La Rassegna Stampa- Renzo Piano:”La sinistra mi fa soffrire, la Lega mi fa paura”.

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Kabul, l’Italia via dal 2011”. Sono parole del Ministro Frattini, intervistato dal quotidiano romano. “Frattini: il ritiro inizia in estate. La Nato dice sì alle bombe sugli aerei. Scontri tra i poli sugli armamenti. Rientrano le salme dei 4 alpini. La rabbia dei parenti: godetevi lo spettacolo”. A centro pagina, con foto: “Clandestini in rivolta, aeroporto bloccato. Cariche della polizia a Cagliari, dieci arresti”. Commento di Adriano Sofri: “La trincea degli ultimi”. In evidenza anche un titolo sulla politica interna: “Fini: sulla giustizia il governo può cadere.- Berlusconi operato al polso, sette giorni di stop”.

Il Corriere della Sera: “Il rapporto che accusa Verdini. Un’informativa dei carabinieri ai magistrati dell’Aquila: ‘Socio dell’imprenditore Fusi fino al 2007”. “Ha mentito. Così pilotò gli appalti del dopo terremoto”. Il titolo di apertura è per l’Afghanistan: “La Nato e i caduti italiani. ‘Sì alle bombe sugli aerei’. Oggi a Roma i funerali dei quattro alpini caduti in Afghanistan”. Accanto, un articolo di Lorenzo Cremonesi: “Ecco come 150 talebani hanno attaccato i nostri”. L’editoriale, firmato da Angelo Panebianco, è dedicato alle proposte attorno alla legge elettorale: “Una riforma senza veti”. In prima anche notizie sul tassista ridotto in coma da un pestaggio dopo aver investito un cane. E poi, a fondo pagina, un “colloquio” con l’architetto Renzo Piano: “Piano: Grillo ha (quasi) sempre ragione. La sinistra mi fa soffrire, la Lega mi fa paura”. Richiamo in prima anche per la rivolta di immigrati a Cagliari, e per un “racconto” di Mario Vargas Lloso: “I miei primi quattordici minuti da Nobel”.

 La Stampa: “Bombe sui caccia, sì della Nato”. “‘Tocca all’Italia decidere sull’armamento degli aerei in Afghanistan’. Forse Berlusconi sentirà la Casa Bianca. Rientrate le salme. Un parente dei soldati al ministro: godetevi lo spettacolo”: A centro pagina: “Obama, la folla e il libro che vola. Gesti di un fan: brivido per il secret service”. Un libro lanciato ha sfiorato il Presidente Usa (foto sul quotidiano torinese). Di spalla: “Un Nobel agli studi sulla crisi del lavoro. Economia, tre premiati”. In evidenza anche un articolo sulle inchieste giudiziarie italiane: “Così Verdini favorì gli imprenditori amici”. “Nel rapporto dei Ros le accuse al coordinatore del Pdl. L’aquila, l’inchiesta sulla ricostruzione”:

 Il Riformista: “L’escalation. La nostra exit strategy sono le bombe sugli aerei. Impantanati ad Herat. Lo scenario che si prospetta è quello di una spirale di azioni e controffensive taleban, con i conseguenti costi in vite umane. Oggi i funerali dei quattro alpini”. A centro pagina la notizia della “fuga dal centro di accoglienza” in Sardegna: “L’aeroporto in mano agli immigrati”.

Il Fatto quotidiano: “Ministro, godetevi lo show”. “Tornano altre bare. Contro La Russa la rabbia dei familiari dei militari uccisi in Afghanistan. Mentre si discute di ritiro il ministro della difesa vuole armare di bombe gli aerei italiani”. A centro pagina: “Santanché, l’anima nera del ‘Giornale’. Sottosegretario all’orecchio del premier. Un’azienda che fa il pieno di pubblicità. Quanto conta davvero ‘Crudelia’?”. “Feltri, Sallusti, Porro ma non solo”.

Il Foglio: “Da soldato riluttante a burocrate zelante, così Obama perde la guerra. Barack, il temporeggiatore. Il presidente americano è in rotta con i decisionisti al Pentagono, ma sull’Afghanistan ha una non-strategia”. “L’ascesa del metodo Cia”.

Libero: “Ecco gli fabbrica dossier. I professionisti del fango. Repubblica accusa i quotidiani vicini al centrodestra: sono specializzati in operazioni di discredito. Il giornale fondato da Scalfari dimentica però di essere maestro di disinformazione contro Silvio”. L’articolo è di Filippo Facci. A centro pagina: “Fini vale come Grillo. Solo che non fa ridere”. Sotto: “La Nato con La Russa: bombe sugli aerei. O bene armati oppure via dall’Afghanistan”.

