I dischi del mese: agosto 2013 – 2

Pubblicato il 14 Agosto 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

Le Parler et le Silence

The Attaignant Consort – Ramée (68’33”)

Per primo fu il flauto barocco, a rivelarci la sua vera, preziosa sonorità – anche se agli inizi velata dagli spasimi e dagli ansiti di una tecnica non ancora ben controllata. È, ormai, inconcepibile che la musica barocca – ma anche Mozart e Beethoven – vengano eseguiti con uno strumento moderno, il cui suono, troppo spesso strombettante o eccessivamente vibrato, mal s’adatta all’elegante e ed articolata poetica di quelle composizioni, e non pochi sono i flautisti virtuosi che allo strumento barocco, nelle sue numerose declinazioni – poiché esso ha saputo evolvere, prima che Theobald Böhm lo rinnovasse completamente -, dedicano esclusivamente la loro arte.

Soltanto recentemente, invece, è stato resuscitato il «traversiere» che in epoca rinascimentale fu l’alternativa – e non casuale! – del flauto a becco che era stato, invece, per lungo tempo usato per l’esecuzione moderna di quelle musiche, ma che è meno adatto ad evocarne l’ideale, che è di imitare la voce e il canto umano per mezzo di una articolazione raffinata, dell’espressività del suono e della finezza delle sfumature dinamiche.

Da solo o in consort di più strumenti di varia tessitura, con o senza l’accompagnamento del liuto di Nigel North, l’Attaignant Consort – creato quindici anni or sono dall’australiana Kate Clark e Marcello Gatti (fratello del celebre violinista barocco Enrico) assieme ad altri due flautisti, di origine francese e olandese, e con la preziosa collaborazione del «fattore» Giovanni Tardino che ha ricostruito, partendo da modelli antichi, i vari strumenti – esplora le affascinanti sonorità di questo strumento sino ad ora pochissimo conosciuto.

Questo cd – il secondo dell’ensemble, dopo Madame d’amours, sempre per Ramée – presenta, in un repertorio di arie di corte, chansons, mottetti, fantasie strumentali e diminuzioni virtuosistiche, la vitalità sorprendente e la squisita delicatezza delle musiche dalla fine del XV° al XVII° secolo, illustrando, inoltre la transizione ad un altro stile di musica e ad un altro strumento, il flauto barocco, nelle sue prime apparizioni, «inventate» dalla famiglia Hotteterre.

ascolta The Attaignant Consort


 

Bach:CavéJohann Sebastian Bach

 

Concerti, Capriccio, Aria – Olivier Cavé : pianoforte – Aeon (62’11”)

 

Siamo tutti dei pellegrini alla ricerca dell’Italia, scriveva Goethe. Ed uno dei più illustri, se non il più illustre – almeno musicalmente – fu Johann Sebastian Bach, anche se in Italia non ci venne mai.

Viaggiò in Italia attraverso la musica dei suoi compositori dell’epoca – Vivaldi, sopratutto, che conobbe grazie à Pisendel, ma anche Bendetto e Alessandro Marcello, Arcangelo Corelli e Giuseppe Torelli – e di questi suoi viaggi studiosi e devoti ci fece il suo resoconto, musicale anch’esso, nella forma di trascrizioni per l’organo o il clavicembalo. E non soltanto, poiché non poche delle sue composizioni – come il Concerto italiano, furono sintesi e parodia di quella fantasia e di quelle atmosfere che egli tanto amava.

Olivier Cavé, pianista svizzero, ci propone, in questo cd, un’interpretazione raffinata e sensibile dei due Concerti da Vivaldi, di un Concerto per ciascuno dei due fratelli Marcello, «patrizi veneti dilettanti di contrappunto», assieme al Concerto italiano ed all’Aria variata alla maniera italiana ed al Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo, che sin dal titolo – formulato, appunto, in italiano – manifesta le sue intenzioni.

ascoltate Bach «all’italiana»


 

 

LatryTrois siècles d’orgue à Notre Dame de Paris

 

Olivier Latry – Naïve (77′)

 

La cattedrale di Notre Dame, a Parigi, monumento della cristianità e seconda meta turistica – dopo la Tour Eiffel, con 13 milioni di visitatori ogni anno – non ha una buona reputazione musicale. Il suo organo è all’altezza del luogo che lo ospita : dal 1400, quindici «fattori» hanno lavorato a restaurarlo e rinnovarlo, rendendolo sempre più ricco e moderno, e 52 organisti si sono succeduti alla sua tribuna – dai primi, oscuri, canonici ai Couperin e Daquin del Grand Siècle – che cominciarono ad attirare già allora le folle dei melomani – a Balbastre che salvò lo strumento – e certamente la sua testa – con gli arrangiamenti per quel grand’organo, eretto a gloria della Chiesa e della Monarchia, dei canti rivoluzionari : La Marsigliese e il Ça ira! (qui registrati), sino al XX secolo, con Luis Vierne e Pierre Cochereau, virtuosi e improvvisatori senza pari.

Ma l’acustica del sacro luogo non è, ohimè, all’altezza di tanta storia, e la folla che accorre tutte le domeniche pomeriggio ad ascoltarne i concerti, è piuttosto distratta e frastornata dalle sonorità grandiose ma confuse, che sedotta  ed elevata dalle più o meno mistiche armonie e dagli agili contrappunti.

I miracoli della tecnica, e l’abilità dei tecnici del suono, hanno tuttavia giovato alla registrazione di questo interessante cd, nel quale Olivier Latry – che già a 23 anni era organista titolare a Notre Dame, ed è oggi uno di virtuosi più singolari dello strumento, sopratutto nel repertorio contemporaneo – propone un programma, variato e movimentato, delle musiche scritte – dal ‘700 ai nostri giorni – per questo monumento da coloro a cui esso fu affidato, solo o accompagnato dalle percussioni, come nello spettacolare Bolero di Cochereau.

Il suono è straordinariamente chiaro e trasparente: sembra di essere in una di quelle chiese barocche del nord della Germania, scrigni ideali per una musica di cui ogni dettaglio è evidente, e la gloriosa improvvisazione di Latry, che, tradizionalmente, chiude il programma, si eleva trionfalmente in tutto il suo splendore.

ascoltate l’organo di Notre Dame de Paris