La Rassegna Stampa- Draghi: l’Italia indietro di nove anni, disoccupazione all’11 per cento

Pubblicato il 29 Ottobre 2010 in , , da Vitalba Paesano
Colesterolo: saperne di più per combatterlo meglio 11

Le aperture

Il Corriere della Sera: “La bufera delle feste di Arcore. Le accuse della giovane al premier diventano un fatto politico. La replica: spazzatura. Il Pd: se ne vada. Berlusconi sul caso della ragazza minorenne: aiuto chi ha bisogno”. Il titolo di apertura è dedicato al consiglio europeo: “La riforma della Ue sul rigore dei bilanci. Verso un fondo permanente anticrisi. Merkel insiste per cambiare il Trattato”. A centro pagina: “Statali, i tagli di Brunetta: in tre anni 300 mila in meno. Draghi e Tremonti d’accordo: disoccupazione all’11 per cento”.

La Repubblica: “Ruby? Io aiuto chi ha bisogno”. “Il premier a tarda notte: ma non mi risultano telefonate da Palazzo Chigi per far rilasciare la ragazza. La Questura però conferma la chiamata. Berlusconi: sono un uomo di cuore. Il Pd: ora basta, se ne deve andare”. A centro pagina i tagli di Brunetta: “Protestano sindacati e opposizioni”. E poi: “Draghi: l’Italia indietro di nove anni, disoccupazione all’11 per cento”.

La Stampa: “Nuova bufera sul premier”. “Palazzo Chigi chiamò la Questura di Milano per liberare una minorenne fermata per furto. La replica: aiuto chi ha bisogno. Caso montato sul nulla. Indagati Emilio Fede e Lele Mora”. A centro pagina la foto della protesta al red carpet del Festival del cinema.

Libero: “Ci risiamo con la gnocca. Bunga bunga ad Arcore. Per la Procura non c’è reato ma tre cene in villa a cui partecipava anche un minorenne portata da Lele Mora diventano un’altra occasione per sparare sul premier”. “Berlusconi: ‘mi vogliono sputtanare in tutto il mondo. Se ne inventano una al giorno'”. A centro pagina: “I pm non mollano le carte per ricorrere contro Fini” a proposito dello scandalo a Montecarlo.

Il Giornale: “Otto procure a caccia di Berlusconi. Neanche fosse Al Capone. Da Nord a Sud i magistrati braccano il premier con ogni tipo di motivazione: mafia, evasione fiscale, tangenti, appalti, prostituzione minorile. Una persecuzione per farlo cadere e riportare la politica al 1993. E poi dicono che lo scudo non serve”. A centro pagina la foto della ragazza nota come Ruby: “Bunga bunga basta”. “Nuovo gossip sessuale contro il Cavaliere. Lui: ‘Spazzatura’”.

Il Riformista: “Vietato ai minori. Un altro festino del premier irrompe nella politica italiana. Lo scandalo bunga bunga.  Il premier e la telefonata in questura a favore della minorenne. ‘Sono un uomo di buon cuore’. La ragazza dice di essere stata manipolata. Fede conferma di averla vista a casa del Cav”.

L’Unità: “Un Paese in ostaggio”, è il titolo che campeggia in prima, sulla foto di un lussuoso letto a due piazze rosso. “Statista bunga bunga” è il titolo dell’editoriale della direttrice Concita de Gregorio. A centro pagina: “Allarme disoccupati. Sorpresa: d’accordo Draghi e Tremonti”. E poi un richiamo al caso Antigua, con riferimento ad una interrogazione presentata dal Pd sul condono del debito del Paese.

Il Foglio: “Obama ha un new deal sull’uranio iranaiano. ( Ma è peggio di quello prima), “Teheran aumenta la produzione di combustibile nucleare. Washington chiede di trasferirne di più all’estero”. Il quotidiano poi riferisce delle rivelazioni di Haaretz, secondo cui tredici container carichi di armi intercettati in Nigeria e provenienti dall’Iran sarebbero stati diretti a Gaza. Sul capitolo “bunga bunga”: “Anche questa volta Repubblica ha dato il buco a Novella 2000. Nuovo autorevole scoop del Secolo”.
Di spalla il quotidiano si occupa delle inchieste sulla mafia in Sicilia e delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza (“Sbirri e malacarne. Così il pentitismo mediatico ha ribaltato verità e ruoli”).

Il Sole 24 Ore: “Due aliquote per le banche. Tremonti propone una doppia imposta: una per le attività commerciali e un’altra (più alta) per la finanza. Draghi: disoccupati all’11 per cento. Brunetta: taglio di 300 mila statali”. Non manca un richiamo per il caso Ruby: “Anche video e foto nel caso Ruby. Berlusconi: aiuto chi ha bisogno”.

