L’efficenza e la determinazione delle donne dell’ultimo Millennio

Pubblicato il 8 Gennaio 2021 in , , da Laura Bolgeri

Sono tante le donne che durante il lungo periodo della pandemia da Coronavirus hanno dato prova di una grande determinazione nel combatterla e nel contrastarne gli effetti, sia in privato sia nei ruoli pubblici. E questo è avvenuto nell’anno trascorso non solo nei Paesi europei, ma anche negli Stati Uniti d’America e in molte parti del mondo. E ancora oggi, in questo nuovo anno, che speriamo sia veramente nuovo, molte donne continuano ad assumersi compiti e ruoli importanti, sia nel settore pubblico sia in quello privato, per debellare in tutti i modi e con tutti i mezzi disponibili il virus.

I ruoli delle donne sono emersi anche nelle cronache della stampa, che hanno messo in rilievo casi in cui nelle famiglie, forzatamente chiuse in casa, con figli che non andavano a scuola, hanno dovuto affrontare problemi di complicata gestione, a volte rinunciando persino al loro lavoro. Proprio perché le donne hanno una personalità più duttile di quella degli uomini e più pratica, sono state capaci di osservare da vicino le reazioni individuali difficili, e hanno trovato spesso soluzioni positive. Insomma le donne in molte occasioni e ruoli pubblici, anche recentemente, hanno dimostrato quella maggiore flessibilità di giudizio e di comportamento, che sono necessarie in questo periodo. 

Fra le tante donne protagoniste in questa lotta contro la pandemia da Coronavirus, forse la più nota in Italia, che si è espressa come esperta consulente spesso con consigli di pratica realizzazione, è la scienziata Ilaria Capua, comparsa più volte sugli schermi televisivi. Capua, 54 anni (è nata a Roma nel 1966) virologa e ricercatrice con un lungo percorso formativo, è laureata in medicina veterinaria, ha dedicato diversi anni allo studio delle malattie infettive e ha scoperto per prima il virus dell’influenza aviaria. Il suo lavoro di ricerca è documentato da tante pubblicazioni scientifiche. Ha avuto per qualche tempo anche un ruolo politico in Italia come parlamentare: è stata nel 2013 Vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza, Istruzione della Camera. Oggi vive negli Stati Uniti, dove dirige il Centro di eccellenza One Health dell’Università della Florida ed è considerata una scienziata e una virologa a livello mondiale, più volte premiata e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale. Molti sono i suoi articoli di approfondimento su riviste specializzate nel settore della ricerca dei virus. Recentemente ha pubblicato anche alcuni libri di genere divulgativo sulla salute e i virus, fra cui un testo di facile consultazione che titola con consapevole saggezza: “Il Dopo. Il virus ci ha costretto a cambiare mappa mentale e a mettere la scienza al centro delle nostre conoscenze” (ed. Mondadori, 2020).

La saggezza di questa donna, che ha studiato i fenomeni legati al virus e le strategie sanitarie, e ne ha parlato più volte anche in televisione, cercando di non trasmettere inutili allarmismi, ha anche messo in evidenza lo squilibrio creato dagli umani nel rapporto con la natura. E ha visto con gli occhi da scienziata come una pandemia, che ci ha scosso dalle radici nel nostro modo di vivere, ha qualcosa da insegnarci per il futuro. Soprattutto se non restiamo schiavi delle tecnologie più arretrate, che spesso producono inquinamento. Insomma, per uscire dai rischi del virus dobbiamo, oltre che vaccinarci e tutelarci con le prescrizione di difesa, le mascherine, l’igiene, i distanziamenti, anche modificare il nostro atteggiamento nei riguardi della natura e dell’ambiente. E pensare a un nuovo modo di vivere non inquinante ed “ecologico”, soprattutto per non nuocere alle nuove generazioni.

Un altro personaggio femminile, oggi riconosciuta come una donna importante, da tenere presente in futuro per il suo valore soprattutto in campo politico, è Kamala Devi Harris, la nuova Vicepresidente degli Stati Uniti d’America accanto al Presidente Joe Biden. Prima donna della storia in questo importante ruolo, che ha poteri rilevanti. Kamala Devi Harris ha 56 anni, due lauree, una in Scienze Politiche e l’altra in Economia, conseguite alla Howard University di Washington, era già politicamente conosciuta in America: nel ruolo di senatrice dello stato della California si è messa in evidenza con una risoluta presa di posizione nella difesa ambientale e nella lotta contro gli stupefacenti. Disponibile a un ruolo democratico, si è sempre mostrata favorevole al piano di assistenza sanitaria gratuito per tutti gli Americani. La sua immagine è comparsa di recente anche in Europa e in Italia, non solo durante la campagna politica e l’elezione a presidente di Joe Biden del 7 novembre, ma in particolare quando, il 29 dicembre scorso, si è fatta vaccinare davanti alle telecamere commentando: “E’ stato facile, facciamo tutti la vaccinazione, per salvare vite”.

