La Rassegna Stampa: Riforma fiscale al via- agevolazione alle famiglie, nessuna tassazione sui Bot

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

Il Corriere della Sera: “I conti sospetti dello Ior. Banca Vaticana: indagini su 140 milioni. La Santa Sede: verrà chiarito tutto. L’ipotesi dei Pm: riciclaggio e prelati prestanome”. Di spalla il quotidiano milanese scrive: “Il giudice Marra si dimette dalla magistratura”. Il magistrato, coinvolto nelle indagini sulla cosiddetta nuova P3, ha deciso di non “arroccarsi sulla poltrona di presidente della Corte d’Appello di Milano”. A centro pagina la politica: “Giustizia, Berlusconi vuole subito l’accordo. ‘Riforma in una settimana’. Il Pd: referendum”. Due foto danno conto di due commenti di politica estera: “L’ascia dei tagli sul welfare inglese”, a firma di Maurizio Ferrera; e “Giusto trattare con il nemico”, a proposito di Afghanistan, a firma di Franco Venturini. L’editoriale (“Musulmani d’Europa. Multiculturalismo non è democrazia.”)

La Repubblica: “Giustizia, voglio subito la riforma. I finiani frenano, proteste sul web per il Lodo Alfano. Bersani: lo fermeremo col referendum. Rai, lite tra il presidente e Masi per “Vieni via con me'”. E poi: “Berlusconi accelera: il piano è pronto, farò la legge sulle intercettazioni”: A centro pagina le notizie sul delitto di Avetrana, e poi un richiamo sull’incontro di ieri tra il governo e le parti sociali sulla riforma del fisco: “Tremonti alle parti sociali: ‘Taglieremo le tasse alle famiglie’. Il Pd attacca sulle rendite finanziarie. La replica: non colpiremo i Bot”.

La Stampa: “Giustizia, il premier accelera. Berlusconi rilancia la legge anti-intercettazioni: non si può più utilizzare il telefono. Bersani: referendum sul Lodo. ‘Riforma in una settimana’. Tremonti: un fisco a misura di famiglia”: A centro pagina la cronaca da Avetrana e le indagini sullo Ior (“altri conti finiscono nel mirino della procura”). L’editoriale, firmato da Bill Emmott, è dedicato alle politiche di Cameron, “più audace di Blair”.

Il Sole 24 Ore: “Riforma del fisco in tre tappe. Ieri l’incontro del presidente Berlusconi e del ministro Tremonti con le parti sociali per avviare gli interventi di riordino. In primo piano famiglie, lavoro e imprese. Marcegaglia: leva per la fiducia”. L’editoriale è dedicato allo stesso tema: “Tasse d’Italia tra promesse e necessità”, scrivono Maria Carla De Cesari e Salvatore Padula. In evidenza anche, con foto della Regina, il titolo: “Londra: Austerity record dai tempi di Churchill”.

Il Giornale, con foto di Fazio, Saviano, Benigni, Zagrebelsky, Scalfari e Concita De Gregorio: “I mantenuti da Berlusconi”. Fazio Saviano e Benigni “sono solo l’ultimo esempio: pagati (anche) con i suoi soldi per sparargli addosso. E intanto gli autori stipendiati dalle sue case editrici spiegano al Cavaliere quali parole può usare e quali no”. A centro pagina: “indagini sulle fiction dei finiani. La Rai perde 130 milioni e corre ai ripari. Inchiesta della Vigilanza: nel mirino anche la moglie di Bocchino e un amico dei Tulliani”.

Anche su Il Fatto Quotidiano ci sono molte foto: sono quelle dei giornalisti calabresi “minacciati dalle cosche e dai politici collusi”: “Questi chi li difende?”. Gli otto giornalisti “non fanno notizia”, “il tribunale della mafia non ammette lodi né scudi”. A centro pagina anche una vignetta con Berlusconi e Fini. Il premier dice al presidente della Camera: “Legalità? sai che c’ero quasi cascato?”.

Libero: “Saviano al posto di Bersani. L’operazione di Repubblica. Lo show in Rai con Fazio è la prova generale prima della discesa in campo”, secondo il quotidiano. A centro pagina la notizia di una “Informativa segreta di Maroni”: “No global e anarchici, i nuovi terroristi. ‘In Italia pericolo concreto di eversione. Con aiuti dall’estero”.

Il Riformista: “Povero maschio”, con foto di Michele Misseri. “Il matriarcato di Avetrana. Quale padre-padrone. Le indagini svelano un mondo in cui sono le donne di casa a decidere ed agire. Il cliché ribaltato del profondo sud. Tutta la solitudine del Meridione”. A centro pagina: “Ora la Nato scorta i capi talebani. Ormai in Afghanistan ne parlano tutti”. Di spalla la politica interna: “Il Lodo Alfano non servirà. E Silvio lo sa”.

