La Rassegna Stampa: studenti furiosi… e non solo loro

Pubblicato il 25 Novembre 2010 in , , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Gli studenti assediano il Senato. Gelmini: così difendiamo i baroni. Il governo va sotto alla Camera. Bersani, ‘scalata’ all’ateneo”, con foto del segretario del Pd che sale sul tetto della facoltà di Architettura a Roma, occupata dagli studenti. Di spalla: “Decreto rifiuti, Napolitano rinvia la firma. Richiesta di chiarimenti”. A centro pagina: “Berlusconi: l’Udc potrebbe dare l’appoggio esterno. Casini: si dimetta”. L’editoriale, firmato da Dario Di Vico, si sofferma sulla situazione economica e sul “caso Lombardia”. “Secessione silenziosa”.

La Stampa: “Studenti, assalto al Senato. Gelmini: difendono i baroni. Università, manifestazioni in tutta Italia. Bersani e Di Pietro sul tetto della Sapienza con i precari. Governo battuto su un emendamento, si allungano i tempi”. A centro pagina: “Irlanda:’Dal giugno 2011 avremo le casse vuote'”. Accanto: “Cota e Zaia si ribellano. ‘Niente rifiuti da Napoli’. No anche dalla Liguria. Bossi: la Iervolino va indagata”. L’editoriale è firmato da Avraham B,. Yehoshua: “Sionismo, la parola che divide”.

Libero, con foto di Bersani: “Il vero precario sul tetto. Gli studenti assediano il Senato contro la riforma Gelmini. Bersani sale in cima alla Sapienza per metterci la faccia. E il Fli lo molla”. A centro pagina il quotidiano sottolinea la notizia della inchiesta della procura di Palermo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Ieri è stato convocato l’ex ministro della Giustizia Conso: “I pm convocano il governo Ciampi. ‘Spiegate l’accordo Stato-mafia’”. “Una storia da riscrivere (senza cav)”. L’editoriale è invece firmato da Maurizio Belpietro, che torna a parlare di Napolitano dopo le critiche di ieri: “Quelli che insultano il premier e ci imbavagliano su Napolitano”. “Giorgio Napolitano ha mostrato di non aver gradito le nostre parole di critica a proprosito del suo interventismo politico”, l’esordio dell’articolo, in cui si torna a ribadire che “del ruolo del presidente della Repubblica vi è stato in questi anni un abuso”, e che occorre “una riforma per ridefinirne i compiti”.

La Repubblica: “La rivolta delle Università. Scontri e feriti a Roma. Berlusconi: l’Udc dia l’appoggio esterno. Duello con Montezemolo. Casini: il premier si dimetta. Studenti all’assalto del Senato. Il governo va sotto sulla riforma”. Il commento è firmato da Chiara Saraceno: “I tagli al futuro”. A centro pagina: “Irlanda, sì ai sacrifici. Le Borse respirano. Varata la manovra da 15 miliardi, ma Standard & Poor’s declassa Dublino. A casa 25 mila statali”. In prima anche un reportage dalla Campania, e in particolare da Casal di Principe: “Soldi e monnezza, benvenuti a Cosentino-city”. E poi un richiamo al reportage nelle pagine R2: “Nell’isola devastata dalle bombe di Pyongyang”.

L’Unità: “Urlando furiosi. La rabbia degli studenti. Dilaga in tutta Italia la protesta contro la riforma. Blitz con gli ‘scudi letterari’ al Senato. Cariche e arresti. Bloccati atenei e aeroporti. Bersani coi ricercatori sul tetto della Sapienza a Roma. L’incredibile Gelmini: ‘Difendono i baroni'”. In prima anche un richiamo per Luca Cordero di Montezemolo, che “strapazza Silvio”: “Basta superman. Il presidente Ferrari: un team nuovo per il Paese”.

Il Sole 24 Ore: “Irlanda, austerity fino al 2014. Piano tedesco sui debiti sovrani: più peso ai creditori privati. Dublino vara la manovra da 15 miliardi necessaria per gli aiuti Ue. Marcegaglia: l’Italia non rischia il contagio”. L’editoriale è firmato da Luigi Zingales: “Speculatori, vil razza dannata (ma utili)”.  A centro pagina, con foto: “Studenti contro la riforma Gelmini. Scontri e caos a Roma”. E poi: “Fiat e sindacati avviano il confronto su Mirafiori. Parigi blocca commessa militare all’Iveco dopo un ricorso di Renault”.

