Musica per Natale – 1

Pubblicato il 17 Dicembre 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

L’Arpeggiata – The complete Alpha recordings

Christina Pluhar, Marco Beasley, Lucilla Galeazzi,  Johannette Zamer, Gianluigi Trovesi … – Alpha (6 cd)

Per chi ha saputo attendere, l’opera omnia dell’Arpeggiata, un cofanetto di 6 cd, è ora disponibile in edizione economica. Per soli 24 €, cinque capolavori del repertorio rinascimentale registrati da questo ensemble che riunisce gli interpreti più affermati del genere – come Christina Pluhar (arpa e direzione) Marco Beasley, Lucilla Galeazzi e Pino de Vittorio – a musicisti come il clarinettista Gianluigi Trovesi, importato dal jazz per un sorprendente All’improvviso – Ciaccone; Bergamasche … e un po’ di Follie (in cui la follia non è soltanto un genere musicale, ma abita tutta la registrazione).

Negli altri cd troverete la vivacità danzante di Kapsberger (musiche per liuto e vocali), la mistica sensualità di Stefano Landi, l’austerità luminosa di quell’archetipo degli oratori che è La Rappresentatione di Anima e di Corpo di Emilio de’ Cavalieri e la frenesia terapeutica di Tarantella Antidotum Tarantulae, in interpretazioni dense dei colori e dell’euforia ritmica di un Rinascimento sottratto a ogni paludamento museale. Interpretazioni che fecero sensazione e furono super-premiate, ed ancor oggi, grazie all’eccezionale qualità della realizzazione artistica e sonora, sono un riferimento.

Se per il prezzo – veramente minimo – non si ha altro, oltre ai cd, che uno striminzito libretto con le indicazioni indispensabili ad individuare brani e artisti, i testi originali – estremamente curati e completi – sono recuperabili su internet in edizione digitale.

Su YouTube une serie di estratti delle interpretazioni dell’Arpeggiata


Restando al Rinascimento, una preziosissima registrazione di uno dei capolavori di 

GesualdoCarlo Gesualdo, Principe di Venosa 

Responsoria 1611 – Collegium Vocale Gent, Philippe Herreweghe – PHI (79’26” + 47’10”)

In questo anno, quattrocentesimo anniversario della morte del Principe di Venosa, molto è stato registrato delle opere di questo tenebroso personaggio che marcò – prima ancora che la storia della musica – le cronache dell’epoca  con il suo comportamento stravagante e sempre eccessivo, sino all’assassinio – personalmente commesso o organizzato – della moglie Maria d’Avalos sorpresa in flagrante delitto d’adulterio e del di lei amante, Fabrizio Carafa, duca d’Andria.

Gli aristocratici spasimi mistico-musicali del Principe di Venosa, nutriti da variazioni cromatiche sorprendenti quanto inattese, evocano con l’incredibile modernità che ha sedotto tanti compositori del XX secolo – primo tra tutti Igor Stravinsky con il suo Monumentum pro Gesualdo – lo scorrere delle lacrime, gli sconvolgimenti del terremoto, gli spasimi dell’agonia di Cristo sulla croce ecc. Interpreti ideali e confermati, il Collegium Vocale Gent diretto da Philippe Herreweghe che trova nella chiesa del villaggio di Asciano, in Toscana, un’acustica ideale per le caratteristiche sonore e drammatiche delle opere di Gesualdo.

Ascoltate i Responsoria 


RoussetJohann Sebastian Bach

Das wohltemperierte Klavier, zweiter Teil – Christophe Rousset: clavicembalo – Aparté (76’00” + 81’05”)

Esistono opere, come il Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach, che, pur essendo, a giusto titolo, considerate un monumento – l’«Antico Testamento» della musica classica – non perdono mai una sorte di freschezza che le rende sempre attuali. E come se, rivelando ogni volta all’interprete un nuovo punto di vista, sorprendendolo, attraverso questa sorpresa si permetta anche a noi – ascoltatori attenti per quanto profani – di scoprirne un nuovo aspetto, sino ad ora ignorato.

