Due di cuori: Attenzione alle “Questioni di poco conto”

Pubblicato il 25 Maggio 2018 in , , da redazione grey-panthers

Ciao Marina & Rebecca,

vi scrivo per una questione che forse ai vostri occhi potrà sembrare di poco conto, ma per è molto importante. Sto da due anni con uomo, U., con cui ho un forte legame fisico e intellettuale, lo amo molto, ma da qualche tempo ho aperto gli occhi e devo ammettere che abbiamo dei problemi di convivenza. Il sesso tra noi è fantastico, e parliamo di tutto: non abbiamo segreti. Il problema è che siamo due persone molto diverse: lui molto razionale, pratico, io con la testa fra le nuvole e un temperamento artistico (di lavoro faccio l’illustratrice). Non sono una persona precisa e a volte faccio cose irrazionali, cosa che lo manda su tutte le furie. Il fatto è che per me, rispetto al sentimento che ci lega, sono questioni di poco conto ed ero convinta che anche per lui fosse così. E invece, conoscendolo meglio, mi sto accorgendo che per lui vivere con ordine e metodo è una questione di vitale importanza. All’inizio, grazie alla complicità dei primi tempi, si faceva subito la pace, ma adesso ogni piccola cosa è diventata fonte di litigio: lui mi ha attaccato l’etichetta di “casinista” e non ne usciamo più. Litighiamo per un nonnulla: da un vasetto di plastica gettato per sbaglio nell’indifferenziato, a un lavaggio sbagliato in lavatrice. Quello che più mi preoccupa è che molte amiche me lo avevano detto: “Non sottovalutare la quotidianità: all’inizio son sassolini, poi diventano valanghe”. Ma io la vedo diversamente: per me le cose importanti sono altre, e spero sempre che lui mi accetti per quella che sono. Che cosa posso fare?

Grazie per un consiglio.

Bianca


Risponde Rebecca:

 Cara Bianca,

questa equazione del “mi ama quindi mi accetta” è vera – a mio avviso – fino a un certo puto. Per lo più è un falso mito, nato da una visione romantica dell’esistenza. E’ vero che in una coppia armonica le differenze iniziali tendono a smussarsi e si finisce per trovare dei compromessi ma, ahimè, l’esperienza mi insegna che è difficile, anche quando c’è del sentimento, accettare l’altro senza discussioni. La vita di coppia è basata su un continuo confronto e bilanciamento delle due personalità individuali: una volta accetta uno, una volta è l’altro. Si trova infine un equilibrio, ma questo non vuol dire che l’altro ci accetti “tout cour”. Spesso ci vogliono anni prima di trovare la giusta sinfonia… e questa sinfonia non esenta da un contino confronto.  Quello che più mi colpisce (e un po’ preoccupa) nella tua lettera, Bianca, è la frequenza (e intuisco veemenza) dei vostri litigi: la dialettica è costruttiva in una coppia, ma non si può litigare in continuazione. Forse c’è dell’altro? Sei sicura che siano solo le questioni domestiche il problema? Non dico che la spazzatura nella vita di tutti i giorni non sia importante, ma tendo a pensare che spesso, dietro alle azioni quotidiane, si celino tensioni più profende: preoccupazioni, nervosismo, paure. Insomma, la classica punta dell’iceberg, dietro cui si cela altro. Il mio consiglio è di parlare apertamente con il tuo compagno e affrontare assieme il problema. Se è vero che vi dite tutto non sarà impossibile capirci qualcosa di più. E se il problema sono davvero due visioni della vita troppo diverse, occorrerà rifletterci. Forza e Coraggio!  


Risponde Marina:

Cara amica, il suo non è un problema da poco, non solo perché bisognerebbe stabilire qual è la soglia di caos e di disorganizzazione che il suo compagno può tollerare, per adeguarsi a quello standard e non superarlo mai per l’armonia della coppia (e della famiglia, pensiamo quando arrivano i figli che quanto a caos sono maestri!). Ma il suo problema mi sembra rilevante perché lei più volte nella sua lettera afferma che “sono questioni di poco conto” quelle che costituiscono la causa di tanti litigi. E finché le considera di poco conte, continuerà a sottovalutarle, a non considerarle importanti, quindi a non far nulla per cambiarle. Non è amore sottovalutare la sensibilità del proprio partner, le sue esigenze di ordine e di metodo senza le quali si sente disorientato. La inviterei a parlare con lui,  ma a riflettere molto anche da sola: non cerchi di dimostrargli che “sono questioni di poco conto”, ma cerchi piuttosto di considerarle lei conditio sine qua non. Auguri!