Il quotidiano di Feltri torna ad aprire su Fini: “Il Giornale indaga, Fini resituisce l’auto. Otto mesi fa An, partito disciolto, ha acquistato una vettura da centomila euro e l’ha data al presidente della Camera. Che ora, scoperto, se ne disfa. Perché?”. Commento di Alessandro Sallusti dal titolo: “A proposito di valori”, firmato da Alessandro Sallusti. Anche il quotidiano ha una foto di Bersani “sul tetto” che “difende i baroni”.

Il Riformista apre sulle intenzioni di Berlusconi: “Un milione di Silvio. Berlusconi arma la piazza per ottenere le urne. Governo di nuovo battuto da Fli. Guerriglia parlamentare sulla riforma dell’università. Il premier annuncia le elezioni anche se ottiene una fiducia risicata. E minaccia una grande manifestazione”. Il quotidiano di Polito sottolinea anche la smentita del portavoce di Berlusconi, Bonaiuti, a proposito di richiesta di dimissioni al presidente della Camera Fini: “E Fini si gode la smentita”, il titolo. A centro pagina: “Se l’Irlanda piange, l’Italia non ride”.

Il Foglio: “Il grande bailout per tutti sta risvegliando gli spiriti dell’anti-Europa. Le ingerenze scatenano le rabbie nazionali da Dublino a Berlino. L’Irlanda presenta un piano di tagli lungo quattro anni. Occhi su Spagna e Portogallo. E la Germania paga”. Di spalla la crisi coreana: “Per ora la prima guerra sino-americana non c’è. Ma i fronti si osservano. Washington manda una portarei nucleare per ‘esercitazioni’. Assieme a Seul e Tokyo contro il rivale cinese”.

Elezioni

La Repubblica offre un retroscena sulla “rabbia” di Berlusconi, dopo la bocciatura della maggioranza su un emendamento alla riforma dell’università in discussione alla Camera. Berlusconi non avrebbe intenzione di subire la “tortura cinese” di continue bocciature in parlamento. Per questo guarderebbe con sempre maggiore convinzione l’ipotesi del voto anticipato, perché “Fini e Casini vogliono logorarmi per costringermi alle dimissioni e farmi accettare un nuovo governo, magari guidato da uno del Pdl. Ma non starò mai al loro gioco”.
Secondo un retroscena de L’Unità in realtà “il premier sa benissimo di non aver più la maggioranza, ma vuole comunque superare l’ostacolo del 14 dicembre per dimostrare che non c’è un governo alternativo al suo. Chi voterà per lui al Senato e alla Camera nell’illusione di poter restare altri due anni in Parlamento, in realtà, lo rafforzerà nella forsennata corsa verso il voto. Qualcuno dei suoi comincia a capirlo, e per questo è diventato sempre più difficile trovare i 316 voti necessari per avere la fiducia a Montecitorio”.
Libero titola: “Silvio accelera la crisi. Fini, Casini, Montezemolo: il Cavaliere è già in campagna elettorale e non risparmia bordate. ‘Gianfranco dovrebbe fare un passo indietro, i centristi non pensino al tornaconto del loro leader. Luca Cordero fa solo chiacchiere”. “In Transatlantico c’è chi ipotizza le dimissioni del capo del governo ancor prima del voto di fiducia. Così da spiazzare gli avversari”.
La Stampa offre un “colloquio” con Pier Ferdinando Casini in cui il leader dell’Udc definisce “in stato confusionale” il premier: “Che faccia tosta! Dopo averci allettato per settimane con la promessa di posti qui e là, se ne esce dicendoci che lo dobbiamo appoggiare senza chiedere noi nulla in cambio. Mi sembra che noi abbiamo dimostrato a più riprese che alle poltrone non siamo interessati. E poi parla di tornaconto personale proprio lui che è un esperto”. L’Udc dunque non voterà la fiducia. E se il governo non avesse la fiducia? “Sarà il Capo dello Stato a indicare un presidente incaricato e noi risponderemo a lui. Certo, per me una soluzione diversa da Berlusconi sarebbe una soluzione più efficace”. La soluzione sarebbe quella indicata ieri da Pisanu in una intervista al Corrierem secibdi Casini, cioé un governo di responsabilità nazionale senza Berlusconi per evitare il voto anticipato.