Scritto un ventina d’anni dopo il primo Libro, questo secondo Libro rappresenta il testamento spirituale e musicale del compositore, come un suo autoritratto ed, al tempo stesso, un panorama stilistico delle differenti maniere di suonare il clavicembalo per l’interprete che deve «trovare la sua strada per sentieri impervi attraverso una foresta tanto intricata quanto incantata» (dixit Christophe Rousset).

Le sonorità dello strumento, uno splendido Ruckers del 1628, registrato nell’appartamento del Delfino al castello di Versailles, illuminano meravigliosamente la trama degli infiniti itinerari di questo capolavoro.

ps: rileggo, in questi giorni, Le avventure di Arthur Gordon Pym di Nantucket, e mi colpisce  questa proposizione di Edgar Allan Poe: «Insomma, comunque si considerino le cose, nulla è più sorprendente del senso di riflessione […] manifestato, e nulla, a colpo sicuro, è meglio fatto per provocare la meditazione in ogni intelligenza umana ben ordinata.» Ho immediatamente e spontaneamente associato la considerazione, così ben formulata, alla musica di Bach, a questo Clavicembalo ben temperato, appunto – o all’Arte della fuga; ebbene no ! Poe parla qui delle isole Kerguelen e della «folla di pinguini che vanno e vengono attraverso le stradine strette mentre altri marciano, con la pomposa andatura militare che li caratterizza, lungo la larga pista comune che fa il giro dell’insediamento.»

Non so se Poe praticasse la musica del divino Johann Sebastian, e non credo che egli abbia frequentato le isole Kerguelen; il che rende ancora più bizzarra e misteriosa questa associazione così ben formulata …

Ascoltate il Clavicembalo di Rousset  


Ed ecco lo stesso Rousset in due opere del grande repertorio barocco francese:

phaetonJean-Baptiste Lully

Phaéton – Gonzales Toro, Perruche, Druet, Arquez, Foster-Williams, Caton, Les Talens Lyriques, Christophe Rousset – Aparté (79’ + 74’)

Seconda opera – dopo Bellérophon – del fiorentino Lulli – ormai divenuto Lully e naturalizzato francese – ad esser registrata dai Talens Lyriques diretti da Christophe Rousset, Phaéton racconta l’allegoria mitologica del figlio di Apollo che volle condurre il carro del sole al posto del padre, ma ne perde il controllo provocando nella sua folle corsa attorno al mondo disastrosi incendi in tutti i paesi sorvolati. Giove punisce il temerario che, folgorato, precipita al suolo, e Lully, sovrintendente della musica di Louis XIV – le Roi Soleil – e massimo rappresentate dei gusti musicali di quella corte, trionfa con questa allegorica rappresentazione della disgrazia del sovrintendente Fouquet, che aveva osato sfidare il potere reale con l’ostentazione degli splendori del castello di Vaux-le-Vicomte (l’opera, ricca di trovate drammatiche e musicali, fu una delle più popolari del compositore; « la gente fischiettava le sue arie a Versailles e sui ponti di Parigi» – Christophe Rousset).

L’ambizioso Fetonte si perde avendo ottenuto dal padre Apollo il permesso di guidare il suo carro per illuminare l’universo; più sicuramente Christophe Rousset guida il cocchio dei Talens Lyriques illuminando l’universo musicale della tragedia lirica barocca e terminando il suo volo con un atterraggio trionfale su una pista di premi e riconoscimenti internazionali

Ascoltate il Phaéton di Rousset 


herculeAntoine Dauvergne

Hercule mourant – Les Talens Lyriques, Christophe Rousset, Foster-Williams, Gens, Gonzalez Toro, Les Chantres du Centre de musique baroque de Versailles – Aparté (2cd – 2h19’)

Un’altra prima mondiale di Christophe Rousset e dei Talens Lyriques, che da tempo conducono per Aparté un programma di rivelazione di capolavori dimenticati della musica barocca. Con questo Ercole morente, di grande intensità drammatica, e in uno stile severo e nobile, Antoine Dauvergne si rivelò sulle scene de l’Academie Royale come il più geniale dei successori del maestro, Jean-Philippe Rameau. I contemporanei apprezzarono quel che oggi Rousset ci ripropone, una musica «virile e vigorosa» un tono «sinceramente patetico» al di là di tutti manierismi dell’epoca, e quell’aspirazione al sublime di cui il Siècle des Lumières cercava di definire il linguaggio: lo stile francese, insomma, nella sua più compiuta affermazione.

