L’amore in terza età, secondo Francesco Alberoni

Pubblicato il 15 Febbraio 2009 in , da Vitalba Paesano

Carissimi amici  grey panthers, avevo promesso una coccola per il weekend di San Valentino e ogni promessa è debito. Giorni fa, incontrando per un’intervista Francesco Alberoni, in occasione della ristampa del suo famosissimo saggio “Innamoramento e amore”, non ho mancato di ascoltare con interesse cosa il professore pensa e dice degli amori in età, cioè di quelli che, se siamo disponibili e attenti, toccano proprio a noi, grigie pantere! Eccovi qualche opportuno stralcio della nostra conversazione (poi vi dirò dove esce l’intervista!). Buon weekend a tutti. vp

 “Noi tendiamo a innamorarci quando siamo pronti a cambiare. Perché siamo mutati interiormente, perché è cambiato il mondo attorno a noi, perché non riusciamo più a realizzare i nostri desideri o a esprimere le nostre potenzialità. Allora cerchiamo qualcuno che ci indichi la strada e ci faccia assaporare un nuovo modo di essere. Possiamo, perciò, innamorarci a qualsiasi età, ma soprattutto nelle svolte della nostra vita. Quando passiamo delle scuole elementari alle medie, poi alle superiori, all’università, o quando cambiamo lavoro, o a quarant’anni quando inizia la maturità o a sessanta, o a settanta quando inizia la vecchiaia. Oppure quando la vecchia relazione si è consumata, o il mondo è cambiato e noi cerchiamo un nuovo accordo con esso”.

“Nell’innamoramento c’è una rinascita, sempre; e quando ci si innamora in terza età è ancora meglio: la gente ripercorre il suo passato e tutta la sua vita; incontra l’amore dell’altro, le storie, una grande complessità fatta anche di contraddizioni. E le deve metabolizzare, deve farle proprie. Quando un grande amore è in età avanzata è un amore di un’intensità straordinaria”.

“Quando due persone sono innamorate, infatti, ciascuno vuol farsi conoscere non solo per come è ora, ma anche come era, quali erano le sue potenzialità. Vuol far vedere all’amato il mondo come l’ha visto da piccolo, da adolescente, da adulto e i sogni che ha per il futuro. E, l’altro a sua volta, vuol farlo partecipare della propria visione del mondo. Entrambi nell’innamoramento ricostruiscono la propria identità personale interiorizzando l’altro con la sua visione del mondo e la sua sensibilità. La fusione, perciò, raddoppia l’esperienza, raddoppia la capacità di comprensione. È quindi sempre un arricchimento del singolo individuo mentre crea le premesse per quel tipo di comprensione profonda su cui può nascere un nuovo “noi“, una nuova identità collettiva. A due”.

“Se l’amore deve continuare occorre che la vita straordinaria continui in qualche modo nell’esistente, che si realizzi come viaggio straordinario attraverso l’esistente. Viaggio fatto insieme dopo dure prove, fianco a fianco, scoperta e confronto, continua reinterpretazione del mondo, continuo riesame del proprio passato. Per alcuni può essere lotta, per altri erotismo, poesia, per altri semplicemente capacità di conoscersi e di meravigliarsi continuamente di se stessi e del mondo, cercando in continuazione non ciò che rassicura e che è già noto, ma ciò che è sfida, bellezza, creazione. Il viaggio all’esterno è perciò solo l’occasione, lo strumento per un continuo viaggio all’interno; così come i viaggio all’interno è continuamente lo stimolo all’esterno. In queste situazioni l’innamoramento continua perché lo stato nascente ri-nasce. E’ un continuo ri-vedere, ri-scoprire, rinnovare, rinnovarsi cercando le sfide e le occasioni. Più in generale, possiamo dire che l’amore dura perché ci re-innamoriamo della stessa persona. Ma questo richiede che l’iniziativa venga da entrambe le parti. Se uno dei due è passivo, se non arde d’amore, se aspetta che faccia tutto l’altro, o non ha il coraggio di abbandonarsi, di dedicarsi, di rischiare o più semplicemente non sa approfittare delle occasioni, qualunque trasformazione cade rapidamente sotto la dittatura del quotidiano e dei risentimento. D’altra parte, se uno dei due fa delle scelte che circoscrivono rigorosamente l’esperienza entro binari abitudinari – un certo tipo di lavoro che l’assorbe, l’avere dei figli, un succedersi di doveri sociali – tutti i tentativi dell’altro di scoprire continuamente il nuovo falliscono. Alla fine si scontrano due tipi di progetto e quello abitudinario ha il privilegio di prevalere sempre su quello straordinario”.

 

7 thoughts on “L’amore in terza età, secondo Francesco Alberoni

  1. in amore chi non risica non rosica…bisogna mettersi in gioco e rischiare anche di soffrire per arrivare alla gioia.

  2. innamorarsi e sempre un rinnovo spirituale…a tutte le eta’.
    ho 55 anni e mi sono innamorata.
    trovare dall’altra parte un riscontro , aspetarsi l’incontro delle due anime e’ quasi una vincita alla lotteria..
    per realizzare un amore bisogna avere il coraggio di darsii, di rischiare, accettare il cambiamento…..

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