I dischi del mese: luglio 2013 – 2

Pubblicato il 18 Luglio 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

R. Schumann, A. Dvorak

Piano concertos – Francesco Piemontesi : pianoforte, BBC Symphony Orchestra, Jiri Belohlavek – Naïve (74′)

Concepito inizialmente come una Fantasia per pianoforte e orchestra, «tra sinfonia, concerto e grande sonata» – secondo la definizione del compositore – il Concerto per pianoforte di Robert Schumann trovò la sua forma definitiva quattro anni dopo (nel 1845) con l’aggiunta di un intermezzo e di un finale che rendevano – secondo gli editori – più commerciabile questo capolavoro venuto a colmare il vuoto che i concerti di Beethoven avevano creato attorno alla loro irraggiungibile perfezione.

Francesco Piemontesi dà di questo Concerto una versione poetica, in un grande slancio lirico e rinunciando ad ogni virtuosismo dimostrativo – che Schumann aveva peraltro esplicitamente escluso dall’opera, forse anche a causa della sua mano destra, seriamente handicappata, e pur se il Concerto era stato inizialmente concepito per la moglie Clara, una delle più grandi concertiste della sua epoca.

Tutto il virtuosismo dell’interprete è riservato, invece, al Concerto di Antonin Dvorak, che sembra averlo scritto senza minimamente preoccuparsi delle dieci dita dell’interprete e delle loro possibilità. Raramente presente nel repertorio discografico ed ancor meno nei programmi delle nostre stagioni concertistiche, è stato lodevolmente scelto dal giovane e valoroso pianista svizzero per completare il cd offrendoci un panorama più completo delle sue capacità e facendoci riscoprire un’opera fondamentale, anche se trascurata, del compositore céco (e del repertorio concertistico), con le sue ricche sonorità orchestrali e il suo gioioso finale.

ascolta Francesco Piemontesi


BeyerPortrait

Amandine Beyer : violine – Zig-Zag Territoires (65’28” + 56’03”)

Non credo molto – anzi per niente – al significato delle statistiche in campo artistico o più particolarmente musicale, né ho voglia, in una giornata così calda come oggi, di andare a verificare e fare i conti, ma mi sembra evidente e significativo il netto predominio femminile tra gli interpreti recensiti e lodati in questi primi mesi e nella trentina di cd che vi ho proposto. Una superiorità tranquilla e che non ha bisogno di superlativi per esser illustrata.

Come quella di Amandine Beyer, da anni una protagonista nel campo – peraltro molto ben frequentato – dell’interpretazione barocca su strumenti originali. I due cd di questo cofanetto si presentano come il «Ritratto» della violinista, anche se il libretto che li accompagna non presenta alcuna nota biografica; soltanto una divertente e interessante intervista che, molto meglio che una lista di diplomi, concorsi vinti e relative medaglie, illustra le idee e le virtù dell’artista.

Come il nome dell’ensemble che Amandine ha creato e che l’accompagna, Gli Incogniti: «Il [nostro] gruppo (piccolo, medio o grande) ci permette di sperimentare l’ascolto, lo scambio, l’amicizia, le affinità, la democrazia, e, sopratutto, il piacere d’interpretare.» E come la grazia e la gioia di vivere presenti in queste sue interpretazioni, rigorose senza essere rigide, e che ci fanno quasi sempre scoprire qualcosa di nuovo anche in musiche universalmente – stavo per dire eccessivamente – conosciute, come Le quattro stagioni di Vivaldi, qui rappresentate da un Inverno fremente e scintillante di fiocchi di neve ed aurore boreali.

Ed il Concerto grosso op.6 n°8 «Fatto per la notte di Natale», di Arcangelo Corelli, preziosa anteprima dell’integrale dell’opus che uscirà in autunno.

ascolta Amandine Beyer  

ps : sabato 20 luglio – 20h30 – Amandine Beyer nel quadro del Festival Milano Arte Musica, Festival Internazionale di Musica Antica, Chiesa di San Bernardino alle Monache, con le Sonate Op. 1 di Arcangelo Corelli

http://www.lacappellamusicale.com/index.html

e domenica 21 luglio – 21h00 – Teatro Sanzio à Urbino nel quadro del Festival di Musica Antica di Urbino, con le FALSE CONSONANCES OF MELANCHOLY


Voyage Musical en terroirs de France 1Voyage musical en terroirs de France

Stéphane Spira : pianoforte – distribuzione DOM/Forlane (60′)

Chi sa perché Stéphane Spira, musicista raffinato e sensibile, ha voluto illustrarsi sulla copertina – in olografia 3D, come le foto miracolose del Sacro Cuore o di Padre Pio … – di questo suo primo cd nelle vesti – e con il mantello rosso – di un super-pianista svolazzante sulla foto aerea di una campagna che si immagina francese, con una mano sulla tastiera del pianoforte, mentre con l’altra ci invita a questo viaggio musicale (difficile tradurre «terroir», un termine associato, di solito in Francia, ai vini o alla gastronomia regionali).

A parte quest’originalità iconografica – che potrà scoraggiare, o dare un’idea errata a proposito del contenuto del disco – il programma è interessante e, sopratutto, ben eseguito. Stéphane Spira ha scelto le brevi composizioni di due compositori poco conosciuti, il meridionale, e legato alle sue radici occitane, Déodat de Séverac, e il bretone Paul Le Flem, associandole a quelle dei più conosciuti Chabrier (Auvergne) e Poulenc, elegante e parigino sino alla punta delle unghie (come si dice in Francia).

Come pausa, e collegamento, tra l’uno e l’altro, quattro brevi composizioni di Claude Debussy, nume tutelare e rappresentante principe di questa musica, aristocratica senza essere superficiale e descrittiva senza decadere nella retorica. Stéphane Spira ha nella sua tavolozza tutti i colori per illuminare la varietà di questi paesaggi, illustrandone con evidenza la varietà anche per chi non ha avuto occasione di conoscere tutto il fascino della provincia francese.

(oltre ai brani che potrete ascoltare integralmente cliccando sul nome dei compositori, troverete qui la presentazione del cd)