DUE DI CUORI: “Che fare con mio padre, fidanzato felice della badante ucraina?”

Pubblicato il 19 Febbraio 2018 in , , da Vitalba Paesano

Care Marina e Rebecca,

vi scrivo perché ho una preoccupazione che mi pesa sul cuore e, quando mi capita, l’unica soluzione per me è parlarne. È stato mio padre a farmi conoscere il vostro sito e, quando ho visto questa rubrica, ho pensato a voi come a persone “giuste” da coinvolgere, visto che di senior ne ascoltate tanti.

Mi chiamo F., ma per voi sarò il Figliol Prodigo, visto che i miei pensieri vanno appunto a mio padre. Ho cinquant’anni, lui ottantadue, ma il suo corpo ha incominciato a dare segni di decadenza. Non è autonomo già da due anni e, siccome purtroppo mamma è mancata dieci anni fa e io ho una famiglia di cui occuparmi, ora vive con una badante ucraina di nome Ana. All’inizio ci sono stati dei problemi tra loro, perché mio padre, colto, intelligente e lucidissimo, mal tollerava una presenza estranea in casa, ma poi, a poco a poco, tutto ha cominciato a filare liscio…e sapete perché? Mio padre si è innamorato di lei, di questa giovane donna dagli occhi azzurri e dalla pelle di porcellana. Papà, sempre devoto alla mamma anche solo nel ricordo, in dodici mesi ha perso la testa per questa matrioska che parla a stento italiano.

Potete pensare che io sia ancora aggrappato al ricordo di mamma, che era così altruista, così comprensiva, così diversa da questa donna capricciosa, che ha la metà degli anni di mio padre. Potete pensare che io sia razzista, e che il fatto che Ana non sia italiana faccia aumentare i miei pregiudizi in questa situazione. Me ne sono sentito dire di tutti i colori, anche da alcuni amici di mio padre, ma la realtà è che sono preoccupato.

Per ora la situazione è stabile, da mesi fanno i fidanzati felici: vanno a cena fuori e a volte perfino al cinema…e se un giorno decidesse di sposarla? Siamo sicuri che sarebbe poi lei ad assisterlo devota fino alla fine? Senza accelerazioni  e  vedovanze “accompagnate”?

So che è brutto parlarne, ma ci sarebbero anche problemi patrimoniali. Mio padre è anziano e lei giovane. È ovvio che sopravvivrebbe al marito, e io dovrei gestire la situazione, una volta che papà non ci fosse più.

Devo riconoscere, però, che lui in questo periodo  è felice. Questo è innegabile. Da quando il rapporto con lei si è addolcito, sembra rinato.

Che cosa devo fare? Confesso che non ci dormo la notte. Grazie per un vostro gradito consiglio.

Il Figliol Prodigo


Risponde Rebecca:

“Caro Figliol Prodigo,

le tue preoccupazioni sono assolutamente comprensibili, a mio avviso. Io credo nell’amore, ma di storie simili se ne sentono tante e molte donne straniere, ahimè, se ne approfittano. Ci sono anche persone sincere, questo è fuori discussione, ma statisticamente credo che i numeri siano a favore di donne che fanno di un matrimonio con un anziano un’occasione per ottenere la cittadinanza italiana e crearsi un piccolo patrimonio. La questione su cui, però, vorrei tu riflettessi, è questa: dici che vedi tuo padre felice. Dici che da quando sta con Ana “sembra rinato”. Ecco, questo secondo me è molto importante. Dichiararsi contrario a un eventuale matrimonio tra tuo padre e questa donna, rischierebbe di avvelenargli gli ultimi anni di vita. Di farlo soffrire. Quando si è vecchi si diventa egoisti, e io credo che tuo padre in questo momento stia pensando solo a sé. Non credi che, in fondo, sia giusto così? Ha dedicato la sua vita alla famiglia, e questa potrebbe essere un’ultima occasione di felicità. Non ho una vera risposta alla tua domanda, ti invito semplicemente a cambiare prospettiva e a “navigare a vista” per proteggere in ogni caso tuo padre. Riuscirai?

Rebecca”.


Risponde Marina:

Gentile amico,

ho letto la sua lettera con molta attenzione, domandandomi perchè avesse scelto di firmarsi “Figliol Prodigo”, citando la parabola che, come è noto, viene anche chiamata “parabola del figlio perso e ritrovato” oppure “parabola del padre misericordioso”. Nulla, quindi, in comune con la sua storia, visto che lei è sempre stato devotamente accanto a suo padre, compatibilmente con i suoi impegni personali e visto che suo padre, da quel che dice, non deve perdonarle nulla. Eppure questo “Figliol Prodigo” suona sospetto: sembra quasi lei senta di doversi far perdonare da suo padre proprio perché non condivide e anzi contrasta la sua storia con Ana. Come se lei dicesse: “Papà devo difendere io la storia di famiglia, la memoria della mamma, il patrimonio familiare da questa estranea che sta assumendo un ruolo diverso da quello richiestole originariamente. Io devo tutelare te e i numi familiari.” Troppo impegno per una persona sola, specie quando in gioco c’è il proprio rapporto affettivo con il padre.

Eppure questa sua citazione del Figliol Prodigo dice anche altro. Sono andata a rileggere la parabola che cita testualmente così: “…Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze….”. Caro amico, la risposta al suo quesito è già tutta nel modo in cui si è firmato. Non abbia paura di parlare apertamente a suo padre non di Ana o del suo vero/falso amore, ma della sua preoccupazione che il patrimonio familiare, almeno la parte che suo padre destinerà a lei, non vada disperso chissà dove. Parli del suo desiderio che proprietà e patrimoni passino ai suoi figli come lascito di un nonno buono e sapiente. Non abbia paura di sentirsi avido. “Lasciare eredità di affetti”, come citava il Foscolo, significa affidare a figli e nipoti i propri valori, spirituali e materiali. Ana può diventare una moglie comunque protetta, senza nulla togliere a lei e ai suoi figli. Basta un buon notaio a segnalare la formula più adatta al caso. E nessuno si sentirà ostacolato e non capito. Auguri