Anche Il Foglio dà spazio all’Afghanistan: “La Nato protegge i capi talebani per paura che siano uccisi dal Pakistan. Come con i pentiti di mafia. I leader della guerriglia scortati dai soldati, anche in aereo, ai negoziati segreti con il governo di Kabul. La leadership spaccata”. Di spalla: “Il Cav rilancia la riforma della giustizia, ed è già baruffa in campo finiano. La tessitura pacifista dei berlusconiani non piace a Fli. ‘Bisogna rafforzare il centrodestra’. Ma i duri protestano. Fini aspetta un passo in più”.

Giustizia

“I nove milioni di De Magistris? Dovevano essere di più”. Il Giornale intervista Gioacchino Genchi, il “superconsulente delle Procure”, sui costi della inchiesta Why Not per “estirpare una Spectre tricolore politicomassonica”. Alla domanda sulle decisioni del Gup di Catanzaro che ha “distrutto la vostra inchiesta dall’inizio alla fine”, Genchi risponde che “senza i tabulati telefonici e senza le intercettazioni che non sono state ammesse era naturale che finisse così”. Genchi ammette anche che l’inchiesta non era perfetta, “ci sono alcune cose sulle quali ho dissentito anche io, tipo l’iscrizione sul registro degli indagati di Prodi e Mastella, le mie riserve sull’ex governatore Chiaravalloti ed altro”.
Su Il Foglio il primo dei tre editoriali è titolato: “Quando il giudice castiga il Pm. Sentenza De Magistris, più che indagare, faceva il Saint Just di sinistra”.
Su Il Fatto una pagina di intercettazioni (Marco Lillo e Antonio Massari) di conversazioni del Rai Masi: “Masinvest: ci penso io. Le intercettazioni inedite della Procura di Trani: le pressioni di B sul Dg Rai per chiedere annozero”. Le intercettazioni sono tra Innocenzi, ex membro dell’Agcom, e Masi.

Esteri

La Stampa offre una intervista a Jean Francosi Copé, capogruppo dell’Ump alla Assemblea nazionale, “uno degli emergenti che si preparano al dopo Sarkozy”, dedicata alla riforma delle pensioni francese e alle proteste. “Pensioni? La Francia silenziosa ha detto sì. Il gollista rivale di Sarkozy: lo scontro è inevitabile”.
Più avanti due pagine di reportage dagli Stati Uniti a meno di due settimanel dalle elezioni di midterm: “I repubblicani allungano, Michelle si appella ai fan. Vantaggio di sette punti nei sondaggi. La First Lady su Facebook”. Un altro titolo: “Taglieremo le unghie a Barack il socialista”.
Su La Repubblica un reportage di Federico Rampini da Phoenix. Arizona, per raccontare “la parabola di John McCain, l’ero del Vietnam ostaggio dei Tea party”. Oggi l’ex candidato alla presidenza corre per un posto da senatore, ma per vincere ha dovuto chiedere aiuto a Sarah Palin. “Proprio la donna che aveva accusato di incompetenza dopo la sconfitta con Obama. E alla quale deve ora piegarsi”.
Su Il Fatto la corrispondenza dalla campagna per le elezioni di Midterm racconta che è tornato Karl Rove: “Rove, lo stratega di Bush, dietro le quinte del voto. L’eminenza grigia dei repubblicani guida il partito anche contro il Tea Party”.
Secondo la corrispondenza del Sole 24 Ore alle elezioni americane andrà in crisi la rappresentanza femminile: “Elezioni in salita per le donne. Per la prima volta da tren’tanni il numero di deputate e senatrici potrebbe diminuire. La crisi dei democratici penalizzerà la rappresentanza femminile”:

E poi

Alle pagine R2 Diario de La Repubblica un articolo di Mario Pirani e due pareri (di Nicolai Lilin e Simonetta Fiori) sul dibattito sul negazionismo e la Shoah: “Se cancellare la Shoah può diventare un reato. Dopo la proposta del presidente della comunità ebraica di Roma, Pacifici, si è riaperto il dibattito su questo tema. Con opinioni molto diverse”.
L’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera prende spunto dalle dichiarazioni dei giorni scorsi di Angela Merkel (il multiculturalismo è fallito) e da due considerazioni: la via francese, dell’assimilazione, è “difficilissima”, quella multiculturale, che preserva le culture presenti sul territorio, “impraticabile”. Panebianco si sofferma sull’insieme di fattori che governano la maggiore o minore capacità di convivenza nelle società occidentali, specie in relazione alle comunità islamiche e spiega che “oggi non appare probabile” che sia favorita la piena adesione dei musulmani immigrati alle regole della società aperta e libera.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)