La crisi apre i rubinetti

Pubblicato il 19 Aprile 2012 in da redazione grey-panthers

Il 75,5% degli italiani sceglie la cosiddetta acqua a chilometro zero. Cresce anche la frequenza di utilizzo: il 46,9% dice di berla “sempre o quasi sempre” superando nettamente il 40% circa registrato nel 2008. In particolare, il nordest vince la medaglia d’oro per il consumo abituale di acqua del rubinetto, trattata e non, con il 61,7%. Maglia nera, invece, per il sud Italia dove il 44,1% non la beve o la beve solo una o due volte l’anno.

I numeri sono resi noti da Aqua Italia, l’Associazione che raggruppa le aziende del settore del trattamento dell’acqua, federata ad Anima – Confindustria. Le ragioni che spingono gli italiani ad apprezzare l’acqua del rubinetto, trattata e non, sono, in primis, il gusto (27,5%) seguito dalla comodità di non dover più trasportare casse di acqua dal supermercato fino a casa (25,6%), il risparmio economico che va dalle trecento alle mille volte rispetto alla bottiglia (21,2%) e i maggiori controlli rispetto alla cugina imbottigliata (17,9%). Diminuisce sempre di più la percentuale di chi non la berrebbe per nessuna ragione che scende al 10,9%, valore quasi dimezzato rispetto al 19% del 2008. Infine, il 23,4% degli italiani possiede almeno un apparecchio domestico di affinaggio dell’acqua.
La ricerca è stata commissionata all’istituto indipendente Cra ed è stata svolta su un campione di 2.030 individui dai 18 anni in su.