Ascoltate Hercule mourant di Rousset  


il-PergolesePergolèse

Maria Pia de Vito, François Couturier, Anja Leichner, Michele Rabbia – ECM (60’)

Le ardite trascrizioni della musica del grande Giovan-Battista Pergolesi, un progetto del festival Pergolesi-Spontini di Jesi. Opera degli interpreti – gli italiani Maria Pia de Vito – voce – e Michele Rabbia – percussioni – del francese François Couturier, pianoforte, e delle violoncellista Anja Leichner – questi arrangiamenti fanno del repertorio sacro e operistico del compositore – marchigiano di nascita ma napoletano per educazione cultura – materia di improvvisazione ispirata, rivisitando in maniera assolutamente – e coraggiosamente – contemporanea le relazioni di Pergolesi con la sensualità e l’umorismo della musica napoletana, conservandone tutta la freschezza e la grazia.

Non è la prima volta che la musica di Pergolesi offre uno spunto originale e ricco di fermenti all’opera di musicisti provenienti da tutt’altri orizzonti – primo tra tutti, ed ancora una volta (vedi quanto scritto per Carlo Gesualdo, Principe di Venosa), Igor Stravinsky che nel suo balletto Pulcinella, utilizzava temi di Pergolesi o a lui attribuiti, come «Chi disse che la femmena» – usato anche in questo disco.

Ma qui l’impresa è più coraggiosa ed interviene a diversi livelli, dal testo latino dello Stabat Mater, tradotto in napoletano da Maria Pia de Vito ai paesaggi acustici pieni colori e di spazi nei quali l’elettronica e le percussioni si fondono, ed il violoncello si confonde con la voce.

Ascoltate il Pergolèse  


EllingtonNutcrackers Suites

Piotr Ilych Tchaikovsky, Duke Ellington & Billy Strayhorn – Harmonie Ensemble / New York, Steven Richman – Harmonia Mundi (54’17)

Du questa trascrizione della Suite del balletto Lo schiaccianoci di Tchaikovsky esisteva già una registrazione dello stesso Ellington, del 1960, ripubblicata 30 anni dopo assieme alla Suite del Peer Gynt di Grieg; l’originalità di questo scintillante cd è la coraggiosa associazione dell’originale con la versione jazz, utilizzando gli stessi componenti dell’Harmonie Ensemble di New York.

Lo schiaccianoci è certamente una delle opere più accessibili di tutto il repertorio classico ed una delle più eseguite, sia in forma di Suite che nella sua versione balletto – malgrado essa fosse (sembra) una delle meno amate dal compositore. L’idea della trascrizione jazz venne da Billy Strayhorn, l’alter ego di Ellington, «il mio braccio destro, il mio braccio sinistro, tutti gli occhi dietro la mia testa, le mie onde cerebrali nel su cranio e le sue nel mio», come diceva di lui il grande Duke. L’operazione fu coraggiosa e senza troppi scrupoli, e i due compari non esitarono a sconvolgere la partitura di Tchaikovsky per adattarla all’inconfondibile stile di Ellington. Nel libretto originale del 33 giri, Ellington dichiarava che i Fiori non amavano il valzer, ed infatti aveva trasformato il famoso Valzer dei Fiori in un vigoroso 4/4, il brano che ha più swing di tutta l’opera …

Sta di fatto che questo disco è certamente il più divertente ed eccitante di questa mini-serie di suggerimenti per un regalo in musica, ed il più adatto a far la gioia sia dei reticenti al classico che dei raffinati collezionisti che hanno, o pensano di avere, tutto.

Ascoltate lo Schiaccianoci nella versione di Duke Ellington