Grandi navi a Venezia: si cercano alternative al “canalone” lagunare

Pubblicato il 17 Marzo 2015 in da redazione grey-panthers

L’Autorità del porto ha presentato al ministero dell’Ambiente le sue risposte per far ripartire la Via sul progetto della grande infrastruttura

“Il Porto di Venezia ha fornito la documentazione integrativa richiesta dalla Commissione Via per completare la procedura di Valutazione d’impatto ambientale del progetto del Canale Contorta nella laguna”, dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Al ministero sono giunti anche altri progetti alternativi a quello del colossale canale da scavare attraverso la laguna di Venezia proposto dall’Autorità del porto, e difatti il ministro vorrebbe poter confrontare il progetto ora in corso con altri a minore impatto ambientale per la laguna: “Ora, nella massima considerazione dei tempi previsti, occorre concludere l’esame del progetto per giungere all’urgente individuazione di una soluzione alternativa al transito delle navi da crociera nel Canale della Giudecca e nel Bacino di San Marco”.

Il progetto del porto nasce dalla necessità statale di applicare nel più breve tempo possibile il decreto Clini-Passera, individuando una via alternativa di accesso al porto passeggeri che allontani le grandi navi da San Marco, salvaguardando nel contempo l’eccellenza portuale crocieristica veneziana e italiana.
La documentazione integrativa dell’Autorità portuale è stata redatta nei tempi previsti grazie alla collaborazione delle istituzioni competenti per legge a garantire la salvaguardia della laguna (Provveditorato Opere Pubbliche ex Magistrato alle Acque) e la sicurezza della navigazione (Capitaneria di Porto) oltre che delle istituzioni scientifiche (Corila, Università e Cnr).
Il porto ha anche siglato un accordo che dà vita ad una task force permanente di esperti per ogni ulteriore attività di progettazione e monitoraggio del suo progetto.

Secondo l’Autorità del porto, “la massa di studi raccolti o redatti per l’occasione consente di sottolineare la grande valenza naturalistica del progetto che è capace di trasformare l’escavo di un canale nell’occasione per l’avvio della ricostruzione morfologica, biologica e naturalistica della laguna centrale ridotta in condizioni di degrado da una incontrollata attività di sfruttamento, spesso fraudolento. L’escavo del canale, di cui è stata constatata l’ininfluenza sul regime idraulico della laguna grazie ad alcune verifiche modellistiche, potrà contribuire ad attuare il piano morfologico della laguna (già redatto) grazie alla ricostruzione di velme e barene per tramite di sedimi dei quali è stata già accertata (da enti terzi) la qualità”.