e mi ha cacciata di casa. Abbiamo passato il Natale separati e io ho portato via le mie cose da casa, ma poi a gennaio mi ha telefonato per chiedermi scusa, implorandomi di tornare e chiedendo perdono per il suo comportamento. Per dimostrarmi il suo pentimento mi ha regalato un anello e mi ha chiesto di sposarlo. Contro il volere dei miei e le perplessità dei suoi, abbiamo fissato la data per fine agosto: ci sposeremo, impegnandoci per sempre l’una con l’altro. Io so di amarlo, ma più la data si avvicina più vengo sopraffatta dai dubbi: e se la sua rabbia tornasse? Se lui ricominciasse a comportarsi in modo incomprensibile, una volta sposati, che ne sarebbe di me? Per favore, aiutatemi!

Bionda Dubbiosa


Risponde Rebecca:

“Cara Bionda Dubbiosa,

Cercherò di non dilungarmi e di andare dritta al punto: per prima cosa ringraziali, questi tuoi dubbi, perché potrebbero impedirti di fare un grande errore, dammi retta! Il matrimonio non è per tutti e, soprattutto, è una questione seria. Oggi, in particolare, è diventato una “questione per pochi eletti” e sai perché? Perché oggi non è più necessario sposarsi. Se ci si ama, ormai, si può tranquillamente convivere senza subire il giudizio di nessuno e questo abbattimento degli obblighi sociali ha fatto sì che il matrimonio sia diventato davvero un gesto su cui riflettere, e te lo dice una donna divorziata. Ebbene sì: anche io ho subito il fascino di questo rito atavico, di questo gesto da fiaba…che nel mio caso si è trasformato in un vero incubo e sai perché? Perché “Credevo fosse amore e invece era un calesse”, come dice il film di Massimo Troisi (1991), ma ormai la frittata era fatta. Tornando a te: ti starai chiedendo come faccia ad essere così certa delle mie parole. Ebbene, posso sbagliarmi, ovviamente, ma questa rabbia di cui parli e questi successivi pentimenti non mi convincono affatto…così come non mi ha convinto l’inizio della vostra storia: dici che “è stato amore a prima vista” e che lui “non ti ha più levato gli occhi di dosso”, ma ha fatto fare tutto a te, ci hai mai pensato? Se tu non gli avessi scritto, lui non sarebbe venuto a cercarti e sai perché? Perché eri tu ad avere la sua mail, così come sei tu che lo perdoni sempre, tu che devi fare le valigie per poi ritornare… e così via. Questo non è amore, credimi, questo è Narcisismo! Il Narcisismo di un uomo che ha bisogno di te per stare a galla, ma che allo stesso tempo con te se la prende di continuo, scaricando su di te i suoi problemi. Pensaci: tu stessa non riesci a definirla, questa sua rabbia, eppure giustamente la temi, e sai perché? Perché sai che tornerà, rovinandoti la vita. Quindi, per favore, rimanda il matrimonio e mettila davvero alla prova, questa convivenza: solo così, quando la rabbia di lui tornerà, tu potrai dartela facilmente a gambe…o quanto meno ragionare con lucidità, senza una fede al dito”.


Risponde Marina:

Cara amica, ci sono storie d’amore apparentemente normali che hanno in sé, invece, qualche nota stonata che rovina l’intero… concerto. Accade nella tua storia: un incontro occasionale, un colpo di fulmine, passione e litigio, amore e odio: gli ingredienti ci sono tutti, potrebbe pensare qualcuno. Non è così.

“Non toglierti gli occhi di dosso” non è stato solo interesse, è anche ossessione.

“Lasciarti la sua mail”, aspettando che fossi tu a contattarlo non è un gioco amoroso, è esercizio di dominio.

“Irascibilità e rabbia” quando non ci sono fatti contingenti a giustificarle, non è una questione di carattere, è fragilità nervosa, intemperanza psichica.

Prendere, lasciare, allontanare violentemente da sé, ritornare apparentemente a ragionare, sono segni di instabilità psichica. La violenza, non tanto nel vostro rapporto, quanto nella vita e nella personalità del tuo compagno è sempre in agguato. Non illuderti. Non passerà. Anzi, potrebbe già essere difficile lasciarlo senza traumi, litigi e persecuzioni. Il tuo compagno allo stato attuale non può essere un buon marito perché è una persona troppo problematica e malata. Non pensare neppure di salvarlo. Non puoi farlo tu. Restituisci anello e promessa di matrimonio, allontanati da lui e se occorre anche dalla tua città. Parla con franchezza anche con i suoi che dici già “perplessi”. Invitali ad aiutare il loro figlio, inducendolo a farsi curare da professionisti esperti. Non finire nella cronaca dei giornali ,come capita, purtroppo, a tante donne. Ti prego.