Ridurre, riciclare, differenziare, risparmiare: le azioni che aiutano l’ambiente

Pubblicato il 24 Novembre 2011 in da redazione grey-panthers

In 40 anni la popolazione mondiale è quasi raddoppiata e più del doppio è il volume dei rifiuti urbani pro capite in Europa, che oggi ammonta a 514 chili. Secondo l’ultimo dato Ispra noi italiani arriviamo a 532 a testa. A questo aggiungiamo 50 mila chili di risorse naturali pro capite che servono per produrre, distribuire e smaltire le nostre innumerevoli cose. La natura riuscirà a tenere il nostro passo? Non c’è molto da sperare, c’è piuttosto da rimboccarsi le maniche a partire dalle piccole cose. Ecco cosa possiamo fare in concreto:

Limare qualche chilo di rifiuti riducendo gli involucri, acquistando prodotti sfusi quali frutta, verdura, pasta, cereali e molto altro, ricordando di portare i contenitori da casa e, laddove non è possibile, preferendo materiali compostabili alle plastiche.

Portare con sé borse riutilizzabili da riempire all’occorrenza evitando così, alla cassa, di dover scegliere tra: sacchetti di carta (riciclabili, possono essere di carta riciclata), sacchetti di plastica vegetale (compostabili, dopo 90 giorni resta meno dell’1 per cento del prodotto originale, e tra l’altro utilizzabili, una volta a casa, per la raccolta dell’umido), ma che sono poco adatti a svolgere la funzione primaria di trasporto perché si rompono facilmente e, infine, i nuovi sedicenti shopper biodegradabili (assomigliano a quelli vecchi in polietilene, sono di plastica resa degradabile con l’aggiunta di prodotti chimici) che decomponendosi lasciano piccole frazioni che non sono bio-compatibili. Il bidone dimagrisce se si sostituisce la carta da cucina con strofinacci di stoffa, se al posto delle pellicole alimentari si usano contenitori riutilizzabili, se si evitano i prodotti monouso.

Mettere da parte tutto ciò che può svolgere ancora una funzione: carta per appunti; matite, pennelli; buste per altre consegne; sacchetti del pane da riportare per spese successive o per tamponare i fritti; la plastica che avvolge le riviste, tagliata dal lato corto invece che strappata, per avvolgere una merenda, dal panino alla frutta secca; carta velina dei negozi per i cambi stagione… diamo sfogo alla fantasia.

Cucire una toppa al maglione, aggiustare una vecchia lampada, rivestire una sedia o la vecchia poltrona, risuolare un paio di scarpe, portare piccoli elettrodomestici in una bottega aggiusta tutto, sono azioni utili per alleggerire le nostre discariche.

Separare correttamente i materiali, altrimenti non saranno riciclabili. Quelli più facili da riconoscere sono l’alluminio e il vetro (il pyrex non va col vetro e nemmeno la ceramica). Non tutto quello che si chiama carta, poi, è riciclabile: la carta chimica degli scontrini, la carta oleata e molti sacchetti dei biscotti (si può verificare il tipo di carta con un velocissimo test: strappare l’involucro quando è vuoto e osservare la fibra. Se si vede una pellicola di alluminio o di plastica, va nell’indifferenziato). I contenitori per le bibite in Tetra Pak sono un composto di plastica, carta e alluminio, ma alcuni Comuni li raccolgono con la carta, altri con la plastica.

Scegliere contenuti e contenitori di qualità, prodotti durevoli, locali, stagionali, a filiera corta: per alimentare il progresso e lo sviluppo sul territorio, alleggerendo l’impatto ambientale, riducendo gli sprechi.