I dischi del mese: novembre ’13- 3

Pubblicato il 29 Novembre 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

Domenico Scarlatti

Complete Sonatas vol.12 – Enrico Baiano: clavicembalo e fortepiano – Stradivarius (71’17”)

Un nuovo cd Stradivarius dell’integrale delle Sonate – o Esserciziper gravicembalo di Domenico Scarlatti che, tranquillamente, è arrivata al dodicesimo volume della monumentale impresa. Di alcune di queste 555 Sonate esistono innumerevoli edizioni – tutti i grandi pianisti se ne sono appropriati per farne un elegante pretesto di esibizione de loro virtuosismo – ed ancora oggi molti pianisti considerano queste Sonate come dei pezzi brillanti e disimpegnati, buoni giusto per sgranchirsi le dita all’inizio del concerto, così che i ritardatari non si perdano niente di veramente importante … (Enrico Baiano) – più un paio di integrali che richiedono non meno di 34 cd per contener tutto. Come quella, storica, del canadese Scott Ross, registrata dal giugno 1984 al settembre 1985, e arricchita di una 556esima Sonata, invenzione dell’interprete, passata senza che nessuno si rendesse conto della scherzosa sopercheria.

Il fatto è che queste Sonate perdono, diluita nella quantità, la loro identità: riconosciamo le più sovente eseguite perché esse sono ormai divenute un tormentone, mentre le altre si disperdono nella ripetitività di un esercizio che le tritura riducendole al vano scintillare di infinite immagine caleidoscopiche. È stata quindi una buona idea quella di Stradivarius, che per questa integrale – affidata nella sua organizzazione alla clavicembalista e musicologa Emilia Fadini – ha fatto appello a differenti clavicembalisti, tra i quali la stessa Fadini e due dei suoi allievi favoriti, Enrico Baiano e Ottavio Dantone.

L’affascinante interpretazione di Enrico Baiano –  che non si limita a un puro esercizio di stile – è animata da una vitalità nutrita non soltanto dello straordinario virtuosismo del clavicembalista napoletano, ma da una teatralità che rende ogni Sonata un piccolo capolavoro a sé, nell’atmosfera di sonorità sempre differenti.

L’idea geniale è stata, infatti, di utilizzare, per la registrazione, tre diversi strumenti: due clavicembali ed un fortepiano, strumenti che sono al tempo stesso partners e interlocutori. Se i clavicembali – del francese Olivier Fadini – sono lo strumento più evidente per le Sonate più frementi come le Sonate in Sol maggiore F.84/K.125 Vivo, la Si bem. maggiore F.496/K.545 o la fa minore F.333/K387b Veloce e Fugato, acrobatiche e vertiginose, il fortepiano (di Ugo Casiglia) ci fa riscoprire le atmosfere di uno Scarlatti insospettato – le Sonate in sol minore F.372/K.427 Andante o la F.497/K.546 Cantabile, dalle languide sonorità più arrotondate e sognanti.

Preziosa la qualità della registrazione, che privilegia uno spazio chiuso e prossimo – lo strumento interlocutore, appunto – evitando ogni artificiosa spazialità tramite la riverberazione.

ascolta lo Scarlatti di Enrico Baiano 


KrivineModesto Mussorgsky (Maurice Ravel), Nicolay Rimsky-Korsakov

Quadri d’una esposizione, Schéhérazade – Orchestra Filarmonica di Lussemburgo, Emmanuel Krivine – Zig-Zag Territoires (74’23”)

Un altro disco con un programma per il quale la teatralità è la chiave dell’interpretazione (stavo per scrivere «della regia»). Due opere maggiori della scuola russa – anche se per i Quadri d’una esposizione è l’orchestrazione di Maurice Ravel che determina il carattere e la luminosità cromatica della partitura, temperando la rudezza dell’originale per pianoforte di Mussorgsky.

La Filarmonica di Lussemburgo non è certo una delle orchestre che già per la loro presenza fanno presagire la qualità dell’interpretazione – come le grandi Filarmoniche di Berlino e Vienna, o il Concertgebouw d’Amsterdam, ma sotto la bacchetta di Emmanuel Krivine essa diventa uno strumento agile e convinto, docile nell’adattarsi alla molteplicità dei «cambiamenti di scena», senza mai decadere nel technicolor della facilità, negli effetti da cartone animato.

Krivine è il sontuoso regista di questa magica registrazione. Personaggio singolare nel panorama della musica classica questo direttore che sempre sorprende nelle sue non frequenti apparizioni non è certo di quei musicisti che danno quasi sempre l’impressione di annoiarsi – e che, di conseguenza, non possono che annoiare. «Quando si dirige tutte le sere, con dodici carte di credito nel taschino del frac, c’è sempre un momento nel quale l’ispirazione se ne va – ed, in ogni modo, non si può certo appoggiare su un bottone per essere ispirato … Anch’io che sono nel sacerdozio, un monaco-soldato, il contrario di un routinier (un abitudinario), mi capita di sorprendermi certe sere in modo «pilota automatico», e non ne sono certo fiero. Il ritmo delle carriere a successo è troppo elevato, e si guadagna troppo ! ma questo non scrivetelo …».

Ed è lui il primo a dar l’esempio, con una carriera tutt’altro che vertiginosa e sempre significativa, ma sopratutto con l’esperienza della Chambre Philharmonique, l’ensemble che ha creato e che dirige, ed i cui membri – intermittenti – si cooptano per concerti «democratici» per i quali il direttore riceve lo stesso compenso che gli strumentisti.

ascolta la Filarmonica di Lussemburgo diretta da Emmanuel Krivine