La Rassegna Stampa: Zero raccolta differenziata. Zero discariche, zero inceneritori

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Napoli, l’intifada dei rifiuti, camion bruciati, decine di feriti”, “Guerriglia attorno alla discarica di Terzigno, pietre contro la polizia. Al rogo anche un tricolore”. E la foto è per un camion di rifiuti incendiato durante gli scontri. E poi: “Giustizia, ecco il testo della riforma. Tre no dai finiani”.

Il Corriere della Sera: “Guerriglia e feriti a Terzigno. Vertice d’urgenza del governo”, “Scuole chiuse, nuovi blocchi, bruciato il tricolore”. A centro pagina: “Si apre un nuovo caso Rai”. Ci si riferisce alla diffida al Tg1 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: “forte squilibrio” a favore della maggioranza. “Berlusconi cita Report per danni. L’opposizione: censura”. In taglio basso: “Scajola indagato a Imperia per l’appalto del porto turistico”, “I pm: ha favorito l’imprenditore Bellavista Caltagirone”.

La Stampa: “Rifiuti, interviene il governo”, “Guerriglia e feriti a Terzigno. Berlusconi: ‘Una soluzione drastica’”. A centro pagina la giustizia: “Riforma del Csm, più poteri ai laici”, “La bozza Alfano: i politici controlleranno i giudici”, “No dei finiani, trattativa aperta”.

Il Giornale: “Napoli pattumiera d’Italia”, “Le colpe degli amministratori inetti”. “I rifiuti tornano a invadere le strade e intorno alle discariche è guerriglia: agenti feriti, bruciato il tricolore. Due anni fa il governo aveva risolto l’emergenza, poi toccava agli enti locali attrezzarsi. Non l’hanno fatto”. A centro pagina una grande foto per Michele Santoro: “Santoro trucca dati e fatti per poter gridare al regime”. Secondo il quotidiano il conduttore di Annozero “mette a confronto programmi inconciliabili come il Tg di Minzolini, il suo show o Report. Ma non cita Tg3, Linea Notte e Ballarò”.

Libero: “Saviano in Rai. ecco il contratto”, “2.816.000 Euro. I compagni minimizzano ma questa era la cifra pretesa per quattro puntate di un format politico truccato da show culturale”. E ancora: “Berlusconi fa causa a Report: ‘Mi ha diffamato su Antigua, chiedo i danni”. Caricature a centro pagina di Saviano e Santoro sotto il titolo: “Il doppio gioco dei santi martiri Roberto e Michele”.

L’Unità ha una grande foto di un camion incendiato e rovesciato a Terzigno sotto il titolo: “Il bidone”, “Dal miracolo alla guerra: tra i rifiuti anche lo spot elettorale del Cav.”. In taglio basso: “il premier-padrone fa causa a Report. Authority, alt al tg 1”.

Il Riformista: “Discaricati”. “I disordini dopo l’annuncio di un secondo sito, 20 agenti contusi. Berlusconi convoca Letta, Bertolaso, Tremonti, Maroni, Prestigiacomo e il presidente campano Caldoro”. Di spalla: “Il lodo Alfano traballa su due punti”. In taglio basso le primarie Pd a Milano, con un’intervista ad uno dei candidati. E’ Stefano Boeri, che dice: “Qui certa sinistra ama perdere”.

Il Sole 24 Ore: “La Germania corre con l’Euro. Berlino raddoppia a +3,4% la stima sul Pil 2010”, “La ripresa tedesca spinge la moneta a sorpresa a 1,40 dollari”. A centro pagina la notizia dei dati in rialzo della Fiat, che vola in Borsa e sale del 12% nei ricavi e raddoppia i profitti di gestione.

Il Foglio: “Così un Marchionne stile Tremonti sta lucidando i conti Fiat. Grazie alla politica della lesina su spese e investimenti, salgono ricavi ed utili nonostante il calo delle vendite”. Di spalla, il quotidiano si occupa del futuro di Luca Cordero di Montezemolo: “La scalata romana di Montezemolo parte da Napoli in primavera”. Non sarà lui a candidarsi, ma la sua fondazione ‘Italia Futura’ potrebbe sostenere la candidatura civica di Giovanni Lettieri, ex presidente della Confindustria campana, imprenditore del tessile ed amico di Letta e Berlusconi.

