Consumi di energia nel 2021, qualche numero per esaminare la situazione

Pubblicato il 13 Settembre 2022 in , da Giovanna Gabetta
transizione ecologica

Il rapporto “BP Statistical Review of World Energy 2022” raccoglie una serie di dati sui consumi e sulla produzione di energia nel mondo, aggiornati al 2021

E’ uscito il rapporto “BP Statistical Review of World Energy 2022”, che si può scaricare liberamente in rete. Questo documento, arrivato alla sua 71ma edizione raccoglie una serie di numeri sui consumi e sulla produzione di energia nel mondo, aggiornati al 2021. È il caso di ricordarne qualcuno, e meditarci su! Per cominciare, nel 2021 i consumi di energia e le emissioni di CO2 sono tornati ai livelli di prima della pandemia, dimostrando che la riduzione registrata nel 2020 è stata solo temporanea, perché era temporanea la chiusura di molte attività. Ma questa non è l’unica informazione contenuta nel rapporto; cerchiamo di approfondire qualche dato.

Aumenti dei consumi di energia

I consumi di energia primaria nel 2021 è aumentato del 5,8% rispetto al 2020. Rispetto al 2019, l’aumento è stato di 1,3%. Abbiamo già avuto occasione di dire che l’energia è definita primaria quando è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di altre forme energetiche. I combustibili, quindi, – sia quelli fossili sia i bio combustibili – sono energia primaria, mentre l’elettricità è una forma di energia secondaria. Per leggere il rapporto di cui stiamo parlando, occorre conoscere queste definizioni e tenerne conto. Se vogliamo parlare di energia rinnovabile, va ricordato che i cosiddetti biocombustibili fanno parte dell’energia primaria, mentre l’idroelettrico (che trasforma energia potenziale in energia elettrica), l’eolico (che trasforma il movimento delle pale in energia elettrica), il fotovoltaico (che trasforma l’irraggiamento solare in energia elettrica) sono energia secondaria. Per il solare e l’eolico, va considerata anche la differenza tra la potenza installata e l’energia effettivamente erogata, perché si tratta di sistemi intermittenti, legati alla situazione meteorologica.

Per capire meglio la situazione, interessano soprattutto i numeri del consumo. In percentuale, l’uso dei combustibili fossili negli ultimi anni ha avuto una lieve diminuzione, passando all’82% del consumo globale, mentre nel 2019 era stato dell’83%, e 5 anni fa era stato dell’85%. Però, nonostante la flessione in termini di percentuale, il consumo continua a essere in aumento. La produzione e il consumo di energia rinnovabile sono aumentati molto di più in termini percentuali, ma i loro numeri sono molto più piccoli. Per produrre circa il 18% del fabbisogno mondiale – quello ottenuto da fonti diverse da quelle fossili – vanno considerati il nucleare, l’idroelettrico, le biomasse, l’eolico e il fotovoltaico. Per il momento quindi sembra piuttosto difficile poter fare a meno – in tempi brevi e soprattutto senza cambiare il tenore di vita – dei combustibili fossili, visto che il loro consumo è sempre in aumento. Consideriamo anche che il consumo è aumentato nonostante l’aumento dei prezzi. Infatti, il prezzo del carbone nel 2021 è aumentato molto (vedere il grafico), ma ciò nonostante il consumo di carbone è aumentato globalmente del 6%. L’aumento dei consumi è stato concentrato soprattutto in Cina e in India (dove si registra il 70% dell’aumento globale dei consumi energetici). La produzione globale di petrolio è aumentata di 1,4 milioni di barili al giorno. Il tutto a fronte di un prezzo medio del petrolio – nel 2021 – di 70.91 dollari al barile. Per il 2022 il prezzo potrebbe essere ancora più alto. Il consumo di petrolio nel 2021 è stato maggiore che nel 2020, ma è ancora leggermente al di sotto rispetto al 2019 (3,7 milioni di barili in meno, che a quanto pare sono dovuti soprattutto al minor traffico aereo).

 

Consumi di energia
Andamento del prezzo del carbone dal 2012 al 2021

Consumi di energia, benzina e diesel in testa

Sono aumentati invece i consumi di benzina e diesel, concentrati soprattutto negli Stati Uniti, in Cina e in Europa. Può essere che per ora – forse – le persone preferiscano, quando possono, viaggiare in auto: un effetto della pandemia. Vedremo come si evolverà la situazione, mettendo insieme l’evoluzione della pandemia e il costo dei combustibili. Intanto, il prezzo dei viaggi aerei è in forte aumento. I prezzi del gas naturale sono risaliti fortemente in tutto il mondo nel 2021. Sono quadruplicati in Europa, e triplicati in Asia. Negli Stati Uniti sono raddoppiati. Eppure, la richiesta mondiale di gas è cresciuta del 5,3% nel 2021, tornando ai livelli di prima della pandemia e superando per la prima volta i 4000 miliardi di metri cubi a livello globale. La percentuale del consumo di gas sul totale di energia primaria è rimasta uguale all’anno precedente, al 24%. In Europa e in Nord America, nel 2021 il consumo di carbone è aumentato, dopo circa 10 anni in cui era lentamente diminuito. Nel 2021 a livello globale il carbone è rimasto il combustibile più usato per produrre elettricità. In termini percentuali è passato dal 35,1% al 36%, mentre la produzione di energia elettrica da gas naturale è cresciuta (passando da 6371,7 a 6518,5 terawattora), ma in termini percentuali è leggermente diminuita (dal 23,7 al 22,9%).

A cosa ci servono tutti questi numeri? Prima di tutto, ci mostrano che il nostro benessere è molto legato ai consumi di energia; dato che la maggior parte degli abitanti del pianeta hanno ancora bisogno di migliorare il loro tenore di vita, la tendenza sarà ancora per un po’ di tempo verso un aumento dei consumi. Dato che l’energia che consumiamo viene dai combustibili fossili per i 4/5, la strada per smettere di utilizzarli è quindi ancora molto lunga, e forse è necessario un maggiore impegno se veramente desideriamo farne a meno. Anche perché le cosiddette rinnovabili per il momento non riescono a sostituire i fossili, ma soltanto a fornire una parte dell’aumento di energia richiesta in un anno. Usiamo il termine “cosiddette rinnovabili” perché la costruzione di turbine eoliche e pannelli solari richiede molta energia (che viene fornita per ora dai combustibili fossili) e l’impiego di materie prime rare e non facilmente sostituibili: ne abbiamo già parlato. Quindi non è strano che le emissioni di ossido di carbonio – dovute all’utilizzo di energia, processi industriali, emissioni di gas e di metano, – sono aumentate del 5,7% nel 2021. Questo conferma anche che la crescita economica – almeno per ora – è direttamente collegata all’aumento delle emissioni di CO2. Sempre pensando alle rinnovabili sarebbe bene anche ricordare che nel 2021 il prezzo del cobalto è cresciuto del 63%, mentre quello del litio è aumentato del 58%. Nel 2022 questi prezzi stanno continuando a crescere. E il prezzo dell’energia è destinato a influenzare i prezzi di molte cose necessarie. Prima di tutte, il cibo.