La Rassegna Stampa: la rabbia di Gino (Strada)

Pubblicato il 15 Aprile 2010 in , da Vitalba Paesano

Le aperture

La Repubblica: “Bossi: a noi le banche del Nord. Il Senatur, a cena dal premier, boccia le modifiche alla legge elettorale”. E poi: “Bersani al Quirinale: no alla bozza Calderoli. Pronto il nuovo Lodo Alfano, arriva la stretta sulle intercettazioni”. A centro pagina: “Berlusconi a Karzai. ‘Verità su Emergency’. Frattini: uno dei tre italiani potrebbe essere liberato”. E poi un articolo di Gino Strada: “Curiamo tutti, non taceremo mai di fronte agli orrori della guerra”. Di spalla: “Parla Ruini: Sulla pedofilia accuse ingiuste. Parigi critica Bertone sui gay”, con un articolo di Hans Kung: “Benedetto XVI ha fallito, i cattolici perdono la fiducia”. Da segnalare in prima pagina anche un richiamo alle pagine R2 del quotidiano diretto da Ezio Mauro, dedicato al rapporto Ue sull’energia: “Sole, vento e auto elettriche, la ‘rivoluzione verde’ del 2050”. A fondo pagina la notizia della decisione della Corte Costituzionale sui matrimoni omosessuali: la Consulta ha respinto i ricorsi di tre coppie gay. Alla decisione della Consulta è dedicata la copertina de L’Unità: “Un altro no”. 

Il Corriere della Sera: “Il leader del Carroccio parla di riforme ed economia. Vertice con Berlusconi: ‘Vogliamo le banche del Nord’. Bossi all’attacco: possibile un premier leghista nel 2013”. A centro pagina: “Berlusconi premese su Karzai. Emergency, medico sospettato per il caso Mastrogiacomo”.Articolo di ricostruzione sulle vicende Mastrogiacomo e Torsello: “Quel riscatto e i misteri”. Accanto: “Ecco le intercettazioni tra i club e gli arbitri. Inter, Milan e Roma nelle telefonate presentate da Moggi”. L’editoriale del quotidiano milanese, firmato dal professor Giovanni Sartori, è dedicato alla riforma federalista dello Stato.

La Stampa: “Kabul, si muove il governo. Berlusconi scrive a Karzai. Presto libero un volontario di Emergency. Il ministro Frattini: ‘Insoddisfatti delle risposte delle autorità afghane, ma le parole di Gino Strada non aiutano”. A firmare l’editoriale sul “drastico aggiustamento di linea” italiano è Lucia Annunziata.

In alto le parole di Bossi (“Bossi all’attacco: prenderemo le banche del Nord”), e la risposta del leader della Lega alla domanda su un possibile premier leghista (“Tutto è possibile”). A centro pagina il terremoto in Cina (“La terra trema, paura del big One”. Ci sono stati seicento morti).

Per Il Riformista Bossi “vuole pure le banche”, mentre a centro pagina ci si sofferma sulla questione Chiesa, pedofilia ed omosessualità: “Il Vaticano corregge Bertone” per le sue parole che associavano la pedofilia all’omosessualità.

Il Sole 24 Ore si occupa dell’economia greca: “L’accordo non basta, i tassi tornano al 7 per cento. L’Italia pronta a concedere in tempi stretti l’aiuto bilaterale. Dubbi sulla tenuta spagnola”. A centro pagina Bossi e le banche.

Libero: “Bossi: abbiamo una banca. I Senatur entra senza bussare nei salotti buoni. In nome del popolo, del federalismo e del potere. Le strategie dell’Umberto per un premier leghista”. A centro pagina: “Le nozze gay sono troppo anche per i giudici. Il no della Corte Costituzionale alle unioni omosessuali”.

