Plastic Free July: perché è importante provare a vivere un mese senza plastica

Pubblicato il 10 Luglio 2021 in , da Margherita Corti
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Dal 3 luglio, in tutti gli stati membri dell’Unione Europea non sarà più possibile trovare sul mercato determinati prodotti in plastica. Non sarà quindi più possibile acquistare posate, piatti, cannucce, bastoncini per palloncini e alcuni contenitori alimentari in polistirolo espanso, i cosiddetti prodotti in plastica (anche biodegradabile) monouso, ovvero prodotti realizzati interamente o parzialmente da polimeri plastici destinati ad essere impiegati una sola volta o per un breve periodo di tempo. A stabilirlo è stata nel 2019 la Direttiva Europea 904 (ve ne avevamo iniziato a parlare qui: ). Ma perché anche i prodotti in plastica biodegradabile seguiranno questo triste destino? Oltre a tutto ciò che è biodegradabile, all’interno delle “bioplastiche” rientra anche ciò che deriva da fonte rinnovabile, come polietilene e PET, il cui ciclo di produzione genera sì meno gas a effetto serra (e ha quindi un’impronta ecologica inferiore) rispetto alla plastica tradizionale derivante dal petrolio, ma che comunque si degrada con grande difficoltà. Le uniche plastiche biodegradabili e compostabili sono difatti quelle che riportano tale dicitura sulla loro etichetta.

Questo sarà un duro colpo per l’Italia che da sola ha il 60% del mercato europeo dell’usa e getta, nonostante allo stesso tempo produca il 66% di tutta la plastica biodegradabile europea, e che da anni allo stesso tempo investe in plastica biodegradabile e compostabile (basti pensare che è dal 2012 che utilizziamo sacchetti biodegradabili e compostabili). L’Italia infatti sta cercando di ottenere qualche piccola estensione alla direttiva 904 ma quello che occorre è soprattutto un cambio di comportamento da parte dei cittadini e delle aziende produttrici. Mentre oggi queste ultime sono responsabili solo del 35% dei costi di smaltimento e riciclo (il resto è a carico di noi cittadini), dal 2024 i produttori dovranno farsi totalmente carico dei costi di smaltimento di prodotti quali contenitori per cibo e bevande da asporto, filtri di sigarette, palloncini, reti da pesca, salviettine umidificate… Insomma, per loro inizierà a valere il vecchio principio del “chi inquina paga”.

Per quanto riguarda i cittadini, i giovani da tempo si sono rivelati motori trainanti di questo cambio di comportamento con grande entusiasmo e consapevolezza. Infatti, secondo l’Iblaco-Circular Fashion Report (2020), il 45% dei giovani evita quando possibile di acquistare prodotti in plastica e quando possibile il 37% acquista articoli con packaging ridotto, il 30% acquista da brand che promuovono pratiche sostenibili e il 43% ritiene giusto che le aziende siano considerate responsabili del loro impatto ambientale.

Trainati dai giovani e dalle nuove direttive comunitarie, quel che serve ora è un cambiamento radicale di tutti. Teniamo anche in considerazione che quest’anno l’Italia ha raggiunto l’Overshoot day (giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che il nostro pianeta è in grado di offrire in un anno; per chi volesse approfondire o stimare la propria impronta ecologica ne avevamo parlato qui), il 13 maggio. Quasi un mese prima del 5 giugno, la data fissata a livello mondiale.

Plastic free julyPer chi volesse mettersi alla prova e provare per un mese a cambiare il proprio site di vita in una direzione più sostenibile, il movimento globale Plastic Free July® promuove anche quest’anno l’omonima iniziativa. Dal 2011, questa operazione aiuta milioni di persone a diventare parte attiva nella lotta contro l’inquinamento da plastica, in modo da poter avere strade, oceani e comunità più belle grazie alla scelta di rifiutare per un mese la plastica monouso. Iscrivendosi sul loro sito e aderendo alla sfida – con il pulsante “Take the challenge” – si potranno ricevere trucchi e suggerimenti tramite e-mail settimanali per essere sempre motivati durante il mese di sfida. I suggerimenti forniti tramite mail non sono generali, ma bensì basati sul proprio stile di vita. Infatti al momento dell’iscrizione vengono poste semplici domande, quali “Come/dove prenderai parte al Plastic Free July?” (ovunque, a lavoro come datore di lavoro o come impiegato, nei bar/ristoranti), il livello di partenza di ognuno di noi (principianti o leggermente più esperti) e per quanto tempo ci si vuole cimentare nella sfida (basta anche un solo giorno a fare la differenza). Vengono fissati anche obiettivi realistici (come ad esempio evitare solo il monouso o la plastica in toto), che ognuno di noi si sente di essere in grado di perseguire nel periodo di tempo selezionato. In questo modo, nella mail settimanale che arriverà nella casella di posta, saranno forniti consigli ad hoc che ognuno di noi potrà mettere in pratica tramite piccole accortezze. Basta iniziare a fare più attenzione agli imballaggi dei prodotti che acquistiamo facendo la spesa, ai materiali utilizzati per l’asporto, all’esistenza o meno di versioni alternative e plastic-free dei prodotti che usiamo ogni giorno e a tanti altri aspetti apparentemente piccoli ma dal grande impatto.

I numeri del movimento Plastic Free July non sono trascurabili. Dal report del 2020, emerge infatti che l’anno scorso sono stati coinvolti 326 milioni di partecipanti in tutto il mondo. La loro partecipazione al “luglio libero da plastica” ha portato ad una media di 21 kg in meno l’anno di rifiuti per ogni partecipante (quasi il 5%) per un totale di 900 milioni di kg di rifiuti in plastica in meno. Grazie al movimento 8.5 partecipanti su 10 hanno poi deciso di mantenere le abitudini fatte proprie durante il mese di sfida. Lo scopo del movimento è infatti quello di rendere le persone più consapevoli di fronte a un problema, e sfidarle per un breve periodo al fine di farle rendere conto che in realtà cambiare abitudini è molto più semplice e naturale di quanto ognuno di noi si aspetti! Nel corso dell’anno, il movimento organizza eventi di ogni tipo; chiunque vuole può affiliarsi al movimento, organizzarli e condividerli sul sito! L’idea di far parte di una comunità attiva su scala mondiale è sicuramente un ulteriore stimolo ad impegnarsi a perseguire uno scopo comune, con l’obiettivo costante di goderci un mondo più bello e pulito da lasciare in eredità alle prossime generazioni.

Spero che molti tra voi decidano di mettersi in gioco, ognuno secondo le proprie possibilità e necessità. Per avere ancora più idee (oltre quelle che saranno fornite dal movimento stesso via mail) è possibile cercare sui social l’hashtag #plasticfreejuly. Appariranno una molteplicità di foto che potranno essere di ispirazione per tutte le azioni libere da plastica. Insieme possiamo fare la differenza ed essere parte della soluzione.