Quirinale

Sul Corriere della Sera il quirinalista Marzio Breda scrive che “l’ultima goccia è traboccata ieri mattina”, dopo le “due pagine” di Libero, con il titolo “Napolitano grillo parlante a spese nostre”, e dopo un articolo de Il Giornale. Una nota del Colle ieri, per iscritto, ha risposto: “Alcuni giornali quotidianamente attribuiscono al presidente della Repubblica affermazioni e intenti di carattere politico che non hanno alcun fondamento in posizioni da lui effettivamente assunti”. Il discorso fatto davanti ai vincitori di un premio qualche giorno fa “non conteneva alcun riferimento alla legge di Stabilità in discussione in Parlamento, se non una valutazione positiva degli annunci del ministro dei Beni culturali in materia di ripristino di risorse Fus per il 2011 e di rinnovo delle misure di incentivazione fiscale al cinema”. Dunque un discorso “chiaramente rivolto al futuro”, che “non giustificava alcuna speculazione relativa all’attualità politica e tantomeno all’esercizio di poteri propri del capo dello Stato”. Poteri che – scrive il Corriere – “il presidente userà pienamente se e quando sarà chiamato ad esercitarli. Cioè in caso di crisi formalizzata in Parlamento. Poiché quel momento non è ancora arrivato, ecco spiegato il so irritatissimo stop alle forzature, alle illazioni, alle interpretazioni interessate (oltre che offensive) e tese a condizionarlo”.
Libero oggi replica citando i titoli dei molti giornali riferiti al discorso di Napolitano. Titolo “inequivocabili”: “Non si risanano così i conti pubblici”. “I tagli alla cultura: mortificarla non risana i conti”. “I colleghi hanno tutti preso un abbaglio o sono al pari nostro speculatori, anche se non si sono permessi di biasimare il comportamento del presidente della Repubblica? No, l’inquilino del Colle quelle parole le ha detto, e ogni riferimento ai tagli di Tremonti era puramente intenzionale. Difficile infatti che un uomo in politica da quando aveva i calzoni corti non si sia reso conto che attaccando le misure di contenimento della spesa toccava un argomentoi di cui di sciute in questi giorni, intervenendo a gamba tesa su una questione di competenza del governo”.

Rifiuti

Intanto ieri, scrive il Corriere della Sera, il Quirinale ha chiesto chiarimenti tecnico-giuridici sul decreto sui rifiuti, arrivato alla firma del Capo dello Stato. “Il percorso del decreto, che sottrae ai cosentiniani presidenti di provincia Cesaro e Cirielli le competenze, per affidarle a Caldoro (come richiesto dalla Carfagna per rinunciare alle elezioni anticipate) non è stato molto lineare. Lei stessa aveva denunciato pressioni sul premier da parte di Cosentino, che dopo una prima stesura del testo ‘minacciava di non fare entrare in Aula i deputati campani per la Finanziaria”.
Sui rifiuti il quotidiano milanese offre anche un approfondimento, dando la parola a due esperti: Walter Ganapini ed Enzo Favoino, il primo è l’uomo che nel 95 “ha salvato Milano dai rifiuti”, e che nel 2008 è stato chiamato da Bassolino come assessore all’ambiente. Favoino è invece ricercatore della scuola di agraria del parco di Monza e consulente della Commissione Ue. I due dicono tra l’altro che alla raccolta differenziata va aggiunta la costruzione di siti di compostaggio perché, per esempio, in Campania, questi mancano, e i rifiuti vengono portati in Puglia e in Sicilia. Con il risultato che si arriva apagare fino a 200 euro per tonnellata, contro i 70 o 80 di norma. Ve ne sono di pronti, almeno una dozzina, ma non sono mai entrati in funzione.
Anche La Reppublica offre un reportage da Casal Di Principe, capitale del clan dei casalesi, “Cosentino-city”, “dove regna Nick o’ Americano”.

