I dischi del mese: agosto 2013 – 1

Pubblicato il 2 Agosto 2013 in , da Ferruccio Nuzzo

G. Frescobaldi

Musiche per clavicembalo – Toccate, Partite, Canzona, Balletto – Laurent Stewart : clavicembalo – Pierre Verany (60′)

Uno strumento dalle sonorità ricche e luminose, costruito da Emile Jobin su un modello italiano del ‘600, dà vita alle fantasiose architetture musicali di Girolamo Frescobaldi nell’interpretazione di Laurent Stewart, giovane clavicembalista francese che avendo iniziato i suoi studi al conservatorio di Verona si è poi perfezionato in Francia ed in Belgio, ad Anversa.

Si tratta di una delle sue prime registrazioni nelle quali, prima di dedicarsi alle musiche dei maestri francesi: Jean-Henry D’Anglebert, Louis Couperin e Louis Marchand – ma anche degli inglesi Byrd e Gibbons – Stewart si applica a queste ben più complesse e problematiche partiture.

Ispirandosi ai preziosi ed espliciti consigli e istruzioni che Frescobaldi ha confidato nella prefazione – ed «avviso al lettore» – dell’edizione del 1616 delle sue musiche, Laurent Stewart controlla con eleganza e solennità – ma senza quella rigidezza che spesso sacrifica l’invenzione poetica di queste opere – Toccate, Canzoni e Balletti.

Nella sua interpretazione di questi temi, oggi così lontani dalle nostre consuetudini musicali (che io sappia, nessun compositore moderno, né cantante né colonna musicale di film si sono ispirati a Frescobaldi …) Laurent Stewart ha saputo riflettere la sua calma interiore, in uno stile personale e maturo che gli permette di «recitare» questi capolavori con un’ammirevole semplicità, seguendone con naturalezza e senza inutili abbellimenti le austere linee melodiche, le ardue armonie dissonanti ed i ritmi spesso interrotti.

Particolarmente nelle Toccate, ch’egli rende, al di là del pezzo di bravura, in tutta la loro fantasia e invenzione armonica grazie alla limpidezza ed alla disinvoltura del suo fraseggio.

ascoltate il Frescobaldi di Laurent Stewart


 

Mozart_HerreW.A. Mozart

The last Symphonies – Orchestre des Champs-Elysées, Philippe Herreweghe – PHI (62′ + 36’14”)

Una sontuosa interpretazione delle ultime tre Sinfonie di Mozart, la n° 39, 40 e 41 «Jupiter». Composti prodigiosamente, uno dopo l’altro, in soli tre mesi, animati da una grazia già preromantica, questi tre capolavori mostrano tutta la complessità visionaria del genere inaugurato da Haydn e preparano la rivoluzione beethoveniana.

I tempi non sono generosi con il povero Wolfango Amadeo: le solite difficoltà materiali, l’ignoranza del pubblico viennese nei confronti del suo Don Giovanni, la morte della figlia Teresa … ma Mozart non si lascia abbattere né diminuire, ed alterna la luminosità dell’eleganza viennese ai toni oscuri del sentimento di una gravità premonitrice, dando prova di un’energia inesauribile – ed è difficile immaginare dove affondassero le radici dell’ardente speranza che nutriva l’inaudita iperattività di questi anni, la lotta per non soccombere a un destino sempre più minaccioso, malgrado i rari momenti luminosi – ma brevi – come il trionfale viaggio a Praga.

Sotto la bacchetta di Philippe Herreweghe, che ne è stato il fondatore, l’Orchestre des Champs-Elysées ci dà, una volta di più, la prova che la musica orchestrale di Mozart su strumenti d’epoca è tutt’altro che anemica, rivelandosi, invece, nell’equilibrio di timbri e colori che si rivelano senza mai sopraffarsi, ed in tutto lo splendore di una dinamica leggera e nervosa, pronta ad aprirsi in architetture maestose o leggere, a scattare verso l’apoteosi o a rinchiudersi nella solennità misteriosa di un rituale massonico (Andante cantabile della Jupiter).

ascoltate le ultime Sinfonie di Mozart


 

DumayC. Franck & R. Strauss

Violin sonatas – Augustin Dumay : violino, Louis Lortie : pianoforte – Onyx (73’10”)

Augustin Dumay, forte della sua reputazione «storica» di interprete delle integrali dei Concerti per violino di Mozart – con la Camerata accademica di Salisburgo – e delle Sonate di Beethoven – con la pianista Maria João Pires – è un monumento che ha ancora la sua a dire.

Aveva già registrato più d’una volta l’appassionata e sensuale Sonata di César Franck, ma la ritrova qui in un incontro più maturo, crepuscolare, attraverso sonorità inabituali nelle sue interpretazioni – e sorprendenti in questa Sonata; bisogna ascoltarla più d’una volta per rendersi conto di quali siano veramente le sue intenzioni (sopratutto se si ha ancora nell’orecchio la densa, giovanile interpretazione di Solenne Païdassi – The Art of the Violin) ed, eventualmente, condividerle.

Questo disco, tuttavia, è sopratutto interessante per la Sonata per violino di Richard Strauss, opera di un giovane compositore (soltanto 23 anni) sul punto di scoprire la voce della sua maturità : lirica e esaltata ha in sé tutti i segni della prossima evoluzione.

Le due Sonate sono state scritte ad appena un anno di distanza, e la biografia degli autori ci fa capire le ragioni della parentela  stilistica ed emotiva di queste opere di due compositori che non hanno mai avuto altrimenti nulla in comune. Il giovane Strauss, ancora impregnato del classicismo di Brahms, attraversa il momento più acceso del suo innamoramento per la futura moglie, il soprano Pauline de Ahna, mentre il sessagenario Franck vive un ritorno di fiamma platonico, ma musicalmente folgorante, per la sua non più giovanissima allieva Augusta Holmes. Ed è difficile dire quale dei due compositori manifesti con più lirismo e sensualità l’esaltazione dei sentimenti nella sua musica.

Accompagnatore e complice ideale, il pianista canadese Louis Lortie, è anche autore – con Augustin Dumay – dell’arrangiamento della trascrizione del Preludio, fuga e variazioni che Franck ha scritto originariamente per organo, e che completa il cd assieme a Malinconia – sempre di Franck – e Su un tranquillo sentiero nella foresta di Richard Strauss.

ascoltate Augustin Dumay