Il Giornale: “Bossi: a noi le banche del Nord. Carroccio di lotta e di finanza. ‘Nostri uomini negli istituti più grossi. La gente ce lo chiede’”. Il quotidiano in prima pagina, con una foto di Antonio Di Pietro, racconta anche che ci sarebbe l’ombra della “pedofilia” sul delitto di un esponente politico di Italia dei Valori, ucciso in Puglia nell’estato del 2008. “La procura di Lecce si è imbattuta in un giro di presunti abusi sui minori facendo accertamenti sull’uccisione del consigliere Basile. Indagato per molestie il parroco che andava ai comizi di Idv. E Di Pietro diceva: ammazzato per le battaglie contro il malaffare”.

Il Foglio: “Così il Cav e Tremonti seguono la corsa di Draghi verso la Bce”. Secondo il Foglio la strategia è quella di “non esporre il candidato italiano con sortite estermporanee”. Sarebbe “al vaglio” l’articolo de La Repubblica di ieri che criticava il premier proprio per un presunto scarso impegno per sponsorizzare il Governatore della Banca d’Italia.

Emergency

Sulla prima pagina de La Repubblica una lettera di Gino Strada che compare sotto il titolo: “Curiamo tutti, non taceremo mai di fronte agli orrori della guerra”. L’incipit: “Caro direttore, si introducono – direttamente o con la complicità di qualcuno che vi lavora – alcune armi in un ospedale, poi si dà il via all’operazione… Truppe afghane e inglesi circondano il centro chirurgico di Emergency a LashkarGa, poi vi entrano mitragliatori in pugno e si recano dove sanno di trovare le armi. A quanto ci risulta, nessun altro luogo viene perquisito. Si va dritti in un magazzino, non c’è neppure bisogno di controllare le centinaia di scatole sugli scaffali, le due con dentro le armi sono già pronte – ma che sorpresa! – sul pavimento in mezzo al locale. Una telecamera e il gioco è fatto”.

Chiesa

Il teologo svizzero Hans Kung spiega su La Repubblica perché BenedettoXVI “ha fallito”. Molte le questioni affrontate: tra le molte cause del fallimento citate ed argomentate da Kung, è mancato il riavvicinamento alle Chiese evangeliche, è mancata la continuità del dialogo con gli ebrei e con i musulmani (“Benedetto XVI ha dato dell’islam una immagine caricaturale”), è mancata la riconciliazione con i nativi dell’America Latina, non si è colta l’opportuntà di venire in aiuto alle popolazioni dell’Africa nella lotta contro sovrappopolazione e Aids, non si è colta l’opportunità di riconciliarsi con la scienza moderna (teoria dell’evoluzione e nuove prospettive della ricerca come le cellule staminali), sono stati accolti nella Chiesa cattolica, senza precondizione alcuna, i vescovi tradizionalisti della fraternità di San Pio X.

Su Il Foglio, ritratto del cardinale Cristoph Schonborn, arcivescovo di Vienna: “le due facce di un papabile. Conservatore, riformatore”, “il vescovo che maltratta la Curia”. Ha chiesto scusa per le colpe dei pedofili nel clero facendo parlare nella cattedrale di Vienna le vittime, ha nominato una donna, l’ex governatrice della Stiria alla testa di una commissione indipendente sugli abusi sessuali dei preti nel Paese. Ha estimatori, ma anche critici in Vaticano: è stato lui a descrivere la Curia romana come spaccata in due, con da una parte coloro che fin dai tempi di Wojtyla fino ad oggi hanno lavorato per insabbiare i casi di abusi, e dall’altra coloro che si sono dati da fare per la trasparenza. Due giorni fa su La Stampa ha detto che Ratzinger, da prefetto per la congregazione della dottrina della fede, nel 1995, avrebbe voluto una commissione di inchiesta sulle accuse di pedofilia nei confronti del suo predecessore, Groer, ma fu fermato dalla Curia romana favorevole all’insabbamento.