Il Giornale: “Ecco le vere fabbriche del fango. Dai dossier farlocchi di Repubblica alle maliziose illazioni del Corriere: ogni giorno uno stillicidio di attacchi alla nostra redazione. Dove vogliono arrivare? Per fortuna due grandi giornalisti come Ostellino e Pansa stanno con noi”. Il quotidiano di Sallusti, come quello di Belpietro, si riferisce all’articolo di ieri di Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica. A centro pagina: “Berlusconi operato: stop di una settimana. Ricovero lampo per i problemi alla mano”. Sotto: “Casa di Montecarlo, quelle mai che smontano il teorema Santoro”. Di spalla: “Il soldato Fassino costretto dal Pd a fare dietrofront”.

Il Sole 24 Ore: “L’Opec teme il declino. Documento shock in vista del vertice di giovedì. Continua il rally dei prezzi agricoli: mais e cotone ai massimi”. “Il cartello prevede di perdere metà Pil con il risparmio energetico”. L’editoriale è firmato da Paul Krugman, ed è dedicato al Nobel all’Economia assegnato tre economisti per il loro lavoro sui modelli di ricerca della disoccupazione. I tre premiati sono Diamond, Mortensen e Pisarides. A centro pagina: “Allarme dell’Ocse sulla ripresa globale: cedono India e Cina”. I dati dicono è che la ripresa rallenta.

 Afghanistan

Il ministro Frattini, intervistato da La Repubblica, dice di non voler entrare nelle polemiche sulle bombe dei cacciarbombardieri: è una cosa che deciderà il Parlamento. Rassicura che Usa e Nato hanno una strategia per la transizione e per passare le consegne agli afghani. E poi dice che “anche l’Italia pensa al ritiro delle sue truppe, ma al tempo giusto e in totale coordinamento con gli alleati”.

Intanto ieri il segretario generale della Nato Rasmussen ha fatto sapere che dotare gli aerei di bombe “non è in contraddizione” con la dottrina dell’Alleanza: “Trovo abbastanza naturale che i Paesi che contibuiscono con truppe cerchino modalità e mezzi per proteggerle in modo efficace”, dice Rasmussen citato dal Corriere della Sera. Rasmussen precisa comunque che “è decisione di competenza nazionale il come farlo”.

La Stampa sottolinea invece che la Nato teme un disimpegno troppo rapido e nota che il numero dei Paesi che vorrebbero accelerare l’uscita di scena cresce con il passare dei mesi. Sullo stesso quotidiano il responsabile esteri Pd Fassino si dice contrario a dotare i nostri caccia di bombe: “La presenza militare è necessaria, ma le bombe non servono ad aumentare la sicurezza dei nostri militari, e per di più espongono al rischio di colpire civili innocenti. Piuttosto, secondo Fassino, la sicurezza dei nostri soldati piuò essere garantita con mezzi più efficaci, come l’aumento degli elicotteri di scorta ai nostri convogli.

Il Foglio continua ad occuparsi di “Barack il temporeggiatore”: Obama “soldato riluttante” è passato ora allo “zelo burocratico ” la guerra in Afghanistan, totalmente privata dello spirito originario di avamposto della guerra globale al terrorismo, si accompagna a uno scontro aperto nei palazzi di Washington: civili contro militari, tecnocrati contro generali, professori contro strateghi”. Tutto questo viene raccontato, scrive Il Foglio, nell’ultimo libro di Bob Woodward, “Obama’s wars”: “l’aspetto più inquietante dell’eccezionale racconto di Woodward è il clima politico di totale indecisione e assenza di strategia” che vige alla Casa Bianca.