Rifiuti

La Stampa e La Repubblica intervistano il governatore campano Stefano Caldoro. La Repubblica: “Io come Bassolino, vittima di un’emergenza che parte da lontano”. Nell’intervista a La Stampa Caldoro spiega che la discarica di Terzigno dev’essere fatta, “è una discarica in piena regola, non è una fabbrica della morte. E’ semplicemente un impianto come ce ne sono centinaia in Italia e in Europa”. Dice ancora il governatore: “Qui non si è deciso di fare discariche, termovalorizzatori, non si è lavorato per garantire percentuali accettabili di differenziata”. C’è un ritardo che risale anche prima dell’era Bassolino, alla giunta Rastrelli, il cui piano non fu attuato perché “fu vittima di un ribaltone politico”. La differenziata a Napoli è addirittura scesa in questi giorni al 15 per cento. Su Il Riformista Umberto Ranieri, esponente del Pd napoletano, spiega che si tratta di “due anni di impegni non mantenuti”. Nel 2008 -ricorda- il governo “firmò un accordo con i Comuni campani che ospitano impianti di trattamento dei rifiuti, impegnandosi a concedere quelle che furono chiamate “compensazioni ambientali”: 270milioni di euro (22 solo a Terzigno) che consentirebbero ai Comuni di finanziare la raccolta differenziata. Ma non è arrivato un centesimo”. Vanno inoltre realizzati “gli impianti che trasformano la frazione umida dei rifiuti in ‘compost’, un fertilizzante utilizzato in agricoltura. Erano previsti ben 5 impianti: ne esiste uno solo, a Salerno. Oggi la parte umida dei rifiuti è portata fuori dalla Campania a spese dell’Asia (l’azienda di smaltimento dei rifiuti di Napoli) a oltre 100 euro a tonnellata. La provincia che ne ha la competenza deve operare in questa direzione. E subito!”. Il Comune di Napoli ha poi il dovere “di definire in maniera ferrea un programma per innalzare la percentuale di raccolta differenziata oggi inferiore al 20 per cento. Le risorse che il Comune deve ricevere (si tratta di decine di milioni di euro) come compensazioni ambientali vanno utilizzate per la bonifica dei territori interessati dalle discariche” e, in larga parte, per investimenti nella differenziata. Ranieri ricorda poi che “la cava Vitiello”, oggetto della rivolta e che il governo intende utilizzare, “non è mai stata messa in sicurezza”. La stessa obiezione viene avanzata da Franco Ortolani, ordinario di geologia all’Università di Napoli, intervistato oggi da L’Unità. Dice che la cava Vitiello sorge su “rocce vulcaniche fratturate”, materiale “che lascia passare facilmente l’acqua, quindi anche il percolato, che prima raggiunge le falde acquifere avvelenandole e poi defluisce verso il mare della penisola sorrentina”. E l’impermeabilizzazione prevista? “Qualsiasi impermeabilizzazione resiste al massimo 15 anni”. Il geologo descrive la cava come un “buco enorme” che somiglierà a una piramide rovesciata, una volta riempita: “e una volta che il sito sarà saturato, mi sa dire come si farà a scendere fino alla base per procedere alla bonifica, considerata la profondità?”. Infine: “con la scusa dell’interesse strategico nazionale, i lavori di messa in sicurezza sfuggono ai controlli. Nessuno, tranne i tecnici di fiducia del governo, potrà mai metterci il becco”.

Vittorio Feltri, su Il Giornale, scrive che la responsabilità non è del governo, ma delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali che “sono rimaste inerti”, “non hanno combinato nulla. Zero raccolta differenziata. Zero discariche, zero inceneritori”.

Giustizia

Il Giornale spiega “come cambia la giustizia” nella bozza Alfano. La riforma “fissa sulla carta la ‘totale e piena’ indipendenza e autonomia dei pm dall’esecutivo”: lo avrebbe rivelato Niccolò Ghedini parlando ai corrispondenti stranieri in Italia. Secondo La Repubblica, invece, essa prevede “toghe divise, pm privato della polizia e dell’obbligatorietà dell’azione penale, perfino eletto dal popolo, Csm depotenziato e messo nelle mani della politica, Guardasigilli rafforzato e con ampi poteri”. Secondo il Corriere della Sera e La Stampa, è già arrivato il no dei finiani su almeno tre punti della bozza: l’aumento dei poteri disciplinari del Guardasigilli, la revisione del rapporto numerico tra laici e togati al Csm e la cancellazione dell’articolo 109 della Costituzione, secondo cui l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. Un sì alla separazione delle carriere sarebbe invece arrivato dalla finiana Bongiorno. (Ma potrebbe trattarsi di seperazione delle funzioni).

