Jean Claude Trichet: “Più mercato e liberalizzazioni: con la crescita potete farcela”

Pubblicato il 28 Settembre 2011 in , , da redazione grey-panthers

Le aperture

“Berlusconi ordinava di mentire” è il titolo di apertura de La Repubblica, che cita le parole dell’accusa del Tribunale del Riesame di Napoli. “Soldi in cambio del silenzio di Tarantini”. “Rischia anche il reato di corruzione. L’inchiesta tra tre Procure: Bari, Lecce, Roma”. “L’accusa del Tribunale: sapeva che erano escort. Il premier: mi sabotano”.

In prima pagina un richiamo all’inchiesta R2 dedicata agli “immigrati alla seconda”, ovvero la generazione “cinquanta e cinquanta”, metà italiani e metà islamici, con le firme di Vladimiro Polchi e Giancarlo Bosetti.

Il Giornale: “Mollano i criminali e inseguono le ragazze. Inchiesta sui pm ossessionati da Berlusconi. La procura di Napoli indaga sul gossip. Intanto crescono furti e rapine. E oltre 100 clan ringraziano”. “Escort, trucco per incastrare il premier: ‘Non poteva non sapere'”. La foto mostra il Procuratore capo di Napoli Lepore e il pm Woodcock, “il gatto e la volpe”, “i due più assidui accusatori di Berlusconi nella inchiesta sulle escort e Tarantini”.

Il Corriere della Sera dedica a queste notizie un titolo a centro pagina, e si occupa, nel titolo di apertura, del “lungo colloquio” di ieri tra il ministro dell’Economia Tremonti e il presidente del Consiglio Berlusconi, “dopo la freddezza dei giorni scorsi”: “Banca d’Italia, ultimo scontro. Saccomanni vicino alla nomina, ma Tremonti insiste su Grilli”. Il quotidiano offre in prima anche un richiamo ad una intervista a Jean Claude Trichet: “Più mercato e liberalizzazioni: con la crescita potete farcela”.

La Stampa: “Braccio di ferro su Bankitalia. Crescita, tregua Berlusconi-Tremonti Ma scoppia il caso del dopo Draghi. Nella scelta del Governatore il Cavaliere appoggia Saccomanni mentre il ministro insiste per Grilli. Gelo del Colle”.

In prima pagina il quotidiano scrive anche, in un retroscena: “In arrivo la Tobin tax. Ok della Commissione Ue”.

Il Sole 24 Ore: “Volano le Borse, bene l’asta Bot. I listini globali scommettono sulle misure per affrontare la crisi del debito. Tassi in salita ma la domanda sostenuta per i titoli di Stato italiani. Accordo a Bruxelles sulla Tobin tax”. A centro pagina: “Braccio di feror su Banca d’Italia. Il ministro dell’Economia insiste su Grilli, il premier per Saccomanni: tempi più lunghi per la nomina. Dopo il vertice Berlusconi-Tremonti, tregua armata sulla collegialità”.

Governo, Banca d’Italia etc

Scrive il Sole 24 Ore che Giulio Tremonti “insiste sulla candidatura del direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, mentre il candidato del presidente del Consiglio rimane Fabrizio Saccomanni. Il quotidiano spiega che il ministro dell’Economia “da un punto di vista formale non ha potere di iniziativa sulla nomina (la legge recita infatti che la nomina del governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia)”, ma va da sè che il parere del responsabile di via XX settembre conta, eccome. E il ministro non avrebbe ancora modificato la sua preferenza iniziale, che era a rimane, al momento”, quella di Grilli. Il suo nome però sarebbe considerato “una sorta di ferita all’autonomia della Banca centrale italiana”, visto che Grilli è attuale direttore generale al Tesoro. Lo stesso quotidiano spiega che ieri Napolitano ha ricevuto Tremonti prima che quest’ultimo incontrasse il presidente del Consiglio. Secondo il quotidiano di Confindustria, con Napolitano Tremonti “ha provato a rilanciare sulla candidatura del direttore generale del Tesoro Grilli”. Dal Quirinale si fa sapere che non c’è “nessuna pregiudiziale” sui nomi, ma si ribadisce che non si deve porre in discussione l’autonomia della Banca d’Italia e si deve arrivare ad una “proposta condivisa”.