Kamala Harris, oltre a essere la prima donna della storia che ha assunto il ruolo di Vicepresidente degli Stati Uniti d’America, è anche la prima persona di colore ad assumere questo incarico. Le sue origini sono giamaicane da parte di padre che, emigrato in America, è diventato un professore di economia alla Stanford University; e indiane da parte della madre, una scienziata-ricercatrice del Tamil Nadu (stato dell’India meridionale). Quindi i suoi genitori erano due immigrati. Ma Kamala Harris è nata a Oakland, in California. Ed è cresciuta negli Stati Uniti, studiando anche Diritto e superando l’esame di avvocato nella Howard University di Washington. Appena ha conquistato l’incarico di Vicepresidente di Biden, Harris ha detto che si sente orgogliosa di essere la prima donna e la prima asio-americana a ricoprire una tale carica. E che non sarà l’ultima. E in effetti, per difendere i ruoli delle donne, ha già sollecitato il presidente eletto ad assumere sette donne per le comunicazioni della Casa Bianca.
Più vicino a noi, in Europa è Ursula von der Leyen, che è una politica tedesca ed è Presidente della Commissione Europea dal 2019. Nata a Bruxelles nel 1958, Ursula von der Leyen ha 62 anni e sette figli. E’ un personaggio che si è mostrata più volte molto attiva per combattere la crisi conseguente alla pandemia, con provvedimenti efficaci. Laureata in medicina e chirurgia, è stata Ministro della Famiglia e degli Affari  Sociali, è culturalmente e politicamente legata alle scelte di Angela Merkel. Personaggio molto disponibile e accogliente, è apparsa spesso molto vicina all’Italia e agli Italiani, fin dai primi tempi della comparsa del virus, con messaggi molto chiari, quasi affettuosi, di partecipazione attiva. Va ricordato quanto ha proclamato in un discorso ufficiale: “Cara Italia, cari Italiani in un momento così difficile di lotta contro il virus, non siete soli… in Europa siamo tutti Italiani”. Insomma si è mostrata una vera madre europea sensibile e protettiva, sottolineando che l’Europa è una grande famiglia e che non ci lascerà soli, espressione spesso usata anche nei contatti amichevoli con il nostro Governo. Inoltre per la distribuzione del vaccino nei Paesi europei, recentemente Ursula von der Leyen ha mostrato la sua efficienza e disponibilità al dialogo. Il 30 dicembre scorso come Presidente della Commissione Europea, con Charles Michel Presidente del Consiglio Europeo, dopo un lungo tira e molla, ha firmato un accordo commerciale di cooperazione tra l’Unione  Europea e il Regno Unito (speriamo utile) pur riconoscendo che la Gran Bretagna è sì un Paese terzo, ma resta un partner fidato dell’Unione Europea: ora è il tempo di guardare al futuro per il bene di tutti.

Tra i personaggi femminili ed europei efficienti non va dimenticata Christine Lagarde, Presidente della BCE, che dal  2019 sta portando avanti con successo il lavoro in campo economico di Mario Draghi alla Banca Centrale Europea. La Lagarde ha 65 anni, è nata a Parigi, non è una vera economista, ma è un avvocato con grande sensibilità e prudenza e sa coniugare autorevolezza e apertura al dialogo verso i consiglieri più tecnici. Sono doti femminili di apertura e dialogo che in molti casi sono utili, specie in questi tempi di crisi economiche scatenate dal Covid. Come molte donne, è un personaggio che con costanza sa lasciare il segno: recentemente, alla fine  del primo anno di mandato, tracciando un bilancio su se stessa, ha anche sottolineato che le donne hanno due poteri determinanti: quello del portafoglio e quello della vita. “Prima di tutto hanno il potere del portafoglio, perché in molte occasioni  sono le donne a decidere sui consumi. Poi contribuiscono con il potere della vita. Sono convinta che dare alla luce un figlio ti dia un senso di prosperità, di trasmissione… E’ davvero speciale” (la Lagarde ha due figli grandi ). E ha sottolineato con forza che è importante che i nostri figli ereditino un mondo sostenibile e abitabile, che si possa trasmettere alle generazioni future.

Ha anche rivelato alcuni dettagli del programma per contrastare il cambiamento climatico, con un personale incoraggiamento delle iniziative promosse a livello internazionale e un forte impegno della Banca Centrale Europea ad assecondarle. Certo non sono queste iniziative tipiche di un personaggio delegato a programmi e impegni economici centrali. Ma anche in questo caso Christine Lagarde ha sottolineato come le donne abbiano svariati poteri che possono essere utili a tutti.

In Europa, e soprattutto in Italia, va presa in considerazione l’importanza dell’accademica Suor Alessandra Smerilli, 47 anni, docente di Economia e Statistica nella Pontificia Università Auxilium in Vaticano, anche lei conosciuta, perché è stata intervistata alcune volte in televisione. E’ fra le più strette consigliere della Segreteria Generale del Papa e fa parte del Comitato di donne per le Pari Opportunità, voluto dalla ministra Elena Bonetti costituito per il dopo emergenza sanitaria. Nei suoi discorsi ha messo in rilievo più volte come siano importanti i compiti e le competenze delle donne che hanno spesso una marcia in più, perché hanno una maggiore flessibilità. Suor Smerilli è anche autrice di veri trattati e di libri che danno indicazioni per un mondo più equo, più attento ai bisogni degli esseri umani e più rispettoso del nostro pianeta. In occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1°gennaio ha affrontato i temi cruciali che erano contenuti nel messaggio del Papa fra cui un principio importante, che “non c’è pace senza la cultura della cura”. “Ma sappiamo anche che non c’è pace senza sviluppo”, ha precisato Suor Alessandra Smerilli, divulgando e commentando il discorso. Quindi “possiamo dire che non c’è sviluppo senza la cultura della cura”. Siamo i custodi dei nostri fratelli, e prendersi cura vuol dire anche coltivare e custodire la Terra, l’ambiente e le persone.

Tutti messaggi femminili chiari, di grande partecipazione e utili per il futuro.