Pe: eurodeputati su trattativa Stato-mafia, Pomigliano e Sicilia

Pubblicato il 21 Luglio 2012 in , da redazione grey-panthers

Gli eurodeputati guardano all’Italia e non risparmiano le critiche. A vent’anni dalla strage di via D’Amelio, che costò la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti della sua scorta, la sorella del giudice ed europarlamentare del Partito democratico Rita Borsellino punta il dito contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Mi sento stordita, come se fossi stata schiaffeggiata”.

Il riferimento è alla decisione del capo dello Stato di sollevare il conflitto di attribuzione con la procura di Palermo sull’uso delle intercettazioni telefoniche che lo vedono coinvolto. “La giustizia non deve fermarsi”, rincara la Borsellino, perché “oggi la situazione è anche peggiore che nel 1992”. Sotto la lente degli europarlamentari, da Andrea Cozzolino (Pd) a Niccolò Rinaldi (Idv), anche la Fiat e l’emergenza debito in Sicilia.

Via D’Amelio, Borsellino e Napolitano

“Non mi aspettavo da Napolitano una presa di posizione così netta e grave nei confronti della Procura di Palermo, nel momento in cui quest’ultima sta cercando di fare chiarezza tra depistaggi e sentenze indotte”, prosegue la Borsellino. Mentre si ricorda la strage palermitana, “ci viene detto che delle intercettazioni tra Mancino e il presidente la gente non deve sapere nulla”.

Non ci va morbida con Napolitano neanche l’eurodeputata siciliana Sonia Alfano: “Una persona che impedisce l’accertamento della verità per quel che mi riguarda non è un presidente della Repubblica, perché non mi rappresenta”.

Il caso Pomigliano

Chiuderà i battenti dal 20 al 31 agosto lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Colpa della crisi del mercato automobilistico, che ha indotto l’azienda torinese a bloccare la produzione, mettendo i 2.150 lavoratori della fabbrica campana in cassa integrazione per due settimane. “Una brutta mazzata per tutta l’industria del Mezzogiorno”, commenta l’eurodeputato Pd Cozzolino. Una sospensione che confermerebbe “le perplessità e i dubbi espressi da più parti intorno al piano di rilancio industriale di Fiat”, prosegue l’europarlamentare.

“Purtroppo finora del piano Marchionne abbiamo visto soltanto la parte che riguardava i sacrifici per i lavoratori, in termini di reddito, diritti e condizioni occupazionali. Dei tanto annunciati investimenti che erano stati messi sul piatto a parziale compensazione non vi è traccia”.

Commissariamento Sicilia

Il rischio default per la Regione presieduta da Raffaele Lombardo fa aleggiare il fantasma di un prossimo commissariamento. Una decisione che l’eurodeputato Idv Niccolò Rinaldi guarderebbe con favore. “Il caso siciliano non è solo frutto di clientelismo e di mala organizzazione, ma può rivelarsi un momento per gettare la maschera e recuperare risorse indispensabili, sfumate in anni di malgoverno”. Un’occasione in più, continua Rinaldi, “perché il paese intraprenda senza indugio il cammino delle riforme strutturali e offra una nuova coesione e regole condivise, di livello europeo”.