Secondo il “retroscena” de La Stampa “il lungo scontro su Bankitalia irrita il Capo dello Stato”. “Il ministro ripropone Grilli, il Quirinale ora teme l’ennesima rissa tra Pdl e Lega”. La Lega potrebbe spalleggiare Tremonti contro un pezzo di Pdl, scrive il quotidiano.

Anche il Corriere della Sera sottolinea “l’attenzione del Quirinale per salvaguardare l’indipendenza dell’autorità”, il conflitto evidente all’interno del governo tra il premier e il titolare dell’Economia rappresenterebbe per il Colle una impropria mediazione che mette a repentaglio l’indipendenza di Bankitalia, lede il prestigio della carica e di chi finora l’ha occupata e offre ai mercati una immagina negativa delle istituzioni nazionali.

“Da Palazzo Koch alla Chiesa, la confusione aumenta”, titola il Corriere della Sera in una analisi, dando conto anche di come il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, abbia ribadito le parole dure pronunciate due giorni fa, in un intervento ieri durante l’incontro per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia all’ambasciata presso la Santa Sede.

Anche su La Repubblica, le sue parole, pronunciate ieri: “L’unità del Paese, ieri come oggi, si realizza solo attorno al ‘retto vivere'”. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta incassa: “Dovrei dire che lei mi ha spiazzato, invece no, stasera no”, “mi auguro che la collaborazione tra Chiesa e Stato continui e si approfondisca”. Sulla stessa pagina: “I vescovi puntano sull’esplosione del Pdl, il modello PPE per la nuova ‘cosa Bianca’”. Dove si legge che la Chiesa dà Berlusconi per morto politicamente e che è in piedi un progetto per la creazione di un polo moderato. Il quotidiano scrive anche che l’attuale segretario del Pdl Alfano è uno degli interlocutori privilegiati delle gerarchie vaticane, si parla poi di un forum delle associazioni e delle persone di ispirazione cristiana (tra gli altri ne fanno parte la Cisl, Confcooperative, le Acli, la Coldiretti) che si riunirà in seminario a ottobre, con una prolusione dello stesso Bagnasco, interventi del fondatore di Sant’Egidio Riccardi, dell’economista Stefano Zamagni, dell’Amministratore di Intesa Passera.

Su Il Giornale: “Quegli illusi che già sognano di guidare il partito dei vescovi”, “Buttiglione, Rutelli e Fioroni: i vecchi politici cattolici si esaltano alle parole di Bagnasco, ma ignorano che il nuovo movimento non sarà una dc allargata”. Dove si legge che il discorso di Bagnasco ha alzato il sipario sul mondo ancora in penombra del forum delle associazioni: qui si trova la linfa di un eventuale soggetto, con una nuova leadership, perché sicuramente i vari Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni, o Lorenzo Ornaghi non hanno alcuna intenzione di delegare ai vecchi signori del Palazzo la gestione della loro creatura. Lo stesso Bonanni viene intervistato dal Corriere della Sera e dice: “Ci vogliono nuovi protagonisti, per i cattolici occasione irripetibile”. Secondo Bonanni è necessario constatare che il bipolarismo “ha distrutto l’humus utile alla partecipazione”. Ha verticalizzato la politica, ha trasformato ogni confronto in un duello da talk show, smarrendo, anzi deridendo, l’autentico ruolo della vera politica: la mediazione”. Nel futuro politico dei cattolici italiani Bonanni non vede assolutamente “un nuovo partito” o “la resurrezione dell’unità politica”: “Il futuro dei cattolici è nella condizione preliminare, quindi pre-politica, per la partecipazione alla costruzione del bene comune”. Parla di una “fittissima rete di realtà sussidiarie, legate al territorio”, in cui i cattolici sono impegnati da anni. Parla poi del governo Berlusconi, dice che ha esaurito ormai ogni possibilità di formire risposte alla crisi del Paese, che serve un governo di larghe intese e un “nuovo spirito collaborativo anche tra forze ora contrapposte”.

