Il ruolo del caregiver, se ne parla ne “Un cerchio di ciliegie”

“Un cerchio di ciliegie” è un libro che cerca di far sentire meno soli i caregiver, che vuole aiutare chi attraversa questa fase della vita a orientarsi in un territorio inesplorato

“Il caregiver familiare è costretto a elaborare molteplici lutti in contemporanea: la sofferenza per la fragilità del proprio congiunto, la frammentazione e la scarsa intelligibilità dei servizi disponibili, l’elaborazione della propria trasformazione in caregiver. Sentirsi persi, disorientati, abbattuti è una sensazione frequente in questo scenario”. Così descrivere il ruolo del caregiver Francesco Longo, professore di Management pubblico e sanitario all’Università Bocconi nella prefazione del libro “Un cerchio di ciliegie. Comfort book per chi accudisce persone anziane” (edizioni Tralerighe) scritto da Alba Bonetti.

In Italia vivono quasi quattro milioni di anziani che necessitano assistenza. A occuparsi di loro sono per lo più i familiari. Un fenomeno socio-demografico per cui sarebbe importante allargare lo sguardo culturale. Assenti anche dal dibattito pubblico, queste difficoltà vivono confinate nel privato delle famiglie e trasformano, più o meno volontariamente, mogli e mariti, figlie e figli e altri parenti come caregiver, spesso col supporto, a vario livello, di figure professionali.

Del tema, sempre più drammatico, si occupa il libro di Bonetti: lo scopo è quello di soccorrere con buoni consigli questo esercito di coniugi, figli, parenti, amici che insieme al personale di cura ha sulle spalle un compito, a volte insostenibile, per il quale generalmente non è preparato. “Un cerchio di ciliegie” nasce con l’intento di combattere questa rimozione collettiva e dare voce a chi vive direttamente l’esperienza di cura e tutte le sue ambivalenze: affetto ed esasperazione, gratitudine e rabbia, tenerezza e solitudine, intimità e soffocamento.

“Quando la mente se ne va, traumaticamente oppure a poco a poco, lungo la china di un decadimento psicofisico inarrestabile, ci si ritrova genitori dei propri genitori, assorbiti in un impegno materiale e mentale che non conosce soste, in compagnia dell’ansia costante di non poter prevedere come evolveranno le condizioni e le esigenze dell’assistito di giorno in giorno” dice l’autrice in un passaggio del libro. Alba Bonetti intreccia riflessioni sulle contraddizioni simbolico-culturali della nostra epoca ad analisi dei diversi ruoli e ambiti assistenziali, con testimonianze sofferte e spesso liberatorie di caregiver. Ne emerge un libro che cerca di far sentire meno soli i caregiver, che vuole aiutare chi attraversa questa fase della vita a orientarsi in un territorio inesplorato.

 

Foto di Monica Onore

L’autrice

Alba Bonetti, laureata in filosofia, ha lavorato a lungo nella gestione della formazione sia nel settore profit sia in quello no profit e successivamente ha ricoperto il ruolo di direttrice gestionale in varie strutture residenziali sociosanitarie per anziani. Attualmente svolge attività di coaching per caregiver di persone anziane.

 

 

 

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