Ruby

La Stampa intervista Ruby via chat. Dice di esser stata a casa del premier una sola volta, “ma lui pensava che io fossi una ventiquattrenne. Appena scoperto che ero una minorenne non ha voluto più rivedermi”. Lele Mora lo conosci? “A Lele Mora voglio un bene dell’anima; quando ha saputo la mia vera età ha cercato di aiutarmi e di adottarmi”. Non ti è sembrato strano che ti volesse adottare dopo che eri stata interrogata? “Ma no, lui lo ha fatto prima”. Dice di aver visto una volta sola, a casa del premier, Emilio Fede, dice di non aver partecipato al bunga bunga di Arcore.
Anche Il Fatto è riuscito ad intervistarla: dice di esser stata dal premier ad Arcore una volta sola, di aver cenato, ascoltato musica e poi di esser andata via. “Silvio mi ha dato soltanto settemila euro e una collana di Damiani”, ma “non mi ha chiesto niente in cambio”, “lo ha fatto soltanto per aiutarmi”. E’ stata rilasciata per interessamento di Palazzo Chigi? “Non lo so. Ad aspettarmi c’è quella ragazza…Nicole, che io non conoscevo (Nicole Minetti, ex-igientista dentale del premier, ora consigliere regionale Pdl, ndr). Subito dopo abbiamo chiamato Silvio. Era molto arrabbiato, mi ha sgridato, mi ha detto che gli avevo mentito dicendogli che ero maggiorenne. Mi ha anche sgridato perché facevo una vita che non gli piaceva”.
Il Corriere della Sera ricostruisce “la telefonata del Cavaliere in Questura”. Il 27 maggio scorso il caposcorta del premier avrebbe contattato il gabinetto del Questore di Milano per chiedere il rilascio di Ruby, accusata di furto. La Questura era stata chiamata da un centro estetico in cui due donne l’avevano riconosciuta come la giovane ospitata nel loro appartamento e sparita con 3000 euro e alcuni rolex. Insistendo con la Questura per ottenere il rilacio di Ruby, l’uomo della scorta avrebbe passato, di fronte alle esitazioni della polizia, la cornetta direttamente al premier.
Lo stesso quotidiano intervista Emilio Fede, che viene intervistato anche da La Stampa. Ammette di aver forse incontrato Ruby un paio di volte, dice che non gli risulta di essere indagato (“Non ho ricevuto niente dai magistrati”, dice a La Stampa). Si sa che al presidente piace scherzare, cantare nelle serate di relax, dice Fede. E dopo il relax? “Io non so niente, non ho mai saputo niente, io me ne andavo presto perché avevo sonno”.
La Repubblica, riferendo le parole pronunciate ieri da Berlusconi, le cita così: “Non mi risulta una telefonata per far rilasciare Ruby. Ho già detto che non ho fatto interventi di un certo tipo. Ho solo fatto una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all’affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena, e ci aveva raccontato una storia drammatica  a cui noi avevamo dato credito. Non mi risulta che qualcuno abbia mai fatto telefonate da Palazzo Chigi.
Il Fatto intervista Patrizia D’Addario: “Ho paura per lei -dice- Le spezzeranno le ossa”, “volgiono il segreto attorno ai riti del capo”.
Il Riformista dedica un articolo al pm Pietro Forno: la toga del caso Ruby, ricorda, fece condannare a 13 anni un giovane educatore, accusandolo di aver abusato di alcuni ragazzi. In Cassazione la condanna fu annullata. A questo pm, protagonista di altre storie simili, viene rimproverato di servizi sempre degli stessi consulenti, e di farlo perché in sintonia con le sue attività di accusatore. Oggi torna alla ribalta per la vicenda Ruby. E l’interessata accusa: dietro questo polverone c’è una sola persona. Il giudice Forno mi ha usata per attaccare il premier. E’ un lato della vicenda, questo del pm, evidenziato anche in un articolo de Il Giornale.

Politica

Su Il Foglio una intera pagina dedicata alla cronaca di una lunga giornata a spasso con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, sotto il capitolo “Guida alla rottamazione”: “Le idee per rinnovare il centrosinistra, le ambizioni dei rottamatori, i messaggi a Bersani, le critiche a Fini e il futuro del sindaco di Firenze”. Per Renzi Veltroni e D’Alema dovrebbero limitarsi a guidare le loro fondazioni.
Su Il Sole 24 Ore si parla delle vicende del quotidiano Il Secolo d’Italia, dove sarebbe in corso una “guerra tra gli ex An”. Il quotidiano rischia di chiudere e oggi esce con una prima pagina oscurata sotto il titolo “ci vogliono cancellare”. E’ guidato dalla finiana Flavia Perina, che considera vicenda dei finanziamenti come una vendetta degli ex colonnelli. Se ne occupa anche Il Giornale. Il senatore Caruso, che fa parte del comitato dei garanti, dice:”abbiamo fatto presente, quanto alla linea editoriale, che l’aderenza a Fli non va bene. Ben venga l’indipendenza, non la trasformazione in house organ finiano”. E aggiunge: “An non ha più introiti, non è pensabile che continui a dare soldi al Secolo, che pur ricevendo contributi dallo Stato per 2,7 milioni di euro, verso An ha maturato 6 milioni di euro di debiti, fermo restando che An ha già rinunciato alla restituzione di 12 milioni. Un quotidiano non può vivere al di sopra delle proprie possibilità”.