 Verdini

Il coordinatore del Pdl Verdini “ha avuto rapporti societari con l’imprenditore Riccardo Fusi fino alla fine del 2007” e gli ha fatto ottenere 4 appalti per la ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Lo scrive il Corriere della Sera citando l’informativa dei Carabinieri ai magistrati de L’Aquila, cui dunque avrebbe “mentito” sostenendo che i rapporti erano terminati nel 95-96. Tanto Verdini che Fusi sono stati convocati dalla Procura per il 18 ottobre e nell’invito a comparire si specifica che verranno ascoltati come indagati di “abuso d’ufficio, in concorso con Ettore Barattelli, il presidente del Consorzio Federico II, del quale fa parte la Btp di Fusi. Verdini è sospettato di aver “abusato della sua funzione di membro della Camera dei deputati”. L’associazione di imprese Federico II fu creata, ricorda il Corriere, dopo una riunione avvenuta il 12 maggio a Palazzo Chigi e presieduta da Letta. Ha ottenuto dalla Protezione civile i lavori di rifacimento della scuola Carducci de L’Aquila, con appalto all’associazione temporanea di imprese Btp Spa. Dal provveditorato per le opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna i lavori di ammodernamento della caserma Campomizi, subalbattati alla Barattelli. Dal comune de L’Aquila, con affidamento diretto al consorzio Federico II, quelli di puntellamento del centro storico; con contratto privato, dalla Cassa di risparmio de L’Aquila, di cui è consigliere Barattelli, quelli di contenimento dei danni delle sedi dell’istituto di credito di Corso Vittorio Emanuele II e del Palazzo Farinosi Branconi. Secondo il Corriere, i magistrati intendono scoprire come mai Verdini fosse così interessato a far lavorare Fusi che, come risulta dall’analisi della situazione finanziaria e patrimoniale, “è esposto, anche con le società satelliti, per centinaia di milioni”.

La Repubblica dice che al centro dell’interrogatorio ci saranno i rapporti societari Fusi Verdini e alcuni lavori assegnati dalla Protezione civile alla Btp, la società di Fusi, in consorzio con alcune ditte abruzzesi. Lavori che sarebbero stati assegnati su pressioni di Verdini e che avrebbero coinvolto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il capo della Protezione civile Bertolaso, il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi.

Anche su La Stampa l’indagine su Verdini, che “avrebbe favorito l’imprenditore Fusi e organizzato un incontro con Gianni Letta”. In particolare l’attenzione si concentra sull’incontro avvenuto a Palazzo Chigi il 12 maggio 2009, al quale parteciparono Letta, Verdini e alcuni dirigenti e imprenditori della Cassa di risparmio de L’Aquila. In quella occasione si decise la costituzione del consorzio Federico II, ricorda il quotidiano. All’inizio – sottolinea La Stampa – sembrava che quelle ottenute dal Consorzio fossero solo briciole, ma gli accertamenti del Ros, sommandoli, hanno calcolato che la cifra finale arriva ad oltre 20 milioni di Euro.

 Pdl e Pd

Nei giorni scorsi i quotidiani avevano raccontato un Berlusconi sul punto di rifondare e riorganizzare il Pdl, ipotizzando persino l’investitura di una coordinatrice: si faceva il nome di Daniela Santanché, oggi è per Il Foglio Deborah Bergamini, fedelissima berlusconiana diventata molto critica sullo stato del partito e, soprattutto, insofferente della “dittatura” di Denis Verdini in Toscane e non solo.

Su Il Giornale uno dei tre coordinatori naizonali, il ministro Sandro Bondi, scrive in una lettera: “Non sarò io a frenare il rinnovamento”. Secondo Bondi occorre “proseguire l’opera che abbaimo iniziato di una ricomposizione di tutta l’area moderata del nostro Paese”, dall’Udc di Casini al Fli di Fini. Lo stesso quotidiano da’ conto di una colazione prevista per oggi tra Alfano, Frattini e Gelmini, per tenìtare di “ricomporre” lo strappo del partito in Sicilia.

La Stampa scrive di un sondaggio secondo cui i cinque partiti dei movimenti collocati a sinistra del Pd metterebbero insieme il 18-19 per cento dei voti: si tratta delle formazioni di Di Pietro, Grillo, Rifondazione, Sinistra e Libertà di Vendola e Comunisti italiani. “La fiammata della sinistra fa paura al Pd”, titola il quotidiano.

Il Foglio si sofferma sullo stato del Pd e, al capitolo primarie, spiega che si faranno in occasione delle amministrative a Milano, Napoli, Bologna e Torino (le date sono già state fissate), ma è molto difficile che si tengano a livello nazionale, visto che Bersani ha già fatto sapere che se uno dei partiti della futura coalizione si opporrà, non si terranno. Se Bersani riuscirà ad agganciare l’Udc, per esempio, esse non si terranno, poiché Casini ha più volte mostrato la sua contrarietà alla scelta del cabndidato premier. Secondo Il Foglio il motivo della diffidenza nei confronti di questo strumento è poi sempre la paura che Vendola arrivi primo.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)