I dischi del mese: novembre ’13- 1

Pubblicato il 8 Novembre 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

Transfigurations

Pez, J.S. Bach, Geminiani, Pontiel, Corrette, Marini, Merula, del Biabo – Les Esprits Animaux – Ambronay (71’55”)

Ancora un piacevole disco «a programma», secondo una tendenza che propone un nuovo tipo d’ascolto, collegando i brani più noti del repertorio classico alle loro meno conosciute sorgenti di ispirazione: canzoni da taverna, ballate, arie tradizionali e improvvisazioni, seguendo gli itinerari, talvolta evidenti, altre volte misteriosi, che i temi musicali percorrono da sempre, partendo dalle loro sorgenti popolari per raggiungere – più o meno trasfigurati – il gran fiume del repertorio classico.

Les Esprits Animaux – il suo nome è un riferimento agli Spiriti Animali – per Cartesio corpuscoli invisibili che, portati dal sangue, trasportano le emozioni sino alla ghiandola pineale raggiungendo in tal modo l’anima – è un giovane ensemble formato quattro anni or sono da allievi provenienti da tre continenti che si son ritrovati al Conservatorio reale de La Haye (Olanda) – da sempre un vivaio di interpreti che affrontano con nuova attenzione il repertorio barocco.

489px-Descartes_diagramAl di là del loro approccio, approfondito ma senza alcuna pesantezza, ai classici, noti e meno noti, in programma – dal Bach esoterico dei contrappunti dell’Arte della Fuga e dei 14 canoni formulati come tanti indovinelli, scritti sul rovescio della copertina di una versione manoscritta delle sue Variazioni Goldberg, al Geminiani delle Sonate per violino ed alle composizioni piene di colore e di vitalità del francese Michel Corrette e di Biagio Marini – Les Esprits Animaux rinnovano col loro entusiasmo e con la vivacità degli accostamenti i significati di queste musiche che – confrontate alle sorgenti delle loro ispirazioni – si rivelano nell’evidenza della metamorfosi.

E con bizzarre storie in filigrana, come quella di «Fuggi, fuggi», di un certo Giovannino del Biabo (chi era costui?), divenuta nel ‘600 la Sonata sopra «Fuggi dolente core» di Biagio Marini, poi la famosa danza La Mantovana, che, diffusa in tutta l’Europa, servirà da tema a numerose canzoni che fanno oggi parte del repertorio popolare, sino a divenire l’inno nazionale israeliano (l’autore, Samuel Cohen, pensava che si trattasse di una canzone popolare ebrea della sua Moldavia natale …).

O la romantica avventura dell’aristocratico piemontese Davide Rizzio (o Riccio, conte di San Paolo Solbrito), musicista dilettante e segretario di Maria Stuarda, regina di Scozia, e – sembra – suo amante, che aveva trascritto qualche gioiello della musica popolare scozzese, poi trasformato da un altro italiano emigrato in Inghilterra – Francesco Geminiani – in raffinate Sonate (con un finale tragico, questa volta: Lord Darnley – che evidentemente non apprezzava né il tradimento della reale consorte né la musica tradizionale – fece trucidare l’indiscreto segretario e distruggere la sua musica).

Bush aboon Traquair (Il boschetto presso Traquair) e The last time I came o’er the Moor (L’ultima volta che sono venuto nella brughiera) ed altri temi popolari sono interpretati con la sognante disinvoltura di musicisti di professione che possono mettere il loro raffinato virtuosismo a disposizione di queste musiche, semplici e scritte da e per rustici dilettanti, ma ricche delle idee originali che da sempre alimentano le sorgenti della musica classica. E con esse le loro elaborate Trasfigurazioni, senza mai mummificarle nel loro nuovo ruolo di «musica seria».

ascolta Transfigurations


LankovaIrina Lankova plays Schubert 

Irina Lankova: pianoforte – Indesens (79′)

Uno Schubert giovane, della disperata, incompiuta giovinezza vissuta sino alla morte che spense soltanto il suo fragile corpo lasciando intatta l’aura di quella musica che era stata tutta la sua vita, il suo struggente modo di comunicare, di dare gioia a quanti gli furono vicini nei momenti vibranti della creazione e di quelle esaltanti occasioni che erano le schubertiadi, serate in cui le sue composizioni vocali o per il pianoforte venivano create, eseguite per la prima volta, davanti ad un piccolo gruppo di amici e musicisti.

Sembra che Schubert abbia avuto un pianoforte tutto per lui soltanto qualche settimana prima della sua morte, così come soltanto qualche mese prima aveva avuto luogo il primo concerto dedicato esclusivamente alle sue composizioni; ed io sento ogni concerto, ogni disco dedicato alla sua musica, sopratutto per il pianoforte, come una patetica compensazione di queste ingiustizie che possono oggi sembrarci assurde, ma che all’epoca erano la condizione abituale di tanti giovani artisti.