Economia

Il Presidente della Bce Jean Claude Trichet, intervistato dal Corriere della Sera, incoraggia l’Italia verso “ogni azione diretta ad attuare riforme strutturali in grado di stimolare di più la crescita e aumentarne il potenziale. Perché il potenziale dell’Italia è immenso, mentre la crescita non è in linea con le capacità complessive del Paese”. Tra le misure da adottare, per quel che riguarda l’Italia, a questo fine, Trichet cita “la liberalizzazione delle professioni”, sottolinea che è necessario “migliorare la flessibilità del mercato del lavoro”, l’istruzione e il training, “per arrivare a catalizzare l’innovazione”. Si mostra soddisfatto di quanto fatto dall’Italia per consolidare l’avanzo primario e raggiungere l’obiettivo di un pareggio di bilancio entro il 2013, considera adeguate le misure già prese.

Ieri il primo ministro greco Papandreou è volato a Berlino ed ha preso parte all’assemblea degli imprenditori tedeschi, ha detto che Atene può risalire dalla crisi, ed ha incassato un lungo applauso. La Cancelliera Angela Merkel, nel suo intervento, ha garantito: “La Germania offrirà tutti gli aiuti che potrà, con l’economia privata o con capacità politiche o amministrative”.

Su La Repubblica si scrive intanto che la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, è diventata una proposta ufficiale della Commissione europea. Non è una misura imminente, visto che il Presidente della Commissione Barroso ne ha fissato l’avvio in Europa per il 2014. La decisione avrebbe l’appoggio unanime dei Commissari, ma difficilmente quello dei governi. Non piace ai britannici, né agli Usa, e men che mai a Banche e operatori, se si eccettuano padri nobili come George Soros. Il gettito a livello mondiale potrebbe oscillare tra 700 e 1400 miliardi di dollari. Sarebbe un colpo devastante soprattutto per la nuova finanza, la giungla dei derivati esplosi negli ultimi anni, riducendola fino a un decimo del suo volume attuale. L’aliquota che potrebbe proporre il Presidente Barroso sarebbe dello 0.1 per cento, con un tasso analogo riservato ai derivati.

Integrazione, immigrazione

Il Corriere della Sera racconta della “multa” a dieci colpi di frusta con cui è stata punita una donna saudita che aveva sfidato il divieto di guidare, nel luglio scorso. Una doccia fredda, a due giorni dall’annuncio del re Abdullah sul diritto di voto alle donne nel 2015.

Su Repubblica invece la storia di un pastore evangelico iraniano che rischia l’impiccagione per apostasia. Si può salvare solo rinnegando la propria fede. Si è convertito al cristianesimo a diciannove anni, è stato arrestato nel 2009 perché si era rifiutato di insegnare l’islam ai bambini cristiani nelle scuole iraniane.

Restiamo a La Repubblica per parlare dei “ragazzi della Moschea”, ovvero gli immigrati di seconda generazione che vogliono integrarsi mantenendo le proprie tradizioni. Posseggono cioé quella che il direttore di Reset Bosetti definisce “la doppia identità”: non sono lavoratori ospiti temporanei, ma residenti che attendono di diventare parte a pieno titolo dell’economia e del discorso pubblico italiano. Sulle stesse pagine Vladimiro Polchi legge la ricerca di “Albis analisi e strategie” dedicata alle comunità di area mediterranea (marocchini ed egiziani) di area asiatica (pakistani) sui musulmani di seconda generazione. Verrà presentata domani a Roma, e si sofferma sul rapporto dei giovani musulmani con il nostro Paese.

Il Giornale stigmatizza invece la campagna della lobby musulmana immigrata in Svizzera (cinque per cento della popolazione, 400 mila immigrat) per cancellare “il brand storico di quel Paese: la croce sulla bandiera”, che considerano una offesa al multiculturalismo.

DA RASSEGNA ITALIANA, di Ada Pagliarulo e Paolo Martini