Un black out planetario mette a nudo la fragilità della coesistenza fra uomo e macchina: è questo il tema proposto da “Eyes Everywhere”, un docudrama costituito da una storia inventata, integrata da interviste, dove vero e verosimile si intrecciano in nome dell’Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale è una realtà che ci sta travolgendo. La capacità delle macchine di simulare quella umana, rendendoci la vita migliore in tantissimi aspetti, produce anche molti sospetti e interrogativi etici sulle sue applicazioni e confini. Tanto è vero che i legislatori stanno studiando norme il suo utilizzo nella speranza di ‘controllare’ questa rivoluzione digitale. Il Parlamento italiano ha approvato, il 20 marzo 2025, il primo Disegno di Legge per regolamentare in modo chiaro e sistematico la ricerca, lo sviluppo e l’impiego dei sistemi intelligenti. L’obiettivo primario consiste nel tutelare i diritti fondamentali delle persone, senza, però, ostacolare l’innovazione tecnologica e il progresso economico.
La letteratura e il cinema hanno precorso i tempi, da Asimov a “Blade runner”, intuendo le implicazioni etiche dello sviluppo tecnologico delle cyberciviltà. Ma a che punto siamo arrivati?
Per chi volesse essere aggiornato sull’oggi, il docufilm “Eyes Everywhere”, è un buon modo per affrontare una questione così complessa in 72 minuti di infotainment (informazione+ intrattenimento), un genere ibrido molto interessante. Lo firma la sceneggiatrice e regista italiana Simona Calo assieme a Luca Monaco e riunisce gli attori Christopher Lambert (l’highlander del grande schermo, è il caso di dirlo), Fortunato Cerlino, Francesca Inaudi e Dean Michael Gregory.
Uscito a marzo di quest’anno nelle sale e disponibile allo streaming in abbonamento con Amazon Prime Video, è prodotto dalla multinazionale di consulenza BIP in associazione con Nymeria Films. Si indaga il dark side delle società 5.0, iperconnesse, dipendenti da una tecnologia dove “i confini tra sicurezza e controllo, innovazione e sorveglianza iniziano a sfumare”. La parte di fiction (un minutaggio decisamente inferiore rispetto a quello dedicato al documentario, ma di grande impatto) si alterna con interviste a scienziati, esperti nelle applicazioni della IA, manager pubblici al fine di ricomporre un quadro aggiornato e multidisciplinare. Da Yuko Arayama (professore di economia applicata presso l’Università giapponese di Nagoya), a Carlos Moreno (docente presso l’Università Sorbonne di Parigi, autore del bestseller “Città dei 15 minuti”) da Franco Malerba (il primo astronauta italiano che ha volato nello spazio con lo shuttle Atlantis il 31 Luglio 1992), a Fidelia Cascini (esperta di Sanità digitale del Ministero della Salute), lo spettatore ha testimonianze dirette dei problemi interconnessi alla AI.
La luce blu ha sostituito il sole?
“Eyes Everywhere” si svolge in un prossimo futuro, nel momento in cui un black out (proprio come quello del 28 aprile scorso in Spagna, o del 2003 anche l’Italia) minaccia la vita di milioni di persone, paralizza le città, getta nel caos tutti i sistemi da cui anche ora, siamo dipendenti.
Jodie (Francesca Inaudi), è un’ispettrice di polizia malata sotto cyberassistenza oncologica ancora in bilico tra guarigione e strascichi della malattia, che si trova coinvolta nell’indagine per scoprire il responsabile del black out che ha gettato nel panico le città ormai completamente dipendenti dalla AI per ogni aspetto dei sistemi vitali: trasporti, cyberspazio, security, sanità. Ad affrontare l’apocalisse informatica le è accanto suo padre Mark, un Christopher Lambert 68enne, ma che ha ancora il piglio dei tempi di “Subway”, e un ex hacker redento, ma diffidente verso lo strapotere della tecnologia, Matt. Nell’interrogatorio chiave, dove sembra che la catastrofe sia irreparabile, l’indiziato numero uno è lo stimato psicologo Dottor Borghese (alias Fortunato Cerlino), hater pentito della Intelligenza artificiale e ora imprenditore redento. A sventare il suo piano criminale sarà Mark dallo spazio, una metafora neanche tanto velata su quanto l’umanità sia fragile e indifesa: “Per favore, cercate di fare attenzione” avverte Lambert.
La fascinazione del silicio
Nell’intervista all’attore Fortunato Cerlino, che interpreta il ruolo del burattinaio nel film, a cura di Antonio Bracco pubblicata su sito comingsoon.it, il pluripremiato attore partenopeo (“Gomorra” per citarne un suo set famoso) mette sul tavolo diversi temi: “Ho imparato a pensare che il problema non è non è tanto l’intelligenza artificiale, ma l’intelligenza organica umana nel senso che, da che mondo è mondo, da quando l’uomo esiste, si sono sempre cercati gli strumenti che in qualche modo facilitassero la vita, anche semplicemente la ruota. La creazione in sé è innocua e avrebbe la funzione di facilitare appunto i compiti che ci riguardano, relazionati alle diverse epoche, alle diverse società, alle diverse esigenze. Il problema è sempre lo stesso ed è l’uso che se ne fa. Io posso anche scoprire il fuoco e servirmene per cuocere la carne, ma allo stesso tempo posso anche usarlo per creare delle armi distruttive. Ancora una volta la questione non è l’evoluzione tecnologica, ma quella umana. Un’umanità consapevole di certe cose, saluterebbe l’avvento dell’intelligenza artificiale come uno strumento eccezionale, straordinario”
Tutta questione di tempo
E pensare che per provocare l’interruzione dell’energia elettrica su Milano come estremo atto eversivo l’editore rivoluzionario Giangiacomo Feltrinelli perse la vita sul traliccio di Segrate il 14 marzo del 1972: se avesse aspettato un quarto di secolo forse avrebbe comodamente diretto il suo impero con lo smartphone dal sedile posteriore della sua automobile senza conducente guardando dal finestrino sfilare le distese di pannelli solari e di stabilimenti energivori di una qualsiasi città del mondo. O forse avrebbe comprato un timer “intelligente” (non come quello di bassa qualità che gli è scoppiato tra le mani anzitempo) e sarebbe salito più in alto. Non lo sapremo mai, purtroppo.
Tutte le immagini sono di Comingsoon
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.