Irina Lankova è l’interprete ideale di questo omaggio, giovane e romantico, ricco di una fresca spontaneità non distratta dal virtuosismo né da un eccesso di contemplazione, di riflessione sulla fragile umanità e sulla solitudine degli ultimi anni che hanno generato di queste composizioni. La scelta di tempi lenti per sviluppare la divine longueur di questa musica, realizzando la sospensione del tempo voluta dal compositore nella speranza di un mondo migliore, illumina la pace interiore di queste opere animate da una gioia e da un’esaltazione difficili da immaginare in tanta disperazione.

ascoltate Irina Lankova nell’Impromptus D.899 e nei Klavierstücke D.946


 SchömbergArnold Schoemberg, Anton Webern

Verklärte Nacht, Chamber Symphony #2, Langsamer Satz – Orchestra da camera di Losanna, Heinz Holliger – Zig-Zag Territoires (61’53”)

Prima collaborazione di Zig-Zag Territoires con Heinz Holliger e l’Orchestra da camera di Losanna, questo disco presenta due opere chiave della scuola di Vienna, composizioni scritte negli ultimi giorni de XIX secolo ed all’alba del XX, ancora legate al periodo che le precede – sopratutto a Wagner – ma già volte a quello che sarà il futuro, le rivoluzioni musicali del XX secolo, dall’abbandono del sistema tonale sino alla dodecafonia ed a tutto quel che – più o meno confusamente – segue.

La Verklärte Nacht (La notte trasfigurata) è un’opera ancora romantica di Arnold Schoenberg, influenzata – come si è detto – da Brahms e Wagner, ma nella quale già la tonalità si dissolve in una velenosa sensualità. Composta in meno di tre settimane, è ispirata da un poema di Richard Dehmel che racconta la passeggiata notturna di una coppia: la donna confessa che attende un figlio da un altro uomo, ma l’amante la conforta sull’importanza di questa maternità e la rassicura: egli è pronto ad accettare come sua questa creatura, e la passeggiata prosegue serena sotto la luna della notte trasfigurata.

Questo poema in musica è dedicato a Mathilde, sorella del compositore e direttore d’orchestra Alexander von Zemlinsky che Schoenberg venticinquenne sposerà poco più tardi. La notte trasfigurata fu bocciata dal Tonkunstlerverein – la più importante società di concerti da camera viennese – tra l’altro poiché conteneva accordi non previsti dai trattati di armonia. Presentata, comunque, in concerto suscitò «tumulti e pugilati» e fu accolta da violente stroncature. Più tardi Schoenberg ne realizzerà una trascrizione per orchestra d’archi – quella qui presentata – ed anche grazie a questa versione l’opera raggiungerà una grandissima popolarità, sicuramente superiore a quella delle sue altre composizioni atonali e dodecafoniche.

Egualmente romantica è la genesi del Langsamer Satz (Movimento lento) di Anton Webern, ed egualmente influenzato da Brahms e Wagner e dedicato alla donna che avrebbe dopo poco sposato: «Il nostro amore si eleva sino ad altezze infinite e riempie l’universo. Due anime ebbre».

L’interpretazione di Heinz Holliger con l’Orchestra da camera di Losanna è raffinata e profonda. Holliger, grande oboista, protagonista del repertorio per il suo strumento, dal barocco al romantico e contemporaneo, e compositore, si è da qualche anno convertito alla direzione d’orchestra; le sue registrazioni non sono troppo frequenti ma tutte significative. Prepara un’integrale della musica orchestrale di Robert Schumann che attendiamo con curiosità.

ascolta Schoemberg e Webern diretti da Holliger   

 

3 thoughts on “I dischi del mese: novembre ’13- 1

  1. il est vrai, chère Thérèse,
    même si on est tout à fait ignares, si on refuse Wagner et on ne connait pas les poèmes de Dehmel, cette musique nous donne une grande secousse et laisse une trace profonde – qu’on dechiffrera, peut-être – plus tard
    ( è vero, cara Thérèse,
    anche se si è assolutamente ignari, se si rifiuta Wagner e non si con conoscono i versi di Dehmel, questa musica dà un grande scossone e lascia una traccia profonda – che si decifrerà, forse, più tardi )

  2. Avec le Contrepoint de l’Art de la Fugue, d’une beauté immense, tous les interprètes qui jouent vraiment, comme on aimerait jouer soi-même ! nous offrent un enregistrement magnifique, nous font véritablement entrer dans la musique elle-même … et les autres oeuvres … un chemin en mouvement, une métamorphose entre profondeur et expression, entre musique et jeu, de la vibration sonore à la poésie !
    Pour davantage de musique !
    Thérèse

    Con il Contrappunto dell’Arte della Fuga, di immensa bellezza, tutti gli interpreti che suonano veramente – come si amerebbe poter suonare noi stessi! – ci offrono una versione magnifica, facendoci veramente entrare nella musica … e le altre opere … un cammino in movimento, una metamorfosi tra profondità ed espressione, tra musica e gioco, dalla vibrazione sonora alla poesia !
    Per ancor più di musica !
    Thérèse

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