Economia

La disoccupazione è all’11 per cento: lo ha ricordato ieri il governatore di Bankitalia Mario Draghi. Un dato superiore al tasso di disoccupazione ufficiale, pari all’8,5 per cento, che non comprende, diversamente dall’altro, i lavoratori in cassa integrazione e gli “scoraggiati”, cioé coloro che non cercano più attivamente un impiego perché disperano di trovarlo. Il Corriere sottolinea che secondo Draghi ci sarebbe da andare oltre, poiché si potrebbero pure conteggiare i lavoratori “forzosamente occupati a tempo parziale, e non a tempo pieno come vorrebbero”. Il quotidiano sottolinea l’inaspettata sintonia con il governo, a dieci giorni soltanto dalla contestazione dei dati di Bankitalia da parte del ministro Sacconi. Anzi, il ministro Tremonti, presente con il governatore alla giornata mondiale del risparmio, ha spiazzato tutti, dicendo che i dati esposti da Draghi “sono assolutamente condivisibili”, “sono stati rimossi alcuni equivoci”.
Sul Sole 24 Ore: “Draghi: la priorità è il lavoro. Tasso di sottoutilizzo all11 per cento”. I numeri: il numero di occupati in Italia si è ridotto di 560 mila persone, in gran parte appartenenti a quell’area che include i contratti di lavoro a tempo determinato e parziale”. Quanto alle fondazioni, “devono seguitare a saper guardare lontano, comprendere che non possono sacrificare le prospettive delle loro banche e delle economia al desiderio di ritorni monetari immediati”. Uno stralcio dell’intervento di Draghi viene pubblicato dal quotidiano di Confindustria.
Su La Repubblica una analisi di Tito Boeri: “Perché la Fiat realizza circa la metà dei suoi profitti in Brasile e ha conti in rosso in Italia?”. Boeri si sofferma sulle risposte generalmente date (è un problema di costo del lavoro, tasse più basse, più facile licenziare, produttività del lavoro più alta, minore concorrenza in Brasile che in Italia, problema di domanda). Sottolinea che la bassa produttività è dovuta ad impianti in parte obsoleti e male utilizzati, oltre che ad incentivi sbagliati. E’ necessario definire subito regole che leghino saldamente le retribuzioni ai risultati dell’azienda.

Esteri

Arrivano le memorie di George W. Bush. Niente attacchi a Obama, scrive La Repubblica. La più drammatica delle anticipazioni riguarda l’ordine di abbattere “qualsiasi aereo sui cieli di America” dato dopo l’attacco alle torri gemelle, l’11 settembre 2001. Bush pensava che l’aereo caduto in Pensylvania fosse stato abbattuto dai caccia della Usa Air Force, e solo diversi minuti dopo fu informato che c’era a bordo la ribellione dei passeggeri contro i dirottatori. Racconta gli anni da alcolista, e ricorda l’incontro con Papa Wojtyla, quando gli venne chiesto di difendere la vita in tutte le sue forme, anche embrionali, spingendolo a bloccare i finanziamenti pubblici alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Sul Sole 24 Ore si dà conto del “primo discorso pubblico in un secolo” del capo di Sir John Sawers, capo dei servizi segreti britannici. Il capo dell’MI6 parla di terrorismo in un discorso alla Society of Editors di Londra, e si è soffermato sui pericolo della proliferazione nucleare e sui rischi rappresentati dall’Iran, che “minaccia più dei terroristi”. Il capo dell’MI6 hga anche difeso le operazioni sotto copertura ed ha confermato che l’intelligence è necessaria per la sicurezza.
Su Il Giornale si scrive che “piace solo a un indiano su cento” il premier indiano Mohamed Singh. E’ il leader più impopolare al mondo e tutti vorrebbero al suo posto il figlio di Sonia Gandhi. Lui “gioca la carta disperata”: la visita di Obama a New Dehli, a novembre.

E poi

“Mohammed batte Jack”, titola una corrispondenza dalla Gran Bretagna, dove si racconta che se si sommano tutti i modi in cui si può trascrivere Maometto, il nome del Profeta sorpasserebbe Oliver, Jack e compagnia bella. Un sociologo della London school of economics dice però che i musulmani considerano il nome Mohammed un paragone di eccellenza, cercando di emulare la sua vita: anche chi non è un fervente praticante, ma si identifica culturalmente con l’Islam, fa una scelta ovvia chiamando Mohammed il proprio figlio maschio. Messi tutti insieme i Maometto nati nell’ultimo anno sono stati 7515. L’anno precedente erano al secondo posto, ora hanno superato gli Oliver, che sono fermi a 7364.
Sul Sole 24 Ore un articolo da New York sulle condizioni di Haiti a nove mesi dal terremoto. Le Ong denunciano il blocco degli aiuti e mazzette alla dogana. Metà dei campi profughi è senza acqua potabile e servizi igienici.

(Fonte: RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini)