Clima: l’appello degli scienziati italiani

Pubblicato il 19 Novembre 2015 in , da Vitalba Paesano

Ecco un documento unico nel suo genere, parole chiare e dirette. Un messaggio che parla ai principali attori della società (politici, imprenditori, istituzioni, opinione pubblica) per affrontare i cambiamenti climatici. Ne sono autori scienziati italiani afferenti ad una dozzina di società e associazioni scientifiche e che parlano, per la prima volta, con una sola voce.

Ai politici, a livello nazionale e internazionale, si chiede di assumere la guida delle iniziative sul clima e adottare misure efficaci per limitare le emissioni di gas serra. Alle istituzioni di sostenere l’impegno della ricerca per lo studio delle scienze del clima, degli impatti e delle tecnologie. Alla comunità internazionale di siglare a Parigi un accordo su efficaci ed equi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, sui meccanismi per la misurazione e la verifica dei progressi verso gli obiettivi definiti, sulle risorse finanziarie necessarie a sostenere la transizione dei Paesi in via di sviluppo verso un’economia “zero carbon”. Al settore privato di ridurre l’uso di fonti fossili; ai settori finanziari di potenziare il sostegno alle rinnovabili e integrare i rischi connessi ai cambiamenti climatici nelle proprie strategie d’investimento. A tutti i cittadini, ai media, all’opinione pubblica di avere maggiore consapevolezza sul tema dei cambiamenti climatici.

Alla vigilia della COP21, gli scienziati italiani parlano chiaro e si rivolgono a tutti i protagonisti coinvolti nel tema dei cambiamenti climatici e nella ricerca di possibili soluzioni. Sono rappresentanti di numerose società e associazioni scientifiche che hanno unito le loro forze, le loro competenze, le loro conoscenze per offrire uno sguardo interdisciplinare da parte della comunità di ricerca italiana sulle soluzioni possibili in tema di cambiamenti climatici.

Il messaggio è stato consegnato a Gian Luca Galletti, Ministro Italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in occasione dell’apertura di ROME2015 –SCIENCE SYMPOSIUM on CLIMATE, la due giorni di confronti e dibattiti tra scienziati, decisori politici, esperti e rappresentanti del mondo delle imprese e della società civile con la collaborazione della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO) che ospita l’evento (19 e 20 novembre 2015).

“Il Simposio rappresenta un evento senza precedenti nel panorama della ricerca italiana”, spiega la Prof. Donatella Spano, presidente della Società Italiana per le Scienze del Cima che ha coordinato tutta l’iniziativa. “Ben 14 società scientifiche coinvolte nello studio del clima e dei suoi impatti in diversi settori si sono riunite e coordinate superando, e anzi abbattendo, i tradizionali confini tra diverse discipline scientifiche con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise per rispondere ad una delle sfide più complesse dei nostri tempi, quella dei cambiamenti climatici”.

“Punto di forza del Simposio – ha continuato la Prof. Spano – è l’approccio multidisciplinare e il coinvolgimento di scienziati, ricercatori e decisori politici. L’elevata partecipazione, il coinvolgimento della FAO e la presenza di speakers di chiara fama per la comunità scientifica internazionale confermano l’importanza e l’assoluta necessità di collaborare tutti assieme nella definizione di azioni di risposta ai cambiamenti climatici e di relative politiche per le attività di adattamento e mitigazione”.

Proprio in virtù di questa collaborazione è nato l’appello degli scienziati che parlano con una sola voce agli attori che devono prendere decisioni importanti sul piano politico, economico, finanziario, sociale su un tema così rilevante. I cambiamenti cimatici infatti influiscono sia a livello nazionale e regionale che a livello globale. Inclusi tra i Sustainable Development Goals, l’insieme di obiettivi universalmente riconosciuti per bilanciare le dimensioni ambientale, sociale ed economica dello sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici hanno cause su cui – sottolineano gli scienziati italiani nel loro appello – esiste un consenso condiviso nella comunità scientifica internazionale ed evidenziato anche dall’ultimo rapporto dell’IPCC. Sappiamo che l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile, che è (con estrema probabilità) responsabile del riscaldamento del pianeta in corso dalla seconda metà del secolo passato. Sappiamo che gli impatti dei cambiamenti climatici si stanno già verificando, eventi estremi (come ondate di calore, innalzamento del livello del mare, precipitazioni violente, gravi siccità) sono in aumento, mentre l’esposizione e la vulnerabilità a questo tipo di eventi sono determinanti per valutazione e la gestione del rischio di ogni attività economica o sociale.

Le scelte che adottiamo oggi e nel prossimo futuro – scrivono gli scienziati – risulteranno decisive per affrontare una delle sfide più complesse e importanti, le cui conseguenze negative hanno un’elevata rilevanza per economie e società, non solo per l’ambiente, ed anche per coglierne l’opportunità per rinnovare i sistemi economici e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali.

La consegna dell’appello al Ministro Galletti ha dato il via al Simposio che ha visto radunati nella prestigiosa Plenary Hall della FAO più di 400 persone che contribuiscono a confronti scientifici con oltre duecento presentazioni. I lavori sono poi stati ufficialmente aperti da Donatella Spano, che presiede anche il comitato scientifico del Simposio, Maria Helena Semedo, vice Direttore Generale della FAO, Carlo Carraro (che nell’IPCC svolge il ruolo di vice Presidente del gruppo di lavoro sulla mitigazione dei cambiamenti climatici), Laurence Tubiana (Rappresentante Speciale del Ministro degli Esteri francese per la Conferenza sul Clima 2015 di Parigi, COP-21, e Ambasciatore Francese per i Negoziati sul Clima) che interverrà in video, Martin Frick (Direttore della Divisione Climate, Energy and Tenure della FAO), il quale interverrà sul rapporto tra cambiamenti climatici e sicurezza alimentare. Margarita Astralaga (Direttore Environment and Climate Division dell’IFAD) apre la giornata di venerdì 20 novembre con un intervento sul tema delle risorse idriche, introdotta da Riccardo Valentini (Università della Tuscia e tra gli autori del Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC).

Il Simposio si chiuderà nel pomeriggio di venerdì 20 novembre quando, alle ore 16:00, con una sessione plenaria in cui tutte le società e associazioni scientifiche che hanno contribuito a ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM on CLIMATE approfondiranno specifici aspetti del tema dei cambiamenti climatici, offrendo una visione integrata e multidisciplinare sull’argomento da parte della comunità scientifica italiana.

Ecco il testo integrale

I cambiamenti climatici costituiscono per la comunità internazionale una delle sfide più complesse e importanti, le cui conseguenze negative hanno un’elevata rilevanza per economie e società, non solo per l’ambiente. Allo stesso tempo, rappresentano anche un’opportunità per rinnovare i sistemi economici e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali.

Il Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC, la più esaustiva e aggiornata raccolta delle conoscenze scientifiche sul clima, contiene un’ampia collezione di dati, informazioni e risultati sui quali converge un consenso condiviso all’interno della comunità scientifica.

I principali risultati possono essere riassunti nel modo seguente:

• l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del XX secolo. Il continuo riscaldamento del pianeta aumenta i rischi di impatti gravi, pervasivi e irreversibili sul sistema climatico;

• gli impatti dei cambiamenti climatici si stanno già manifestando e interessano sia i Paesi in via di sviluppo che i Paesi più sviluppati. Le comunità più deboli da un punto di vista sociale, economico, culturale, politico, istituzionale sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici;

• dal 1950 ad oggi sono aumentati gli eventi climatici estremi (ad esempio ondate di calore, innalzamento del livello del mare, precipitazioni violente, gravi siccità) e molti di questi sono attribuibili all’influenza delle attività umane;

• l’esposizione e la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi, insieme ad eventi pericolosi connessi al clima, costituiscono componenti cruciali per la valutazione e la gestione del rischio di ogni attività economica o sociale.

La comunità internazionale ha incluso i cambiamenti climatici tra i Sustainable Development Goals, l’insieme di obiettivi universalmente riconosciuti per bilanciare le dimensioni ambientale, sociale ed economica dello sviluppo sostenibile. Affrontare i cambiamenti climatici è quindi uno degli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in cui si esprime chiaramente l’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di affrontare il tema dell’adattamento agli impatti negativi dei cambiamenti climatici.

Le scelte che adottiamo oggi e nel prossimo futuro risulteranno decisive: i rischi legati ai cambiamenti climatici per i sistemi umani e naturali dipendono dalle emissioni complessive di gas serra, che a loro volta dipendono dalle emissioni annuali dei prossimi decenni. Maggiori emissioni di gas serra condurranno a un maggior riscaldamento che amplificherà i rischi esistenti per i sistemi umani e naturali e ne creerà di nuovi.

Strategie di mitigazione e di adattamento sono necessarie per affrontare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici, e dovranno necessariamente essere parte di un processo decisionale che prenda in considerazione la percezione del rischio e i bisogni di specifici territori, bilanciando costi e benefici. Il coinvolgimento di governi nazionali e regionali, così come dei settori privati, è indispensabile al fine di sviluppare e implementare politiche climatiche adeguate.

Le società e le associazioni scientifiche che sottoscrivono questo documento richiamano:

• i decisori politici, a livello nazionale e internazionale, ad assumere la guida delle iniziative sul clima e ad adottare misure efficaci per limitare le emissioni di gas serra. Le scelte politiche dovrebbero definire e realizzare risposte di mitigazione e di adattamento su scale diverse, necessarie ad affrontare i cambiamenti climatici;

• le istituzioni nazionali e internazionali a sostenere l’impegno della ricerca nell’ambito delle scienze del clima, degli impatti e delle tecnologie, lo sviluppo istituzionale di discipline convergenti sul piano scientifico e tecnologico, e specifici programmi di training e di alta formazione sulle scienze e sull’economia del clima;

• la comunità internazionale a trovare un accordo alla COP21 di Parigi su efficaci ed equi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, sui meccanismi per la misurazione e la verifica dei progressi verso gli obiettivi definiti, sulle risorse finanziarie necessarie a sostenere la transizione dei Paesi in via di sviluppo verso un’economia “zero-carbon”;

• il settore privato a ridurre il consumo di carburanti derivanti da fonti fossili, ad incrementare l’efficienza energetica in tutte le attività e tutti i settori, ad adottare velocemente tecnologie e processi organizzativi a basso contenuto di carbonio;

• i settori finanziari a potenziare il sostegno a investimenti in energie rinnovabili e ad integrare i rischi connessi ai cambiamenti climatici nelle proprie strategie di investimento;

• tutti i cittadini a migliorare la consapevolezza dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici per le nostre società e ad accrescere la pressione sui decisori politici e sugli elettori per una rapida ed efficace azione volta alla riduzione delle emissioni di gas serra e a limitarne gli impatti più disastrosi.

Le società e associazioni scientifiche:
SISC – Società Italiana per le Scienze del Clima, AGI – Associazione Geofisica Italiana, AIAM – Associazione Italiana di AgroMeteorologia, AIEAR – Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse naturali, ATIt – Associazione Teriologica Italiana, CATAP – Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente ed il Paesaggio, COI – Commissione Oceanografica Italiana, FLA – Fondazione Lombardia Ambiente, GII – Gruppo italiano di Idraulica, HOS – Historical Oceanography Society, SIDEA – Società Italiana di Economia Agraria, SMI – Società Meteorologica Italiana.