Torniamo su La Repubblica per segnalare una intervista all’ex Presidente della Cei Camillo Ruini: “Soffriamo per i nostri peccati, ma il Papa sta facendo pulizia”. E sull’Islam: “L’attuale Papa sta dando un forte contributo al dialogo sulle religioni, evitando di incagliarsi sulle loro ineliminabili sofferenze”.

“La Francia attacca il Vaticano”, titola Il Sole 24 Ore, dando conto delle dichiarazioni fatte dal portavoce del Ministero degli Esteri, in cui si è definito un “amalgama inaccettabile” l’accostamento fatto dal Segretario di Stato Bertone tra omosessualità e pedofilia. Il quotidiano ricorda che l’anno scorso il governo francese aveva proposto una mozione per la depenalizzazione dell’omosessualità, incontrando in sede Onu l’opposizione della Chiesa cattolica.

Dello scandalo pedofilia il giurista Francesco Margiotta Broglio, secondo cui l’articolo 23 del Trattato dei Patti lateranensi potrebbe aiutare a fare giustizia. La disposizione prevede che abbiano piana efficacia giuridica, anche a tutti gli effetti civili, in Italia, le sentenze e i provvedimenti emanati da autorità ecclesiastiche e riguardanti “persone ecclesiastiche o religiose”.

Banche

Il Sole 24 Ore parla di una “Opa di Bossi sulle banche del Nord” e dedica una analisi agli uomini del Carroccio che sarebbero in corsa nel risiko bancario, in vista dei rinnovi ai vertici di alcuni istituti di credito. A cominciare da IntesaSanpaolo, dove poco dopo la sparata bossiana, è stato chiamato alla presidenza del Consiglio di gestione Domenico Siniscalco, che negli ultimi tempi ha ricucito i rapporti con il ministro dell’Economia Tremonti. Il sindaco di Verona Tosi, della Lega, ha ricordato che le Fondazioni devono tornare sotto il controllo del territorio e i sindaci essere determinanti negli orientamenti delle erogazioni. Se ne occupa anche La Repubblica con un commento di Massimo Riva (la campagna lumbard per i feudi del credito, “bisogna davvero risalire molto indietro nel tempo per ritrovare accenti politici di pari arroganza lottizzatoria”). Anche su questo quotidiano una panoramica sulle Fondazioni in cui ha già iniziato a pesare il Carroccio e i cda in scadenza: Cariverona nel 2010, Caritorino nel 2013, Compagnia di SanPaolo 2012, Cariplo nel 2010. Secondo un retroscena del Corriere Bossi da dieci anni accarezza questo sogno, che sarebbe stato parte del “patto segreto” Bossi-Berlusconi nel 2001. Un sogno che è passato per il fallimento della banca leghista CrediEuroNord e per la mancata riforma delle fondazioni bancarie. Ora Bossi ha deciso di aggirare gli ostacoli affidando al ministro Tremonti la regia tecnica, la triangolazione proprio con le fondazioni bancarie, che passa anche dal rinnovo di cariche importanti, come quella della Cassa depositi e prestiti.

E poi

Oggi gli inglesi vedranno il primo dibattito in tv tra i tre leader candidati al voto del 6 maggio. In diretta su Itv. Ne parla Il Riformista. Sul Sole 24 Ore, in prima pagina, un intervento del Presidente russo Dmitri Medvedev, dedicato al summit Bric (Brasile, Russia, India, Cina) che si svolgerà in Brasile oggi e domani. I Bric “premeranno per la riforma del sistema di Bretton Woods”. E “rafforzando il quadro economico del mondo multipolare, questi Paesi stanno oggettivamente contribuendo a creare le condizioni per il rafforzamento della sicurezza internazionale”. All’ultimo arrivato tra i partiti di estrema destra populista, lo Jobbik ungherese, è dedicata una analisi di Piero Ignazi su Il Sole 24 Ore (“Se ritornano i fantasmi del fascismo al goulasch”).

(fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo, Paolo Martini)