Cambiamenti climatici: quali effetti sulla salute dell’uomo?

Pubblicato il 19 Gennaio 2019 in , da Margherita Corti

Da ormai diversi anni, sia per il negazionismo di alcuni sia per la preoccupazione di molti altri, i cambiamenti climatici sono un argomento all’ordine del giorno. Purtroppo questo è un fenomeno già in atto che non riguarda solo l’ambiente su larga scala ma anche noi, più da vicino e più di quanto possiamo pensare.

Come i senior ben sanno perché hanno avuto modo di vederlo personalmente negli anni, non possiamo non notare gli effetti di fenomeni crescenti: temperature in aumento, variazioni nell’andamento delle precipitazioni, scioglimento dei ghiacci e delle nevi sulle nostre montagne e innalzamento del livello di mari e oceani. Nonostante io sia giovane, mi basta guardare le foto delle nevi sul Bernina e sulle montagne circostanti scattate dal mio bisnonno Alfredo, noto alpinista e fotografo valtellinese che i lettori grey-panthers già hanno avuto modo di conoscere  per rendermi conto della differenza con quel che ne è rimasto al giorno d’oggi.

Tutto questo è principalmente dovuto all’aumento della concentrazione dei gas serra (anidride carbonica, metano) nell’atmosfera a causa principalmente di emissioni legate ad attività umane.

Seppur sconvolgente, ciò di cui stiamo parlando sembra ancora lontano da noi, e la domanda sembra ancora essere: come può riguardarci in prima persona?

In passato, nel dibattito sui cambiamenti climatici si tendeva a non considerare gli effetti sulla salute umana, relegandoli alla sola sfera dei sistemi fisici e degli ecosistemi. Eppure l’ambiente influenza il nostro stato di benessere fisico e mentale sia direttamente sia indirettamente. Basti pensare a come diversamente ci sentiamo in una città inquinata rispetto che su spiagge o monti incontaminati. La triste realtà dei prossimi anni è che neanche la fuga dai grandi centri urbani potrebbe più rivelarsi sufficiente.

Oltre a un aumento dell’inquinamento, l’innalzamento delle temperature sta portando,  infatti, da una parte a un cambiamento nella distribuzione alle diverse latitudini terrestri di specie animali e vegetali e di patogeni, potenziali vettori di malattie infettive; dall’altra all’insorgenza di patologie respiratorie connesse all’inquinamento, fenomeni di malnutrizione (causati da effetti su agricoltura e allevamento con contaminazioni che si ripercuotono sull’intera catena alimentare), aumento di allergie, maggior circolazione di contaminanti chimici.

Oltretutto i cambiamenti climatici stanno determinando una maggior insorgenza di eventi metereologici estremi (ad esempio ondate di calore, piogge intense e allagamenti costieri) spesso associati a un peggioramento della qualità dell’aria e al rischio di incendi, che causano incidenti e disastri ambientali aggravati dalla carenza di misure di sicurezza idonee. L’aumento della temperatura rende inoltre più vulnerabili anche le persone soggette a malattie cardiovascolari o respiratorie così come le persone diabetiche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima più di 7 milioni di decessi prematuri ogni anno causati dall’inquinamento e 60 mila per disastri ambientali, a cui nell’imminente futuro andranno aggiunti 250 mila morti l’anno per patologie dovute a patogeni e al cambiamento nella distribuzione delle specie (ad esempio, la malaria) o a più semplici disidratazione, colpo di sole, diarrea e malnutrizione causati dal surriscaldamento globale.

La minaccia non riguarda solo la nostra salute fisica, ma anche quella mentale. Gli effetti del cambiamento climatico espongono le persone a informazioni allarmanti sia locali sia globali, con conseguente aumento di fenomeni d’ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress.

Secondo i dati dell’OMS, gli abitanti della zona mediterranea risultano tra i più a rischio del pianeta (addirittura più di quelli del terzo mondo) a causa della percentuale maggiore di anziani e persone vulnerabili (rappresentanti più del 40% della popolazione) che popolano le nostre città. Non è un caso che, soprattutto in piena estate, aumenti sempre più il numero di anziani che richiede aiuto ai sistemi sanitari nazionali.

 

Insomma, senza adeguate contromisure si corre il rischio di non poter vedere figli e nipoti correre e giocare all’aria aperta nelle stagioni calde a causa di temperature eccessive e aria inquinata. A esserci d’aiuto in questa battaglia potrebbero essere proprio gli alberi, ma questo lo vedremo nella prossima puntata.