Esteri

Si occupa di Egitto il Corriere, scrivendo che per la prima volta la comunità cristiana in Egitto (la più grande del Medio Oriente, poiché arriva al 10 per cento degli ottanta milioni di abitanti) ha reagito con violenza denunciando discriminazioni. A Giza da martedì sacerdoti e fedeli presidiavano una chiesa in costruzione. I lavori erano stati bloccati, e quattro camion betoniera sequestrati. La polizia all’alba è intervenuta e gruppi di musulmani si sono dati al lancio di pietre verso i cristiani. Il governatore di Giza si difende dicendo che la comunità stava trasformando un centro amministrativo in una chiesa. Il quotidiano racconta quanto sia difficile ottenere il permesso per costruire le Chiese, dice che il Presidente Mubarak si è impegnato a firmare i permessi ma poche richieste arrivano vicino a lui, bloccate dalla burocrazia musulmana. E comunque il governo si rifiuta di ammettere l’esistenza di una “questione copta”.
Il Sole 24 Ore, che pure si occupa di Egitto, dove peraltro domenica si voterà, focalizza l’attenzione sui Fratelli Musulmani che, secondo il quotidiano, “cambiano pelle”: meno politica, più islam e impegno sociale, dopo l’avvicendamento ai vertici. Muhammad Badi è diventato il nuovo leader a seguito di elezioni interne, dieci mesi fa. E’ più lontano dalla politica. Si dà per certo che nel voto di domenica non si ripeterà l’exploit elettorale dei Fratelli, verificatosi nel 2005, allorché conquistarono 88 eletti.
La Repubblica parla di una mezza “riabilitazione” per il generale Jaruzelszky: è stato invitato dall’attuale capo dello Stato, il liberal Komorowski, ad una riunione riservata del consiglio di sicurezza nazionale per preparare l’atteso vertice a Varsavia con il presidente russo Medvedev. Komorowski ha convocato anche Lech Walesa e l’ex comunista riformatore Kwasniewski. Vuole ascoltare tutti i suoi predecessori. Per il quotidiano la strategia fa parte della sconfessione della linea dura avuta in questi anni nei confronti della Russia dai nazionalpopulisti di Kaczhinski.
Secondo il Corriere della Sera, il presidente russo Medvedev si sarebbe lanciato in accuse nei confronti del partito Russia Unita, guidato dal premier Putin. Parole di Medvedev: “Da qualche tempo stanno scomparendo sintomi di stagnazione nella nostra vita politica. Questa stagnazione ha effetti nefasti per il partito al potere, come per le forze di opposizione”

E poi

Oggi Giulio Giorello, sul Corriere, recensisce la “Introduzione a Rawls” di Sebastiano Maffettone. Un saggio introduttivo al filosofo “senza dimenticare i suoi detrattori. Rawls, la rivoluzione dell’etica. In una società giusta le disuguaglianze sono a favore degli svantaggiati”.
La Repubblica invece propone ai lettori un colloquio con il sociologo polacco Zygmunt Bauman (copyright Guardian News) in cui si descrive il suo rapporto con il laburismo del neoleader Ed Miliband, del cui padre Bauman fu amico negli anni cinquanta alla London School of Economics. Entrambi erano sociologi di sinistra ed ebrei polacchi di origine. Entrambi scapparono da regimi tirannici (Ralph Miliband dal Belgio per l’avanzata tedesca del 40, Bauman dalla Polonia per effetto di una purga antisemita comunista nel 1968). Dice il sociologo: “Mi sembra molto interessante la visione della collettività di Ed. La sua sensibilità ai problemi dei poveri, la consapevolezza che la qualità della società e la coesione della comunità non si misurano in termini statistici, ma in base al benessere delle fasce più deboli”. Ricorda di essere a favore di un reddito minimo garantito ai più poveri, che chiama “reddito del cittadino” e che – come scriveva nel 1999 – eliminerebbe “la mosca morta dell’insicurezza dall’unguento odoroso della libertà”.
Il Foglio scrive che si sta organizzando una “Durban 3”, da tenersi al Palazzo di Vetro Onu nel settembre 2011. Il quotidiano sottolinea polemicamente che si tratterebbe del decennale della kermesse anti-Israele, come le precedenti.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)