Altro punto di discussione riguarda lo scudo a protezione del premier e del presidente della Repubblica: secondo Il Sole 24 Ore la reiterabilità della protezione offerta dallo scudo qualora si ricopra una seconda volta la carica, è contestata dall’opposizione, che considera Berlusconi l’unico beneficiario possibile della norma.

La Repubblica evidenzia “i dubbi del Quirinale” sul Lodo Alfano per la “metamorfosi” della figura del presidente del Consiglio implicito nella riforma Alfano: una protezione speciale garantita alla figura del premier rispetto agli altri ministri, stravolgerebbe l’impostazione costituzionale, che lo vede come ‘primus inter pares’.

Esteri

Su La Stampa, elezioni Usa di mid term: ci si occupa delle due candidate a confronto in California: Barbara Boxer (dem) e Carly Fiorina (rep).

Il Riformista punta invece l’attenzione sul Wiscounsin, dove rischia anche quello che definisce un eroe democratico: Russ Fengold, senatore di questo Stato da 18 anni e “unico ad aver avuto il coraggio di votare contro il Patriot Act di George W. Bush quando nessuno voleva essere tacciato di anti-patriottismo”.

Su Il Foglio ci si occupa di Arabia Saudita, prendendo spunto dalla vendita di jet ed elicotteri militari decretata dall’amministrazione Obama: “sarà la ppiù grande vendita di armamenti della storia degli stati Uniti”. Il Congresso ha trenta giorni per approvarla o bloccarla. Un articolo di Anita Taksa (“C’è un principe che tiene Al Qaeda fuori dal regno”) ed uno di Carlo Panella (“E se le armi americane finiscono al perfido Najef?”, ovvero ad uno dei possibili successori al trono). Ecco perché il titolo recita: “Saudita buono e saudita cattivo.

Della megavendita si occupa anche Il Riformista: “Armi Usa all’Arabia Saudita, la madre di tutti gli affari. E l’industria militare Usa respira”.

Su Il Sole 24 Ore ci si occupa ancora dei tagli annunciati dal Cancelliere delle Scacchiere britannico Osborne, “nel vortice delle critiche”. I tagli “non piacciono a sindacati, banchieri e blasonati think tank”, come l’Ifs (Institute of fiscal studies).

L’attribuzione del premio Sakharov al dissidente cubano Guillermo Farinas fa titolare La Repubblica: “Dall’Europa schiaffo a Cuba”. Con copyright El Pais il quotidiano pubblica un’intervista allo stesso Farinas: “per noi un momento storico, è già iniziata la transizione”.

L’Unità: “Il Sakharov al dissidente cubano. Farinas: voglio ritirare il premio”. Il Parlamento europeo gli ha assegnato il Sakharov: con il suo lungo sciopero della fame ha costretto il regime castrista a liberare 52 prigionieri politici, “I 50mila euro saranno consegnati a Strasburgo il 15 dicembre”.

Il Corriere della Sera offre ai lettori un reportage sui “nazionalismo che avvelenano il Danubio”: dai tifosi serbi ai miliziani di Budapest (del partito Jobbik), “l’antisemitismo e l’odio etnico nutrono gli estremisti e allontanano l’Europa”.

La Repubblica riferisce di un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine del nostro premier: “‘Le sanzioni all’Iran sono inutili’. Berlusconi contro l’Unione europea’. Il premier alla Faz: ‘Putin e Medvedev una fortuna per il mondo'”.

 E poi

Un’intera pagina de Il Foglio è dedicata all’uscita di scena del segretario generale Cgil Epifani e a quel che lascia a colei che gli succederà, Susanna Camusso: “La sconfitta di un leader”, “Errori politici, occasioni perse, derive sinistre e quella firma mancata”. Naturalmente ci si riferisce a Pomigliano

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)